Oggi abbiamo inviato a cento ricercatori e nutrizionisti dell’ex Inran (ora assorbiti all’interno del Cra Nut) questa lettera, sollecitando una presa di posizione contro il conflitto di interessi tra figure di rilievo dello staff dirigente e le aziende alimentari.
Due anni fa Il Fatto Alimentare ha lanciato una petizione online per non fare chiudere l’Inran. Con la stessa sincerità con cui ci siamo spesi allora, difendendo un istituto che abbiamo sempre considerato un valido riferimento scientifico, oggi rivolgiamo un appello a tutti i dipendenti dell’ex Inran (ora assorbiti all’interno del Crea Nut) invitandoli a prendere le distanze dal conflitto di interessi di Andrea Ghiselli e di di altre persone che lavorano con incarichi di rilievo all’interno dell’ente. Questo conflitto di interessi pesa come un macigno sulla credibilità degli esperti e dei ricercatori che lavorano all’interno e mette a rischio anche la validità delle Linee guida per una sana alimentazione che dovrebbero uscire a breve. Il conflitto di interessi tra l’altro contravviene alle regole interne del codice Crea Nut.
Dieci giorni fa abbiamo informato della vicenda anche il commissario di Crea Nut Salvatore Parlato, che ci ha assicurato di voler verificare la situazione ed eventualmente di intervenire per rimuovere le condizioni che hanno determinato possibili errori. Nonostante l’evidente criticità della situazione sino ad ora non c’è stata risposta. Nel frattempo è stata presentata in parlamento sotto forma di interrogazione promossa dal Movimento 5 stelle una richiesta che chiede chiarimenti sul conflitto di interessi di Andrea Ghiselli. Ci appelliamo all’onestà intellettuale e alla buona fede di chi ha fatto il ricercatore da anni prima all’interno dell’Inran e ora nel Crea Nut, invitando a prendere le distanze pubblicamente da situazioni che possono mettere in crisi la credibilità del lavoro e il buon nome dell’ente.