“OGM, la grande truffa” è il nuovo e-book di Dario Dongo dedicato al business degli organismi geneticamente modificati. Il testo, ricco di fonti e rimandi a studi e analisi, incasella le informazioni che svelano il vero ruolo degli OGM. Il lavoro è frutto della ricerca svolta dall’autore in occasione della partecipazione alla disputa dialettica sugli OGM, organizzata in Expo, nel Palazzo della biodiversità, il 10 luglio scorso. E ripercorre i punti fondamentali per conoscere da vicino il fenomeno OGM.
Nelle prime pagine, l’identikit riepiloga cosa è un organismo geneticamente modificato, secondo le definizioni della FAO (l’agenzia delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) e della Unione europea; dove si trova e quali colture interessa. Il testo illustra poi la portata della minaccia della “Rivoluzione grigio fumo”, vale a dire l’impatto dei pesticidi – business 4 volte più redditizio delle mere sementi GM, alle quali è collegato a stretto giro – sull’ambiente e sulla salute umana. Effetti già evidenti, come l’avvelenamento del suolo e le patologie subite dalle popolazioni esposte a tali sostanze. E, dati alla mano, smentisce il “falso paradigma dell’incremento delle rese”, usato per diffondere le sementi geneticamente modificate.
Il lavoro si conclude con la descrizione dello scenario. I progetti dei colossi del biotech e le iniziative in atto in tutto il mondo per arginarli. Iniziative degne di interesse e partecipazione, auspica Dario Dongo, il quale denuncia la massiccia aggressione all’ambiente e alla salute dell’umanità avviata con la diffusione degli organismi geneticamente modificati.
Il testo, diffuso gratuitamente attraverso il portale Great Italian Food Trade, è proposto dall’autore come uno strumento di informazione, riflessione e lotta. Un volano per creare una massa critica capace di opporsi alla “grande truffa” degli OGM.
La grande truffa è che nessuno si prende la briga di spiegare ai non addetti ai lavori che quotidianamente mangiamo OGM, semplicemente non sono OGM secondo la definizione legale. Se io prendo un milione di semi e li bombardo di raggi elettromagnetici o li tratto con sostanze chimiche mutagene, e poi li vado a testare in campo sperando di trovare una nuova caratteristica utile, ho esattamente creato un OGM. In aggiunta come aggravante vado a selezionare una linea colturale solo per via del fenotipo, senza sapere se ho determinato anche altre modifiche a livello genotipico. Ebbene queste sono le pratiche di miglioramento colturale che applichiamo da decenni, scordatevi gli incroci dei pisellini del buon Mendel.
E’ sacrosanto che ognuno esprima la sua opinione, ma è parimenti importante sapere di cosa si stia parlando.
possibile che siano “identicamente la stessa cosa” ?!? ..questa argomentazione fa parte delle “risposte classiche” ….
in effetti questo bombardamento lascerà qualche traccia “dannosa” cosi come avviene per le colture OGM …nelle quali si rilevano tracce dei pesticidi (vedi Roundup) utilizzati “in combinazione” con tali colture
chissà quale delle due “strade” lascia maggiori “residui nocivi”
chissà quale delle due “strade” aggredisce maggiormente la biodiversità
chissà quale delle due “strade” ha grandi possibilità di creare “nuovi poteri che creano dipendenza-egemonia”
chissà …. chissà …. proviamo a sommare tutti gli effetti …. se fossero elencati tutti
… quale sarebbe “la strada” più utile all’intera umanità … A LUNGO TERMINE?!…
Marco, lei fa parecchia confusione e disinformazione.
Non esistono prodotti geneticamente modificati, tramite qualsiasi tecnica, che presentano dei “residui nocivi” e le tracce di pesticidi si possono rilevare su qualsiasi coltivazione, persino quelle biologiche, in quanto dipendono SOLO dalla tecnica di coltivazione.
Probabilmente lei non sa che praticamente tutto quello che si trova sulla nostra tavola non è stato creato dalla natura così com’è, ma è stato ottenuto con una delle tante tecniche che nel corso degli anni si sono evolute.
Circa 60-70 anni fa, una di queste tecniche era appunto il bombardamento con radiazioni. La pasta che lei mangia è ricavata da un grano ottenuto proprio con tale tecnica.
Oggi esistono delle tecniche molto più efficienti e precise che possono aprire degli scenari incredibilmente vantaggiosi per tutti.
Ovviamente il privato investe tanto in queste tecnologie e produce tanti brevetti perchè ci vede un ritorno economico, ma ci sono anche tanti scienziati e ricercatori che lavorano per un bene comune: ad esempio sono stati realizzati prodotti resistenti a determinati parassiti che, se venissero liberamente utilizzati, aiuterebbero a DIMINUIRE sensibilmente l’utilizzo dei pesticidi.
Nell’ articolo nella mia osservazione non c’entrano i residui. Era semplicemente una riflessione su come ci prendano in giro i magnati del settore agricolo, e di quanto sia ipocrita l’opposizione di coldiretti. Se non ti vanno bene gli ogm, non ti vanno bene in nessuna loro declinazione e accetti come unico metodo di miglioramento colturale la purificazione delle linee e l’incrocio.
Stavo commentando “la parte” relativa alle “selezioni” che sembravano mandare il messaggio “tanto è la stessa cosa” e non sono d’accordo.
