La falsa verità delle aziende sull’olio di palma. Investimento pubblicitario milionario. Ma l’ISS precisa: ridurre subito il consumo per i bambini
La falsa verità delle aziende sull’olio di palma. Investimento pubblicitario milionario. Ma l’ISS precisa: ridurre subito il consumo per i bambini
Roberto La Pira 18 Marzo 2016La campagna pubblicitaria dell’olio di palma va avanti. Dopo gli spot sulle reti televisive e i filmati in rete di cui abbiamo parlato adesso è la volta delle pagine su quotidiani come il Corriere della sera, La Repubblica… Come è accaduto per gli spot si tratta di messaggi ambigui, calibrati al millimetro per non risultare ingannevoli. Anche questa volta la frase “L’olio di palma non presenta rischi per la salute in una dieta bilanciata” è molto furba. È una sorta di format che si può utilizzare per tutti i prodotti alimentari. La stessa frase andrebbe bene per pubblicizzare qualsiasi altro cibo. Per esempio cambiando la foto potremmo scrivere “Il sale non presenta rischi per la salute in una dieta bilanciata“, oppure “Lo zucchero non presenta rischi per la salute in una dieta bilanciata“, e continuare con: il burro, il cioccolato, le patatine, i biscotti, il vino, gli hamburger…
Se però si leggono i dati ufficiali del Ministero della salute si nota che la dieta bilanciata è un miraggio per il 25% degli italiani in sovrappeso o obesi . Si tratta di persone che mangiano probabilmente ogni giorno più di un prodotto che contiene olio di palma, anche perché in molti supermercati non ci sono prodotti palma free. La dieta bilanciata è quindi un sogno visto che ogni italiano assume mediamente 12 g al giorno di palma e che molti ragazzini arrivano tranquillamente al doppio. Basta mangiare 4 biscotti tipo Molinetti Mulino Bianco a colazione per arrivare a 12 g circa, poi bisogna aggiungere gli altri prodotti. In ogni caso per capire quanto sia scorretta e ambigua la pubblicità dei produttori basta leggere la prima frase di questo articolo firmato dall’Istituto Superiore di Sanità che chiarisce bene il problema.
Di fronte a questa situazione di oggettiva criticità, dove nessun nutrizionista indipendente può schierarsi a favore del grasso tropicale, è nata l’associazione “Unione italiana per l’olio di palma sostenibile“ supportata da: Ferrero, Unilever, Nestlé e Unigrà, Aidepi, Assitol, Aiipa, ovvero dalla maggior parte dell’industria alimentare italiana. L’associazione ha sborsato diversi milioni di euro per realizzare le diverse pubblicità, nel vano tentativo di convincere gli italiani che l’olio è: buono, naturale e rispettoso delle foreste tropicali! I dati sui consumi però lasciano intravedere un’emorragia di vendite per i prodotti con il palma e questo aspetto preoccupa molto gli industriali.
Ci piace pensare che la nuova serie di pagine pubblicitarie sui giornali sia correlata al successo della nostra petizione su Change.org (oltre 170 mila firme). Concludiamo con una buona notizia. La lista delle aziende e delle catene di supermercati che hanno deciso di togliere il palma dai biscotti si è allungata. Dopo Plasmon e Carrefour, adesso l’elenco comprende Esselunga che ha praticamente riformulato le ricette dei biscotti togliendo l’olio tropicale.
Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
spero vivamente che abbiano speso questi soldi invano!
no stanno continuando! su molti siti di sondaggi retribuiti sono usciti molti sondaggi su questo argomento!!
Sento sempre dire che l’olio di palma fa male solo se c’è l’accumulo, ma tale olio c’è DAPPERTUTTO quindi l’accumulo c’è eccome, per forza, IN TUTTE LE GRANDI MARCHE. Si comincia al mattino con i biscotti, le brioches snacks, si continua con i DADI (!!), I CIBI GIA’ PRONTI (AMADORI, AIA), I SURGELATI (FINDUS!!), la pasta sfoglia e frolla di tutte le marche (anche Esselunga, Simply), I GELATI!! Tutti i gelati delle grandi marche. Le patatine, le focaccine, le fette biscottate… insomma sono pochi i prodotti che non lo contengono quindi è impossibile non avere l’accumulo. Non capisco come mai non venga ancora proibito. Ma certo, troppi interessi.
