olio di palma

olio di palmaConsiderando che la situazione in Italia non è poi così diversa, vuol dire che i consumi rilevati dall’Inran nel 2005-06  (3,4 g di grassi saturi al giorno attraverso i dolci, che arrivano a 6 g per i giovani) se vengono rapportati  ai nostri giorni rappresentano un apporto elevato con inevitabili risvolti negativi per la salute dei ragazzi (leggi approfondimento). In assenza di questi elementi i buoni consigli del Crea risultano talmente generici da fare il gioco delle aziende, che hanno investito 55 mila euro in un programma volto a convincere i direttori dei giornali, dei siti e i nutrizionisti a scrivere articoli favorevoli all’olio di palma. Per onor di cronaca stiamo parlando delle stesse aziende che per trenta anni hanno tenuto nascosto dall’elenco degli ingredienti l’olio tropicale considerandolo un grasso impresentabile.

La petizione de Il Fatto Alimentare e Great Italian Food Trade contro l’invasione del palma ha raccolto 155 mila firme, ma non ha come obiettivo la demonizzazione del prodotto come sostengono l’associazione di categoria Aidepi. Il nostro atteggiamento è identico a quello che abbiamo nei confronti del  sale e dello zucchero. Quando scriviamo che gli italiani consumano il doppio di sale e troppo zucchero nessuno rilascia interviste dicendo che si stanno demonizzando questi alimenti. Scrivere che la quantità di olio di palma assunta agli italiani è esagerata (essendo un ingrediente presente in migliaia di prodotti  proprio come il sale e lo zucchero) e che fa male alla salute, non va bene perché disturba la lobby dei produttori e dei nutrizionisti loro amici e allora si  parla di demonizzazione.

petizione olio palma
La petizione de Il Fatto Alimentare e Great Italian Food Trade contro l’invasione del palma ha raccolto 155 mila firme,

Perché il  Crea fino ad ora non ha fatto nulla per valutare i consumi di palma e fornire una valutazione del rischio? L’unico cruccio di questo ente di ricerca sembra quello di non allarmare i consumatori, di dispensare consigli banali e di attaccare la nostra campagna con motivazioni pretestuose. A Laura Rossi  ricordiamo che di solito il palma viene sostituito con mais, girasole, oliva, cocco o con il burro mentre raramente si usa l’extra vergine di oliva. In ogni caso la sostituzione non necessità l’aggiunta di “additivi più dannosi” come sostiene nell’intervista.

 

magliette palma(*)  Insomma fare la guerra a questo alimento dal punto di vista nutrizionale o salutistico non ha senso. “L’olio di palma – spiega Rossi – come tutti i grassi saturi può avere un impatto negativo sulla salute soprattutto di cuore e vasi sanguigni. Ma esattamente come per gli altri grassi saturi il segreto sta nella moderazione. Per essere chiari – aggiunge la nutrizionista – visto che l’olio di palma si trova nella stragrande maggioranza dei prodotti confezionati, se facciamo colazione con dei biscotti, poi a metà mattinata mangiamo dei cracker e a pranzo mangiamo per esempio prosciutto e melone o una caprese, cibi che naturalmente contengono grassi saturi, abbiamo esaurito la nostra ‘dose’ giornaliera. A merenda quindi dovremo preferire un frutto a un gelato e la sera evitare i formaggi e mangiare magari del pesce. L’alimentazione sana sta nell’alternanza e nella variazione degli alimenti”.

Secondo la nutrizionista insomma “una merendina confezionata, dal punto di vista degli acidi grassi, non è più virtuosa della crostata della mamma solo perché la mamma nell’impasto della crostata ci mette il burro. Altro discorso – spiega Rossi – se sostituiamo l’olio di palma o il burro con l’olio extravergine di oliva. Ma se lo facciamo dobbiamo tenere presente che il sapore e la consistenza cambiano e questo, se fatto dalle industrie alimentari può comportare la necessità di ricorrere ad additivi per correggere il sapore che, in alcuni casi potrebbero essere più dannosi”.

