olio di palma

olio di palmaPepsiCo e Nestlé hanno annunciato di aver interrotto i rapporti con un loro fornitore indonesiano di olio di palma, IndoAgri, succursale del gruppo alimentare IndoFood, quotato alla Borsa di Singapore. Nel gennaio 2017 PepsiCo aveva interrotto le forniture dirette di olio di palma da parte di IndoAgri, a causa delle preoccupazioni legate alle accuse  di deforestazione e violazione dei diritti umani e dei lavoratori nei confronti del fornitore indonesiano. Lo scorso mese, PepsiCo ha deciso di interrompere anche le forniture indirette di olio di palma attraverso altri suoi fornitori, che si approvvigionano da IndoAgri.

Infatti, la compagnia indonesiana aderisce alla Tavola rotonda per l’olio di palma sostenibile (RSPO), che però da oltre due anni sta esaminando le accuse rivolte a IndoAgri, senza arrivare ad alcuna conclusione. In questa situazione, PepsiCo ha deciso di sospendere, oltre alle forniture dirette, anche quelle indirette. Nestlé, invece, ha dichiarato di aver interrotto i rapporti di fornitura con IndoFood dal mese scorso, adducendo ragioni commerciali ma inserendo la notizia nella pagina sull’acquisto di olio di palma sostenibile.

Tutto nasce dal dossier The Human Cost of Conflict Palm Oil: Indofood, PepsiCo’s Hidden Link to Worker Exploitation in Indonesia, pubblicato nel giugno 2016 da Indonesian Labour Rights Association, Rainforest Action Network e International Labour Rights Forum. Il rapporto documentava situazioni di lavoro forzato, condizioni di lavoro pericolose e bassi compensi in alcune piantagioni di palma da olio di IndoFood nell’isola di Sumatra.

A queste accuse sui diritti dei lavoratori, nel corso degli anni se ne sono aggiunte altre, da parte di diverse Ong, che denunciano le attività di deforestazione nella coltivazione delle palme da olio da parte del Salim Group, una delle maggiori società indonesiane, di cui IndoFood fa parte. A fine 2016, per esempio, Greenpeace accusò HSBC, la più grande banca d’Europa con sede centrale nel Regno Unito, di finanziare alcune delle più distruttive società del settore, tra cui il Gruppo Salim/Indofood, che producono olio di palma a discapito di vaste aree di foresta pluviale indonesiana.

La decisione è un forte richiamo al certiicatore RSPO: non può continuare a certificare come sostenibili gli abusi sul lavoro

RSPO è oggetto di molte critiche per la sua incapacità di bloccare la deforestazione in corso in Malesia e Indonesia, e di reprimere i suoi membri responsabili di danni ecologici e violazioni dei diritti umani nelle loro catene di approvvigionamento. Come riporta Eco-Business, secondo Robin Averbeck, direttore delle campagne di Rainforest Action Network nel settore dell’agribusiness, il fatto che così tante aziende, come PepsiCo e Nestlé, si stiano muovendo prima della RSPO “dovrebbe costituire un forte richiamo al certificatore, che non può continuare a certificare come sostenibili gli abusi sul lavoro di IndoFood”.

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Raart
Raart
11 Ottobre 2018 17:10

Dovremmo quindi dedurre che la colpa della deforestazione di quei paesi sia a carico loro, non di chi acquista il loro olio.
Daccordo, continuiamo a non comprare i biscotti contenenti qualche goccia di olio di palma mentre soddisfatti della nostra bravura di consumatori vigili spalmiamo a cucchiaiate quella nota squisitezza italiana fatta principalmente proprio di quell’olio, un po’ di zucchero, qualche grammo di nocciole e cacao…
Siamo proprio degli ipocriti.

Filippo
Filippo
Reply to  Raart
12 Ottobre 2018 15:29

Né gli uni (biscotti), né l’altra (la crema spalmabile)…

Anacleto
Anacleto
Reply to  Raart
17 Ottobre 2018 08:19

In realtà la nota crema spalmabile è composta quasi unicamente da zucchero, un pò di olio di palma, poche nocciole e cacao. Comunque la certificazione RSPO è solida e quanto accaduto lo dimostra.

Salvatore
Salvatore
Reply to  Raart
28 Ottobre 2018 22:35

Per Anacleto. La nota crema spalmabile contiene il 57% di zucchero e il 19% di olio di palma, che non è un po’

ezio
ezio
11 Ottobre 2018 17:34

Quando un’agenzia di certificazione di sostenibilità certifica produttori e prodotti non sostenibili, diventa un’agenzia inattendibile ed insostenibile essa stessa, anche per chi continua a riconoscerla ed a vantare che i suoi fornitori sono certificati. Da chi è inattendibile ed insostenibile?

luca fallavena
luca fallavena
16 Ottobre 2018 06:26

Io leggo sempre l etichetta e se solo compare la parola,palma,palmisto,margarina,non lo compro.
Ok?

gnampolo
gnampolo
Reply to  luca fallavena
17 Ottobre 2018 00:33

pure io, boicottare boicottare e boicottare.
purtroppo non basta, perché il palma viene usato anche in altri settori dove poco o nulla può fare il comune cittadino, ma è comunque una battaglia da portare avanti e da diffondere a più gente possibile.

GIANCARLO
GIANCARLO
28 Ottobre 2018 07:19

Io non ho mai acquistato la famosa crema spalmabile, per la pubblicità che fa credere che credono che gli ingredienti siano naturali…Altre marche note, arrivano al 45% di nocciole nel loro prodotto, al contrario della piu’ famosa che ne ha meno della meta’..

Filippo SMRIGLIO
Filippo SMRIGLIO
30 Ottobre 2018 11:01

Attenzione alle trappole: Ho trovato su un prodotto (di cui purtroppo non ricordo il nome, ma forse patatine) scritto bene a grandi lettere “all’olio di oliva” e poi nell’etichetta e, nell’ordine, prima di quello di oliva, “olio di palma”.