Dal 20 dicembre il museo Maxxi di Roma ospita una mostra sulla Nutella. L’ evento ripercorre la storia della crema spalmabile più famosa in Europa, proponendo campagne pubblicitarie, manifesti, oggetti cult e tutto quanto è stato prodotto in 60 anni contribuendo a trasformare il vasetto in un’icona. All’interno della mostra sono stati organizzati anche laboratori per famiglie con bambini dai 6 agli 11 anni, dove, previa iscrizione, si potranno realizzare oggetti ispirati alla Nutella. “La mostra – si legge nel comunicato stampa – diventa così un laboratorio in cui ognuno può lasciare una traccia personale, contribuendo a un’opera collettiva che riflette la gioia condivisa, valore fondante del marchio”.
Senza nulla togliere all’aspetto ludico del percorso, è inquietante pensare a iniziative destinate ai bambini per promuovere un vasetto che potrebbe essere assunto come simbolo del junk food.
Mostra Nutella, una festa?
Per alcuni la mostra e i laboratori sono una sorta di festa anche se la narrazione è leggermente diversa. Il Maxxi è forse il museo romano più importante alle dipendenze dal Ministero della Cultura, che ospita mostre ed eventi di respiro internazionale. In questa cornice si inserisce la mostra di un prodotto cult come Nutella. I laboratori per bambini da 6 a 11 anni vanno oltre l’evento culturale. Si tratta di un’operazione di marketing rivolta a bambini di scuole elementari, che devono essere tenuti il più possibile lontano da sponsorizzazioni di prodotti junk food.
Nutella rientra in questa categoria. Così risulta dall’applicazione Yuka, da cui viene classificato come cibo ultra proccessato e merita un giudizio mediocre. Anche l’etichetta a semaforo Nutri-Score, utilizzata in Europa da sette Paesi, le conferisce un bollino rosso attribuito ai prodotti da assumere con moderazione.
C’è di più: Nutella contiene il 20% di olio di palma considerato dai nutrizionisti un pessimo grasso vegetale. Si tratta di un olio tropicale accusato dall’Efsa di contenere tre sostanze cancerogene che si formano nel processo di raffinazione (*). Va però precisato che Nutella è forse l’unica crema di nocciole con olio di palma che, secondo un test della prestigiosa rivista di test comparativi tedeschi Stiftung Warentest, non contiene composti cancerogeni. Questo elemento fa onore a Ferrero, ma non cambia lo status nutrizionale del vasetto, che nei test comparativi pubblicati da numerose riviste italiane e straniere di solito si colloca a metà classifica per la qualità degli ingredienti e per l’eccesso di zucchero.
Laboratori per bambini
C’è un altro elemento che rende assurda la scelta dei laboratori Nutella per bambini supportati dal Ministro della Cultura Alessandro Giuli. Ferrero spende ogni anno oltre 100 milioni per spot tv e sponsorizzazioni dei suoi prodotti come Kinder, Rocher, Tic Tac, Mon Chéri, Pocket Coffee, Estathé, Duplo e, naturalmente, Nutella. Si tratta di un investimento stratosferico che permette a Ferrero di indirizzare i consumi dei bambini verso i suoi prodotti.
Altre mostre sono state allestite in passato invarie parti del mondo su icone alimentari come Coca-Cola e McDonad’s, ma non si era ancora visto in una struttura pubblica organizzare laboratori per bambini. Il laboratorio (che costa 9 € per i piccoli) viene descritto come “Un divertente percorso all’interno della mostra per osservare gli oggetti creati attorno alla Nutella®: spalmini e vasetti di tutte le fogge e persino una macchina strabiliante per spalmare la mitica crema”. E ancora “In seguito adulti e bambini progettano il loro oggetto incredibile scoprendo come, anche nel design, l’immaginazione possa dar vita a utili fantasmagorie”. La volontà di educare i più piccoli verso prodotti classificati come junk food che già invadono il loro mondo attraverso spot, banner on line è un’operazione di marketing che non può essere supportata dal Ministero della Cultura.
Seguendo questo modello il neo ministro Alessandro Giuli potrebbe ospitare in estate una mostra con laboratori per bambini firmata Coca-Cola e in autunno replicare con McDonald’s. Non sono marchi italiani come Nutella, è vero, ma sono prodotti con materie prime locali (compresa Coca-Cola) e questo probabilmente è sufficiente per promuoverli nell’olimpo del cibo Made in Italy e magari includerli nel modello di dieta mediterranea del 21° secolo.