Parlare di olio di palma a tavola insomma non significa parlare del diavolo. “L’acido palmitico è presente in moltissimi cibi dalle uova alla mozzarella di bufala fino al latte materno – ricorda la nutrizionista – per questo l’olio di palma è contenuto anche nei latti per neonati, perché è la sostanza che si avvicina di più a quella naturale. I grassi saturi del resto sono essenziali all’accrescimento dei bambini e la composizione di questi alimenti è accuratamente controllata e certificata. Fare campagne funzionali a difendere posizioni ideologiche è pericoloso e scorretto soprattutto quando si parla di alimentazione per l’infanzia, l’alimentazione non è basata sull’ideologia ma su dati esatti”.

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chiara
5 Agosto 2015 19:56

Non c’è nessun alimento che, da solo, si possa dire responsabile di malattie o di salute. Nessun alimento veleno, nessun alimento medicina. Ma è sacrosanto aprire gli occhi dei consumatori sul fatto che olio di palma, olio di cocco, olio di karatè e in generale tutti i grassi VEGETALI tropicali hanno un profilo nutrizionale peggiore di grassi ANIMALI come burro e strutto. Per moltissimi CIBO VEGETALE è sinonimo di salutare e CIBO ANIMALE è sinonimo di infarto o cancro. Cosa succederebbe se improvvisamente su tutte le etichette apparisse lo strutto anziché l’olio di palma? dal punto di vista nutrizionale sarebbe MEGLIO! ma molti penserebbero di farsi del male. Se da domani invece l’olio di palma venisse sostituito con l’olio di cocco, sarebbe una soluzione decisamente peggiore (tra l’altro già adottata da cibi pseudo salutari come la RICOLA ALLA LIQUIRIZIA che contiene olio di cocco idrogenato!!).
Ma questa battaglia, giusta, è solo l’inizio. Il bello sta nell’aiutare l’industria a creare prodotti NON SOLO senza olio di palma ma con quell’equilibrio nutrizionale che li renda veramente benefici. Come dovrebbe essere a vostro parere un croissant per la colazione per poter dire che fa bene alla salute?

Andrea Ricci
Andrea Ricci
6 Agosto 2015 00:20

Come consumatore non mi interessa l’aspetto nutrizionale ma politico: non mangio nulla che sia stato fatto con grassi diversi da prodotti naturali della nostra cultura e della nostra terra, cioè burro e olio di oliva. Così l’uomo mangia da millenni e così sostiene la sua agricoltura.

marco ciccone
marco ciccone
Reply to  Andrea Ricci
6 Agosto 2015 09:39

leggo che la discussione riscuote molto interesse, per cui cerco di apportare anche il mio punto di vista
mi sembra di intendere che da alcune parti si cerchi di sdoganare l’olio di palma (guarda a caso dopo che l’UE ha finalmente introdotto l’etichettatura obbligatoria) cercando di infondere nell’opinione pubblica che comunque non fa più male del burro.
Dimentichiamoci per un attimo (sigh!!!) dello scempio delle foreste primarie che almeno due paesi (Malaysia e Indonesia) stanno compiendo per fare spazio a queste coltivazioni, e ragioniamo sul fatto di quanto ognuno di noi nella propria cucina fa uso di “burro consapevolmente”, cioè direttamente nelle pietanze … beh, credo poco no ? Ormai si conoscono le negatività portate da un uso eccessivo (es.colesterolo) quindi perchè sostituirlo con qualcosa di peggiore ?
E “incosapelvomente” ? beh, ormai la stragrande maggioranza dei prodotti industriali contiene olio di palma, per cui è chiaro che è entrato su larga scala nella maggior parte delle case. Quindi se faceva male un uso eccessivo di burro, cosa ne consegue ora con l’uso di un prodotto che è solo notevolmente più economico ?

Beh, qui si apre un mondo, dove le aziende alimentari ci marciano, visto che la lora forturna si basa sul fatto il loro pubblico comprerebbe qualsiasi cosa che trovino in offerta sullo scaffale, che ignorano l’esistenza e differenza di oli vegetali/animali.