Grazie per tutto ciò che scrivete, ho scoperto il vostro sito solo oggi per caso e invece dovreste publicizzarlo!!
Purtroppo hai ragione.. Ma mentre di tanti prodotti spazzatura possiamo fare a meno e molti possiamo farli a casa, mi fa rabbia che l’olio di palma sia presente nel latte formulato!
Dr. La Pira, è proprio come scrive lei: la frase …non presenta rischi per la salute in una dieta bilanciata… deve valere per TUTTI gli ingredienti, poiché TUTTI presentano aree di potenziale problematicità. Nel caso di sovrappeso od obesità va da sé che una delle misure da adottare può essere la riduzione dei grassi saturi qualora ci siano evidenze di un loro eccesso nella dieta. Detto questo, si otterrebbe lo stesso risultato riducendo il consumo di latte e/o yogurt e/o formaggi e/o insaccati e/o burro e/o olio di oliva senza – è una provocazione 🙂 – ridurre l’olio di palma. Dopo tutto, circa l’80% dei grassi saturi assunti nella nostra alimentazione NON sono dovuti all’olio di palma. Rispetto al quale, come sostenuto dall’ ISS nel suo recente documento, non esistono lavori scientifici che riportino di suoi componenti che possano determinare effetti dannosi sulla salute, fatto salvo il contenuto di grassi saturi, peraltro comune a tutte le merceologie da me elencate (ma non solo).
Bisogna solo scegliere, nel latte, nel formaggio, nei salumi, nella carne il grasso saturo è naturalmente presente e non si può cambiare, nei biscotti, nelle merendine, ecc. si può usare un grasso diverso dal palma e così ridurre la percentule di saturi. Lo dice anche l’ISS
Ed io che ero convinto di mangiare sano comprando le fette biscottate panmonviso, il BISCOTTO DELLA SALUTE! 6 fette 6 grammi! Ecco perché mi cresce il grasso sulla pancia!
Il problema è che tutti sappiamo che formaggio e salumi sono grassi e siamo portati a consumarli con moderazione. I prodotti “dietetici” per diabetici, celiachi, ipertesi ipercolesterolo etc sono fatti con olio di palma. Ma non essendo visibile e avendo la percezione di prodotti “sani” si è portati a consumarne di più. Risultato mangiamo magari due fette di salame con un pacchetto di crackers all’olio, facciamo colazione con latte di soia con 6 biscotti all’olio, mangiamo una torta salata con verdure e nella pasta c’è l’olio… Mangiamo un gelato di soia e ci troviamo dentro l’olio di cocco (diretto cugino della palma).
Risultato ci siamo riempiti lo stomaco di grassi saturi senza vederli e diamo la colpa alle due povere fette di salame!
io sapevo che l’olio di cocco è sano rispetto a quello di palma. non sono sicura dell’impatto ambientale ma pensavo fossero colture preesistenti. Ci dobbiamo preoccupare anche dell’olio di cocco?
Per quel che può valere…
https://it.wikipedia.org/wiki/Olio_di_cocco
Perché non si sceglie una catena di supermercati alla volta e la si sommerge di messaggi dove si chiede di avere prodotti free olio di palma?
Salve, dr. La Pira,
premesso che condivido in generale quanto scritto nel suo articolo e che stimo il suo lavoro, credo che la frase:
“mangiano probabilmente ogni giorno migliaia di prodotti che contengono olio di palma, anche perché in molti supermercati non ci sono prodotti palma free”
possa essere rivista.
Anche ingozzandosi da mattina a sera, difficile che una persona mangi in un giorno migliaia di prodotti.