Nota
(*) L’olio di palma contiene tre sostanze tossiche (una delle quali classificata come genotossica e cancerogena). Il consumo di prodotti con discrete quantità di grasso tropicale viene sconsigliato soprattutto a bambini e adolescenti. È quanto sostiene l’Autorità per la sicurezza alimentare europea (Efsa) in un corposo dossier di 160 pagine dove si valuta la presenza di tre contaminanti che si formano nel processo di raffinazione ad alte temperature (200°C) di oli vegetali. Stiamo parlando del glicidiolo, del 3-monocloropropandiolo (3-MCPD) e del 2-monocloropropandiolo (2-MCPD) e loro esteri degli acidi grassi (GE, glicidil esteri degli acidi grassi). Il problema riguarda anche altri oli vegetali e margarine, ma l’aspetto saliente è che il grasso tropicale ne contiene da 6 a 10 volte di più
© Riproduzione riservata. Foto: Depositphotos, museo Maxxi
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Sono d’accordo su quasi tutti i suoi punti tuttavia, mi domando come lei abbia la certezza che Ferrero usi il palm oil ad alte temperature. Dico questo perché risulta esattamente l’opposto. Ferrero, come dichiarato dal colosso di Alba, lo lavora a basse temperature proprio per non creare problemi nel punto fumo. Per finire e’ vero che Ferrero spende tanti soldi in pubblicità ma voglio farle notare che è l’unica azienda che per loro etica, non bombarda con la pubblicità nei canali tv dedicati ai bambini, tipo Ray Yoyo ecc. In quelle reti televisive ci sono tutte le aziende italiane e straniere che fanno lavaggio al cervello. Sarebbe carino far notare anche questo e non solo sempre cose negative. Comunque complimenti, e’ un piacere seguirvi nelle vostre inchieste anche se a volte mi trovo distante dal vostro pensiero. Il bello è proprio questo. Grazie
Nell’articolo dichiamo chiaramente che l’olio di palma in genere contiene sostanze cancerogene, ma che quello utilizzato da Ferrero non ne ha. Con oltre 100 milioni di investimento in spot Ferrero magari non va nei vari canali tv dedicati ai bambini ma invade la qualunque. Con questo budget importante è probabile che un sito, un giornale, una tv che ospita gli spot, prima di prendere posizioni critiche nei confronti di Ferrero quando è necessario faccia una riflessione.
già, peccato che Rai Yoyo non contiene più pubblicità da anni e anni, è sostenuta unicamente da fondi pubblici.
Il vero bombardamento nel 2025 è fatto dagli streamer e tiktoker, aggiornati!
Dal sito del Maxxi….”Produce e ospita mostre di arte, architettura, design e fotografia, ma anche progetti di moda, cinema, musica, performance di teatro e danza, lecture e incontri con artisti, architetti e protagonisti del nostro tempo. ”
Mostre su Nutella e Coca Cola. Bel cavolo a merenda. E non venitemi a dire che sono icone del nostro tempo. Aspettiamo che diventino patrimonio Unesco a questo tempo.
Soldi pubblici? Finanziamenti diretti delle due multinazionali?
Un vero squallore. Trattasi come si dice di una “marchetta” pubblicitaria. La Nutella è un prodotto confezionato con ingredienti di dubbia qualità con alta percentuale di grassi e zuccheri. Non è buona per nessuno e secondo me nemmeno buona di sapore. Sui prodotti industriali italiani storici si può fare una mostra, ma inserendoli in un contesto di epoca per raccontare fenomeni di costume e di consapevolezza nutrizionale. Quindi non solo Nutella, anche Pavesini, Oro Saiwa, Buondì Motta, Simmenthal e così via.
Sono pienamente d’accordo. Una mostra Nutella al MAXXI compreso laboratorio per bambini è scandalosa
Per quanto mi riguarda Nutella resta una eccellenza Italiana, senza la nutella non sarebbero nate neppure le altre creme spalmabili che nel corso degli anni hanno cercato di imitarla ma senza mai riuscirci.
Se fosse vero il fatto di contenere sostanze cancerogene l’avrebbero già soppressa, evidentemente non le contiene.
Bellissimo il fatto di far partecipare bambini al Maxxi e pastrocchiare con la nutella, questo vuol dire che avremo futuri pasticcieri, dopotutto a casa non potrebbero mai farlo.
Ma non scriviamo sciocchezze! La Nutella è un tentativo di imitazione a buon mercato della vera crema di nocciole. Realizzata con prodotti di mediocre qualità e un basso contenuto di nocciole. Dovrebbe essere esposta come fenomeno di costume , alla stregua delle Nazionali senza filtro che per molti hanno in passato rappresentato il momento di passaggio dalla pubertà all’età adulta tanto che rientravano nella dotazione quotidiana dei militari di leva. Mina, con qualche sottile allusione, cantava “Tarattatà, quando un uomo fa il fumo è veramente un uomo” ma lo faceva in un’epoca in cui gli effetti negativi del fumo c’era ancora poca chiarezza. Qui mi sembra si voglia insinuare che chi mangia Nutella è un vero italiano in un’epoca nella quale sui danni causati da zucchero e grassi saturi ormai se è scritto tutto e di più. L’importante è condizionare le persone sin dalla più tenera età in modo che si instaurino i dovuti automatismi inconsci. Come può un prodotto che da un punto di vista nutrizionale è da considerarsi junk food diventare vanto del made in Italy.
Personalmente faccio due appunti critici: uno nel metodo e un altro nel merito. Per quanto riguarda il metodo si può rilevare che il cibo, mediatore fondamentale del rapporto genitori figli, è sempre più sottratto al dare genitoriale, veicolo di trasmissione e amore per la vita vissuto e creato all’interno del focolare domestico, nella gioia comune della tavola apparecchiata ( penso al “desco fiorito d’occhi di bambini” di Pascoli) affidandolo per delega all’arido e impersonale, ma suggestivo ( con la complicità televisiva), mondo dell’imprenditoria alimentare. Nel merito, oltre a quanto già sottolineato della pericolosità nutrizionale di certi prodotti industriali dedicati (ma non solo) ai bambini.
Bisogna inoltre aggiungere e sottolineare che l’olio di palma viene prodotto a danno delle grandi foereste tropicali che vengono abbattute per lasciare spazio alle coltivazione della palma
Sono certamente contraria a che si utilizzino spazi di cultura per promuovere prodotti nocivi
Penso che la famosa crema spalmabile dovrebbe essere definita per quello che è: confettura di olio di palma al gusto nocciola.