Mentre l’Italia procede spedita lungo la strada dell’etichetta a batteria, un altro paese adotterà ufficialmente il Nutri-Score: il Lussemburgo. La ministra per la Protezione dei consumatori Paulette Lenert, il 12 febbraio, ha annunciato che il Nutri-Score sarà il logo nutrizionale ufficiale del Gran Ducato. Il regolamento per l’implementazione dell’etichetta a semaforo dovrebbe essere pubblicato nel corso del secondo trimestre del 2020 e già da questa primavera inizierà una campagna informativa per i consumatori.
Il Lussemburgo diventa così il sesto paese dell’Unione europea ad aver adottato il Nutri-Score (o aver annunciato l’intenzione di farlo), oltre a Francia, Belgio, Spagna, Germania e Paesi Bassi. In più c’è la Svizzera, dove è raccomandato e sostenuto dal settembre 2019 dall’Usav, l’Ufficio federale della sicurezza alimentare e veterinaria.
Lo stesso giorno anche PepsiCo ha reso noto di aver deciso di adottare il Nutri-Score. Il logo comparirà progressivamente sulle etichette dei prodotti dei marchi della multinazionale già a partire da quest’anno, a partire dai gazpacho Alvalle, le patatine Lay’s, gli snack Bénénuts e i prodotti per la colazione Quaker Oats. Entro la fine del 2021, il Nutri-Score sarà presente su 350 referenze dei marchi PepsiCo venduti sul mercato francese.
Nel dicembre 2018, PepsiCo aveva annunciato l’intenzione di utilizzare le etichette a semaforo britanniche su tutti i prodotti venduti in Europa. La decisione era arrivata all’indomani del fallimento dell’Evolved Nutrition Label, il progetto di etichettatura nutrizionale semplificata condiviso con Coca-Cola, Nestlè, Mondelēz, Unilever e Mars, naufragato per la mancanza di consenso sulle dimensioni delle porzioni che dovevano essere alla base del nuovo sistema.
Adesso si registra un nuovo cambio di rotta, con l’adozione del Nutri-Score, il logo a cinque colori e cinque lettere – dalla A verde alla E rossa – che le aziende possono aggiungere volontariamente nella parte frontale delle confezioni. Nel sistema francese, ogni prodotto riceve un colore in base al contenuto di zuccheri, grassi saturi, sale e calorie (da limitare) e di fibre, frutta, frutta secca e verdura, e proteine (positivi).
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
E niente, l’etichetta semaforo piace sempre di più ai paesi che hanno non hanno prodotti tradizionali, e alle grandi industrie che già hanno da tempo hanno pianificato come ingannarla per ottenere il semaforino verde sostituendo gli ingredienti incriminati con complesse combinazioni di altri componenti, andando sempre di più verso eleboratissimi prodotti con elenchi chilometrici di ingredienti che tanto più nessuno leggerà, visto che c’è il semaforino.
Per fortuna per una volta l’Italia sembra seriamente intenzionata a non cadere nella trappola e ad adottare invece l’etichetta a batteria, i cui difetti (rimediabilissimi) sono solo l’uniformità del colore e la mancanza di uniformità della porzione di riferimento, colorandola “a semaforo” (indispensabile! risparmia al consumatore almeno cinque secondi di attenzione a cosa compra!), e imponendo ai produttori di riferirla a 100 grammi di prodotto per uniformarla seriamente.
Mauro
Peccato che l’etichetta a semaforo Nutri-Score sia stata “inventata” in Francia una paese che mi sembra abbia molti prodotti tradizionali un pò come l’Italia