Oil palm fruit and cooking oil
petizione olio di palma
La campagna contro l’invasione dell’olio di palma è stata un grande successo

La campagna contro l’invasione dell’olio di palma è stata un grande successo perché abbiamo superato le 74 mila firme (leggi testo della petizione). L’iniziativa ha suscitato diverse reazioni sia da parte degli addetti ai lavori, sia da parte di alcuni nutrizionisti e anche di numerosi lettori.

 

L’olio di palma a dispetto del nome è una materia grassa commercializzata soprattutto in forma solida come il burro e le margarine e proprio grazie a questa sua caratteristica è diventato l’ingrediente principale in quasi tutti i prodotti da forno. Il costo estremamente conveniente e le critiche fatte agli acidi grassi trans contenuti nelle margarine hanno facilitato e accelerato questa scelta a livello industriale. Tutto ciò però non ha modificato il giudizio dei nutrizionisti che hanno sempre considerato il grasso di palma una materia prima di mediocre qualità per l’eccessiva presenza di acidi grassi saturi proprio come il burro (vedi tabella). Per questo motivo le aziende hanno preferito mascherarne la presenza del palma dietro la parola grassi e/o oli vegetali fino al 13 dicembre 2014, data prevista dalla norma europea per indicarne chiaramente la presenza in etichetta.

tab grassi oli saturi
Tabella di composizione dei diversi acidi grassi confrontati con il burro

Per rendersi conto di questo atteggiamento basta dire che per anni l’ingrediente misterioso della Nutella è stato l’olio di palma, con una presenza di almeno il 15% se non oltre. Nonostante ciò Ferrero non ha mai indicato questo ingrediente sulla confezione. Perché tanti misteri? Perché sulle etichette di diverse aziende si trovano sempre le diciture riferite all’olio di mais e girasole e non quelle del grasso di palma, palmisto, cocco e colza? La risposta è semplice: non gode di una buona fama né tra i nutrizionisti né tra i consumatori.

 

Dark Chocolate Hazelnut Butter Spread
Per anni l’ingrediente misterioso della Nutella è stato l’olio di palma

Il palma ha una versatilità e una funzionalità simile a quella del burro e costa quattro volte di meno. Fino a pochi anni fa il prezzo era inferiore anche rispetto al girasole e al mais e questo aspetto ne ha favorito il grande successo in campo alimentare, diventato ormai un’invasione visto che si trova in almeno 15 categorie di prodotti (vedi tabella in basso). Per capire qual è la reputazione del palma, basta dire che i prodotti da forno di alta qualità come il panettone e la colomba non possono utilizzarlo, proprio per evitare uno scadimento e uno svilimento qualitativo. D’altro canto la scelta dalle aziende più attente alla qualità e al profilo nutrizionale dei prodotti da forno è quella di impiegare: burro, olio di girasole, burro di cacao, di mais e anche extravergine di oliva per dolci, snack e merendine.

 

Una delle critiche rivolte al sito è che se togliamo l’olio di palma, come viene chiesto nella petizione, le aziende utilizzeranno altri grassi uguali o peggiori ricordando le margarine e gli acidi grassi trans ritenuti dannosi per la salute. Altri hanno scritto sostenendo che biscotti e prodotti da forno senza il palma sono cattivi. Questa considerazione valida in linea di principio si scontra con una realtà inconfutabile, la presenza sul mercato di oltre 100 biscotti, 40 tra grissini, cracker, snack salati, 30 merendine e 20 creme alla nocciola senza il palma. Nella lunga lista troviamo anche una merendina Ferrero (Brioss ciliegia e cereali), mentre Mulino Bianco che utilizza praticamente solo palma propone una merendina (Camille) e un cracker senza grassi tropicali. Il problema di come sostituire il palma quindi non esiste, perché nella stragrande maggioranza dei casi si possono usare altre materie prime come il mais e il girasole e modificando leggermente le ricette si ottengono prodotti di pari livello.

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Alessandro
Alessandro
17 Dicembre 2014 17:31

Questo passaggio non mi è chiaro: perchè dire “Se una persona sceglie di non mangiare burro perché ritiene che faccia male, perché dovrebbe assumere, una quantità identica di palma senza saperlo, visto che presenta le stesse perplessità?”, dal momento che dal 13 dicembre nessuno può più dire di non saperlo?? Ancora una volta trovo l’iniziativa del Fatto Alimentare fuori tempo, così come la crociata contro gli snack alle casse: i grandi marchi stanno lasciando il palma perchè non ha buon nome e con la nuova normativa sarebbero obbligati a indicarlo. Questo è il motivo. In questo scenario che senso ha la petizione? Avrebbe avuto senso quando l’indicazione del palma si poteva omettere, allora sì, non adesso che tutti saranno obbligati a scriverlo e di conseguenza molti a lasciarlo! Ora ci si dovrebbe battere contro i grassi saturi come categoria, visto che è lì che sta il problema…
L’altra cosa che mi lascia perplesso è che, se la dieta della singola persona porta ad assumere una quantità eccessiva di grassi saturi il problema sta a monte, ossia nella dieta sbagliata!! Che senso ha fregarsene della propria dieta e poi prendersela con gli ingredienti utilizzati da chi i prodotti li realizza…
Se uno ci tiene alla propria salute, va da un bravo nutrizionista e si fa insegnare come e cosa mangiare…e il palma non lo vede nemmeno di striscio…Io so benissimo come evitare grassi saturi nella mia dieta, come sono altrettanto consapevole delle volte in cui non li sto evitando. E non perchè abbia i poteri, ma perchè mi sono posto il problema della mia salute. Se invece uno se ne disinteressa…è sempre lì il discorso: si perdono settimane a studiare le specifiche dei cellulari ultimo modello e non si vuole perdere un minuto per leggere un’etichetta…