Ora leggo la citazione su Coldiretti che non conosco in maniera cosi approfondita e non commento.
Per il resto invece ci, completamente d’accordo
Chiederei al direttore della testata se ritiene interessante avviare una campagna simile a quella relativa all’olio di palma per chiedere che nei prodotti alimentari di origine animale venga indicato l’ “allevamento a base di mangimi OGM”
Se difficile da ottenere a livello europeo , sarebbe già qualcosa , chiederlo ai produttori nazionali
Questa cosa andrò a proporla anche ad altri (vedi Slow food & Co.)
è inaccettabile che si sbandieri tanto il made in italy, l’olio di palma , le varie campagne e alla fine ……li mangiamo lo stesso!!
Occorre trovare solo l’ideologia politica che condivide ….alcune grosse associazioni (vedi Altroconsumo & Co) non sono contrarie a “certi allevamenti di massa” perché non ci sono evidenze scientifiche contrarie (a loro parere) perché poi alla fine “il pianeta dobbiamo nutrirlo” !!!
Io vorrei avere la “libertà” di scegliere, in maniera consapevole
e questa storia sui mangimi “ha stufato” !!!
Grazie per il suggerimento. Forse le può interessare anche questo articolo: http://www.ilfattoalimentare.it/ogm-mangimi-allevamenti.html
Grazie
non ricordavo le percentuali ma ero già “cosciente della questione”.
Al momento… l’unica cosa che può fare il consumatore è rivolgersi a produttori che hanno una produzione di “filiera Made in Italy “
Marco, mi trova d’accordo
Sig. Luigi
la mia non era una “esortazione a” ma solo un messaggio di rassegnazione , almeno per adesso.
Per il resto , vediamo chi tra le tante associazioni/movimenti attivi vorrà seguire questo mio suggerimento.
Purtroppo non si può scegliere solo la “filiera made in” , per motivi economici , per motivi di disponibilità/reperibilità , per scelta/diversificazione (vorrei poter acquistare anche altri prodotti ) , per praticità/disponibilità dell’informazione sui prodotti solitamente disponibili “negli scaffali”
Salve Marco,
non si avvilisca, se non vuole carni alimentate con manigimi OGM, potrebbe apporciare le carni Bio, oppure molti marchi dichiarano già in etichetta in modo volontario l’assenza di OGM nell’alimentazione animale, le faccio alcuni esempi: marchio COOP (li stanno osteggiando da sempre), 10+ Amadori, Famila linea “per te Non OGM”, Il Gigante (pollo), Fileni e anti altri ancora. Basta leggere l’etichetta.
Come sempre il consumatore ha un potere: la scelta; se tutti acquistassimo solo carni di questo tipo (bio o da alimentazione Non OGM), potremmo dare un segnale economico ai magnati dell’agricoltura
Allevo vacche da latte, se da domani in Italia fosse vietato anche il commercio di soia ogm, si dovrà importare non il 40 % di latte e derivati ma molto di più. Per me non sarebbe un problema, macellerò la metà delle mie vacche, passero’ al bio e venderò il latte al doppio del prezzo attuale spero! chi guadagna 1000 euro o anche meno al mese continuerà a mangiare cibi importati come ha sempre fatto. Un avvertimento a chi mangia polenta bio…. Occhio alle aflatossine, il cancerogeno più naturale che esiste. quest’anno i mais ne sono pieni zeppi!
Gentile Mauro, le aflatossine sono un problema serio, e proprio per questo se in un prodotto si superano i limiti imposti dalla legge, questo non può essere immesso sul mercato. Ciò vale per i prodotti bio come per quelli convenzionali.
Appunto, vale sia per i convenzionali che per quelli bio, eppure alla gente viene fatto credere che vale la pena spendere il doppio per acquistare gli ultimi…
Su molte sostanze i limiti fissati per i prodotti biologici sono inferiori rispetto a quelli dei convenzionali.
Vale per prodotti bio e non, ma i prodotti bio non possono essere trattati con antimicotici, quindi più facilmente vanno incontro a problemi di aflatossine se stoccati a parametri non perfetti, non viene mica analizzato ogni lotto di prodotto. In aggiunta le analisi su questi tipi di prodotti (che siano per la ricerca di OGM, micotossine ecc.) come sulle farine presentano forti criticità dal punto di vista del campionamento perché la contaminazione può essere forte ma puntiforme,quindi se i campioni non sono rappresentativi dell’intera partita si rischiano falsi positivi\negativi
grazie “anonimo” , non conoscevo questi prodotti……. io le etichette le leggo SEMPRE …. dipende ovviamente dal fornitore disponibile presso cui si va a fare la spesa…. a quanto pare dove vado io (catena locale ma anche anche grosse catene di distribuzione francesi) non le ho notate “DA ALIMENTAZIONE NON OGM”…
per Mauro…… chi non potrà…… purtroppo continuerà a fare la stessa scelta che fa oggi……. perché dovrei essere forzato inconsapevolmente a fare la stessa scelta anche io?
magari dei miei 1000 euri …… ne uso una parte per tali prodotti anziché camminare con l’ultimo e fiammante cellulare alla moda ……visto che …della generazione 1000 euro ….non mi pare che siano in tanti ad esserne SPROVVISTI !!!