E gran parte dei reparti frutta e verdura è piena di prodotti privi di olio di palma, come sono anche l’olio d’oliva, il vino ecc.
Lasciamo agli spot pubblicitari certe iperboli!
Credo che per essere efficace un articolo divulgativo debba adottare una scrittura il più possibile chiara e precisa.
Capisco che debba sottostare a ritmi di lavoro incalzanti: la mia è tutt’altro che una critica, solo un piccolo, personale tentativo di rendermi utile.
Grazie
Critica accolta e testo modificato
Vorrei segnalare che una catena locale di supermercati (in Trentino- A. Adige) vende i nuovi prodotti della COLUSSI privi di olio di palma e che utilizzano inoltre farina tipo 2, sono buonissimi e costano come gli altri!
Gentile Tiziana, La Colussi ha recentemente rinnovato tutta la gamma. Qui un approfondimento: http://www.ilfattoalimentare.it/colussi-via-olio-di-palma-biscotti.html
sì, da noi sono stati introdotti da poco, li ho assaggiati e sono buonissimi; probabilmente il super non si aspettava un riscontro così grande, xché la settimana successiva le scorte erano esaurite..meglio così, quale miglior dimostrazione? d’altra parte in A. Adige siamo più avanti con le scelte di salute, è risaputo (comunque l’involucro non è completamente riciclabile, come dicono).
Carrefour avrà anche deciso di togliere l’olio di palma dai biscotti (suppongo di quelli prodotti a suo nome) ma la lista dei suoi prodotti (cioè a marchio Carrefour) con uso di olio di palma temo sia lunga. L’altro giorno controllavo le margarine e quella di Carrefour la contiene con tanto di dicitura in cui Carrefour si proclama orgogliosa di dire che utilizza olio di palma sostenibile…
L’olio di palma non lo assumiamo solo con i prodotti in vendita nei vari supermercati ma anche e soprattutto quando mangiamo prodotti di fast-food, tavole calde, ristoranti ecc. dove le fritture vengono fatte utilizzando olio di palma e, in questi casi, l’assunzione diretta di tale olio è certamente superiore a quella fatta consumando biscotti, merendine crackers, ecc.
segnalo, ai golosi di cioccolato spalmabile tipo nutella, che nei super ed ipercoop vi si trova cioccolato spalmabile con olio di girasole. La nuova formulazione a mio modesto parere ha reso il prodotto più buono. E per ultimo il prodotto è della linea solidal. Mi sembra un buon inizio dalla catena leader nazionale.
Ma poi, quando mai i biscotti, torte e dolci, creme ecc, venivano fatte con l olio di palma? Il grasso naturale e molto migliore che veniva usato da sempre era il burro.
Ma ovviamente costa troppo per l aziende industriali dolciarie e ci avvelenano con l olio di palma!
Ad esempio, vi rendete conto che i primi due ingredienti della Nutella ‘ la famosa crema alle nocciole e cacao, in ordine di quantità sono zucchero e olio di palma? Ci sono così tante altre creme alla nocciola davvero fatte con le nocciole ma la gente continua a comprarla! Mah! Forza del marketing!
Sono andata da Bio natura sperando di avere prodotti free olio di palma ed invece ho constatato che ce n’erano parecchi con olio di cocco palma ma naturalmente biologici. Vatti a fidare! Ovviamente ho passato molto tempo a scegliere prodotti apparentemente sani
Credo che la fantasiosa definizione di “Stati canaglia” appioppata dagli americani per motivi politici a Paesi più o meno minacciosi (verso i loro interessi), vada estesa PER MOTIVI ECONOMICI a tutti quegli Stati che consentono la deforestazione ed il criminale sfruttamento intensivo di terre agricole, fiumi e oceani per esclusivo interesse della corruzione globale. Ora, sotto i riflettori c’è l’Indonesia ma non vanno dimenticati i disastri ambientali attuati in Brasile, Congo, Nigeria ecc.
Claudio Buttura