Giovanni
Giovanni
Reply to  Alessandro
19 Dicembre 2014 17:01

io condivido una parte del tuo discorso Alessando, e cioè quando dici che “se la dieta della singola persona porta ad assumere una quantità eccessiva di grassi saturi il problema sta a monte, ossia nella dieta sbagliata!!”
le cose che cono scritte nell’articolo relative al calcolo dell’apporto di grassi mi lasciano un po perplesso, certo che se la giornata è fatta di biscotti, cotolette prefritte e brioche c’è un problema, ma non per il palma, per l’alimentazione.
Quello che però la redazione de Il Fatto Alimentare ha tentato di fare è rendere chiaro che il problema non è l’olio di palma in se, ma il fato che sia nascosto in cosi tanti prodotti che è come se, SENZA SAPERLO, ti mangiassi un panetto di burro.

Sophia
Sophia
18 Dicembre 2014 17:57

Ottima petizione e articolo! Condivido in pieno!

Anche se ora è obbligatorio scrivere di che olie grassi si tratti tante, troppe persone non leggono gli ingredienti e non fanno due semplici calcoli per rendersi conto di quanti grassi saturi mangiano
I peggiori sono quelli che non ingrassando pensano di poter mangaire tutto senza problemi.

emma
emma
18 Dicembre 2014 20:14

Non mangerò più la nutella se contiene l’olio di palma

emma
emma
18 Dicembre 2014 20:17

Non mangerò più la nutella se contiene l’olio di palma, anche perchè Ferrero ha il
monopolio della raccolta delle nocciole in Turchia

piergiorgio
piergiorgio
22 Dicembre 2014 10:35

Personalmente apprezzo molto questa testata per il lavoro informatiìvo a 360 gradi su tutto ciò che attiene l’alimentazione, così come, al contrario, non mi trovo mai d’accordo con le campagne-crociate che appassionano i più, come questa sull’olio di palma o quella precedente sull’esposizione degli snack all’uscita dei supermercati.
Sono già intervenuto su questi argomenti in altre occasioni e ribadisco che, personalmente, preferisco sempre la consapevolezza ed il libero arbitrio alla norma che vieta.
C’è una cosa che però continua a sfuggirmi, nonostante le chiare motivazioni espresse nell’articolo, ed è il perchè di tutto questo, relativamente recente, accanimento contro l’olio di palma e dove si vuole andare a parare.
Certamente dal punto di vista nutrizionale è quel che è, e, sicuramente, come è stato ben evidenziato, compare con estrema monotonia nei prodotti presenti sul mercato (dove però non mancano le alternative).
Ma che senso ha cercare di voler indurre l’industria a sostituirlo con altro ? Ci aspettiamo che improvvisamente venga riscoperto il burro di panna, o piuttosto che verrà trovato un prodotto e/o un procedimento, a basso costo, che cercherà di sostituire, in peggio, il grasso di palma ? (che in fin dei conti come proprietà meccaniche ed organolettiche è ancora meglio di altri possibili sostituti). Son forse preferibili i processi di idrogenazione di oli più blasonati da scrivere in etichetta ?
Molti portano avanti la battglia contro la deforestazione. Condivido in linea di principio…ci mancherebbe. Però mi piacerebbe leggere (è una richiesta)un pò di dati a proposito, per esempio in termini quantitativi, la crescita della produzione negli ultimi decenni, o quanto del prodotto viene destinato al settore alimentare e quanto alla produzione di ‘bio-carburante’, tanto per fare un’ulteriore riflessione.
Saluti.