La conclusione è che dovremmo tapparci il naso ? NO !
Credo che la nicchia dei Consumatori Consapevoli, non sia così piccola. Credo che la capacità e la voglia di scegliere non ce la possa togliere nessuno. Certo spesso certe leggi non ci aiutano, però perchè arrendersi e fermarsi ?
Come ? Preferendo il più possibile prodotti freschi a quelli confezionati, meglio se di filiera corta (ometto appositamente il termine biologico, così i detrattarori non abbiano da aggiungere che costano di più). E poi al supermercato (ci sono, nascoste ma ci sono) guardare quelle marche che usano oli vegetali come girasole/oliva/soia etc etc
E’ vero è faticoso lo ammetto, però almeno io lo faccio con piacere
Buona discussione e soprattutto buona SCELTA

BO
BO
7 Agosto 2015 11:04

Chissà come mai l’articolo non cita mai che la FRANCIA è il più grande produttore di olio di colza europeo e che guarda caso è sempre il loro parametro di riferiemnto di olio vegetale in confronto all’olio di palma, per non parlare del burro che è il diretto sostituto per grassi saturi in prodotti da forno industriali di cui la Francia è sempre il primo produttore e consumatore. Non ci vedete nulla di strano?

Roberto
Roberto
10 Agosto 2015 13:05

Buongiorno, e complimenti per gli argomenti trattati, tutti importantissimi e molto interessanti.
Relativamente all’olio di palma, credo che ognuno di noi, leggendo ed informandosi, si sia reso conto dei danni che il suo consumo determina a livello salutistico, ed anche di quelli ambientali causati dalla coltivazione della palma. Purtroppo però, e sottolineo purtroppo, si tratta di una goccia nel mare, rispetto alla situazione generale. Come avete sottolineato già in precedenti articoli, non dimentichiamo ad esempio gli effetti cancerogeni dei nitriti, da quanto leggo, provati da ricerche effettuate, (utilizzati nella preparazione di molti prodotti alimentari, come insaccati, wurstel, ecc), di come vengono ottenuti molti addensanti/emulsionanti degli acidi grassi di origine animale presenti in molte preparazioni alimentari (se in etichetta non è specificato che sono di origine vegetale, hanno un’origine animale), di come viene ottenuta la vanillina utilizzata in molti dolci, che risulta in gran parte di origine sintetica (una fonte industriale di vanillina sono gli scarti solforici dell’industria della carta), della carne separata meccanicamente, ecc. Potrei citare moltissimi altri casi. Ovvio che in questa situazione, occorre che il consumatore “cresca” ed aumenti le proprie conoscenze, valutando con attenzione tutto quanto gli viene comunicato dai diversi mass media, e cresca anche la sua capacità di alimentarsi, raggiungendo un giusto equilibrio.

francesco maria mantero
francesco maria mantero
10 Agosto 2015 16:36

chissenefrega se non fa più male del burro! le coltivazioni di palma da olio stanno devastando le ultime foreste, spostando interi popoli, distruggendo la biodiversità e il clima e non ci preoccupiamo del colesterolo!

Beppe
Beppe
10 Agosto 2015 17:29

Ragazzi, è bello leggere e informarsi su quanto può essere salutare o dannoso per la nostra salute, ma poi alla fine si deve anche arrivare al punto, quale? Il punto è che nelle famiglie normali, come la maggioranza, per arrivare alla fine del mese e per consentire a tutti i componenti di mangiare ogni giorno a colazione, pranzo e cena, si è costretti a non guardare le etichette con l’attenzione dovuta, per vedere se c’è l’olio di palma o di cocco, se la separazione è meccanica o no, se l’olio di oliva costa 3 euro ma dovrebbe costare almeno 7 e……via discorrendo, ma si cercano gli sconti che i vari supermercati fanno, per far si di acquistare quello che serve per i pasti mensili di tutti i componenti delle famiglie!!! Certo la mancanza di soldi potrebbe essere vista anche come una ricchezza perché tanti vizi, tanti alimenti, non si possono acquistare a prescindere…….Una riflessione per tutti

Giampaolo
Giampaolo
17 Agosto 2015 14:41

Att. Controllato ieri 16/08/2015 i biscotti col marchio carrefour contengono ancora olio di palma verificate etichetta
Grazie