piergiorgio
piergiorgio
Reply to  piergiorgio
23 Dicembre 2014 11:22

Sig. La Pira, grazie per la risposta, ma non mi confonda per uno strenuo difensore dell’olio di palma, non lo sono. Anch’io a colazione preferisco il burro che mi spalmo sul mio pane e l’olio di palma se posso lo evito. Ma non è questo il punto.
E’ che, per mia deformazione mentale, quando vedo una maggioranza compattarsi in una posizione radicale, mi aumentano i dubbi.
Rispetto alla “battaglia ambientale legata alla questione della distruzione delle foreste” mi vengono in mente una serie di obiezioni: ad esempio, assodato che la produzione di grasso di palma costituisca un buon reddito per i coltivatori locali, si potrebbe far pressione che, piuttosto che venga bandito l’uso del grasso, venga invece richiesto e dichiarato in etichetta l’uso del grasso certificato come produzione sostenibile.
Un’altra argomentazione che potrebbe generare dubbi sulla ‘bontà della campagna contro’ è che questo tipo di coltivazione ha un alto rendimento rispetto ad altre, nel senso che consuma meno suolo: per fare un esempio, se si dovessero sostituire le coltivazioni di palma con girasole, a parità di quantitativo di grasso prodotto, si provocherebbe un consumo doppio di terreno, quindi non so se sarebbe un buon risultato dal punto di vista della tutela dell’ambiente, oltre che del palato, far colazione con biscotti all’olio di girasole.
Con tutto il rispetto per il vostro modo di far giornalismo, che per altro apprezzo molto, penso che queste ‘crociate’ che pagano dal punto di vista pubblicitario, nel senso di farsi conoscere, senza connotazioni negative, limitino però l’informazione in maniera unidirezionale e spesso le discussioni, invece che occasione di approfondimento, si riducono a schieramenti ‘favorevoli o contrari’….ma forse questo è un limite di noi italiani che, di qualsiasi cosa si tratti, ci riduciamo sempre a guelfi o ghibellini.
Saluti

Alessandro
Alessandro
22 Dicembre 2014 12:15

Giovanni, come ho scritto, prima era nascosto ma da più di tre anni si sapeva che da dicembre 2014 non sarebbe stato più possibile nasconderlo!! il “senza saperlo” non può reggere allo stato attuale delle cose!! e per rispondere a Sophia, anche qui, il problema non è il palma, se la gente se ne frega del numero sempre più grande di informazione che può trovare sull’etichetta.
Per questo mi fa sorridere quando qui leggo ogni tanto di persone che vogliono ancora più informazioni sulle etichette, quando la stragrande maggioranza non legge nemmeno quelle base!

giovanni melogli
giovanni melogli
23 Dicembre 2014 18:08

l’educazione alimentare è fondamentale. Insegno dietologia agli allievi infermieri e dedico almeno due lezioni alle etichette e alle problematiche connesse. Ebbene, studenti che all’inizio seguono solo con curiosità ,alla fine dei corsi hanno imparato non solo a leggere le etichette ma a dedicare ad esse alcuni minuti mentre fanno la spesa.
Se si potesse informare anche tutti gli altri ,acquisiremmo una coscienza nutrizionale. Per quanto riguarda l’olio di palma ,più che l’aspetto nutrizionale , credo che se si riflettesse che assaporando una merendina, mi sto divorando mezzo altofusto sempreverde, forse mi porrei il problema.

caterina
caterina
24 Dicembre 2014 15:35

suggerirei agli autori dell’ottimo sito di prestare attenzione ai cereali per la prima colazione la cui composizione è generalmente stupefacente. Dovrebbero essere prodotti salutari per definizione, ma i grassi vegetali imperversano e così il loro omologo nel campo degli zuccheri, cioè lo sciroppo di glucosio-fruttosio. Anche in questo caso, visto che i maggiori consumatori sono bambini ed adolescenti, si dovrebbe promuovere una maggiore attenzione alla composizione e una maggiore oculatezza nella scelta, in ogni caso veramente difficile.

Raffaele
Raffaele
12 Gennaio 2015 15:28

Dovreste eliminare , dalle liste, gli alimenti contenenti emulsionante E471 ovvero “emulsionanti mono e digliceridi degli acidi grassi”.

Non perchè sono dannosi, ma perche potrebbe esserci Olio di Palma dietro.

E forse è meglio che ci sia Olio di Palma, perche questo emulsionante puo essere prodotto a partire da diversi tipi di olii, anche di PALMA, non meglio conosciuti e , basta fare una ricerca su Alibaba, viene importato da Paesi del sud-est asiatico che fatturano milioni di dollari (controllate su Alibaba) soltanto esportando questa roba qua.

E voi sapete benissimo quanto siano “controllate” certe produzioni.

questo è uno dei link dove potete “acquistare” all’ingrosso
http://www.alibaba.com/emulsifier-e471-manufacturers.html

questo è un altro
http://www.21food.com/product/search_keys-e471-p1.html

http://daecn.en.alibaba.com/product/1261472603-213868606/china_manufacturer_of_food_grade_emulsifier_glyceryl_monostearate_e471_GMS.html

notate che le quantita minime sono TONNELLATE, quindi vuol dire che questi qui spediscono e qualcuno utilizza questa roba.

Perche non alzare l’attenzione su questo prodotto, dietro il quale si puo nascondere davvero qualsiasi cosa?