Nutella: la protagonista segreta del Padiglione zero di Expo, diventa il modello per Nutrire il pianeta. Ennesima invasione degli sponsor impresentabili
Nutella: la protagonista segreta del Padiglione zero di Expo, diventa il modello per Nutrire il pianeta. Ennesima invasione degli sponsor impresentabili
Roberto La Pira 9 Maggio 2015Scoprire che Nutella è la protagonista segreta del Padiglione zero, quello più importante di Expo quello che accoglie i visitatori al’ingresso è fastidioso ma ver . Si tratta dell’ennesima invasione di campo di aziende impresentabili come Ferrero, McDonald’s e Coca-Cola che usano l’esposizione universale del cibo per fare greenwashing. La notizia è riportata da Beatrice Mautino, una blogger del sito le Scienze che durante la visita al Padiglione zero con l’architetto Davide Rampello autore del progetto, si accorge che il video sulla sostenibilità ambientale è realizzato con la collaborazione della Fondazione Ferrero. La scoperta è del tutto causale visto che bisogna aspettare i titoli di coda di un filmato proiettato nell’ultima sala.
Ecco cosa scrive. “La spettacolare proiezione a 360° – scrive Mautino nel blog – mostra dodici paesaggi ideali. Tra questi, ci sono i vigneti nel paesaggio lavico di Lanzarote, i terrazzamenti di nocciole nelle Langhe per la “tutela del paesaggio”, i palmeti da olio in Amazzonia per “difendere le foreste”, le coltivazioni di cacao in Ghana “in simbiosi con le foreste”, le piantagioni equosolidali di canna da zucchero e le “coltivazioni eroiche” a Pantelleria”. E prosegue domandandosi se le soluzioni proposte ” per nutrire il pianeta e combattere l’inquinamento, la speculazione e la corruzione sarebbero i noccioleti delle Langhe e le vigne vulcaniche di Lanzarote? E da quando in qua i palmeti da olio difenderebbero le foreste? …. Sarebbe questa la proposta che lanciamo con l’Expo? L’agricoltura eroica va bene a Pantelleria perché non c’è un metro in piano, ma ha senso proporla come modello per l’agricoltura globale? … Cioè, le soluzioni che mi proponi per nutrire il pianeta e combattere l’inquinamento, la speculazione e la corruzione sarebbero i noccioleti delle Langhe e le vigne vulcaniche di Lanzarote? E da quando in qua i palmeti da olio difenderebbero le foreste?”
Il commento finale della blogger quando scopre lo zampino di Ferrero è amaro, ma del tutto condivisibile “E’ ovvio che un’azienda che ha interessi nella produzione dell’olio di palma o dello zucchero o del cacao, sia portata a prediligere quegli esempi lì di “buone pratiche” rispetto ad altri. Ma sta ai curatori e al comitato scientifico impedire che questo accada. Altrimenti lo si dica chiaro e tondo che quello non è il Padiglione Zero, ma uno dei tanti Padiglioni “corporate” al pari di quello di Mc Donald’s o della Coca Cola. Nessun problema, basta saperlo e finisce tutto a tarallucci, Nutella e vino”.
A chi non ha visitato ancora Expo 2015, ricordiamo che Ferrero è forse il più importante sponsor, avendo posizionato 7 totem giganteschi alti 6 metri lungo il percorso, un grandissimo parco giochi per bambini firmato Kinder che è stato inaugurato dal ministro della pubblica istruzione Stefania Giannini e un ristorante Nutella situato nel padiglione di Eataly. Abbiamo chiesto più volte a Expo quanto ha speso Ferrero per tutti questi spazi. Aspettiamo una risposta.
Sara Rossi
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
come al solito c’è sempre accanimento contro i colossi USA, spesso “a priori”. allora che si faccia informazione completa: la nutella è a base di OLIO DI PALMA. prego guardare puntata report rai3. la ferrero ne usa a tonnellate anche per gli altri prodotti, non vi sembra che Mcd e soprattutto Cocacola siano molto più sostenibili??
L’olio di palma è prima di tutto utilizzato per l’alimentazione nei Paesi produttori, ma anche dalle grandi e piccole industrie alimentari, farmaceutiche, cosmetiche ecc. La Ferrero, tanto per nominarne una a caso, a differenza di tante altre è presa come esempio e modello da seguire per la sostenibilità su molte materie prime, tra cui l’olio di palma. Peccato però che tali informazioni Report non le dia. Disinformazione?
Vorrei sapere perché una materia grassa così importante e fondamentale per tutta l’industria alimentare italiana sia stata tenuta volutamente nascosta per dieci anni. Perché sulle etichette si scriveva olio di oliva ,olio di girasole , olio di mais e mai olio di palma che veniva nascosto dietro la parola olio vegetale? L’ingrediente fondamentale della Nutella era l’unico che non si vedeva sulle diciture delle etichetta e sulle foto!
La dicitura Olio Vegetale, era consentita dalla legge e soprattutto in tempi non sospetti e non maturi permetteva tanti scambi di materie prime a causa della reperibilità delle stesse. Molte aziende ad esempio, indicavano in alcuni prodotti sott’olio OLIO VEGETALE perchè a seconda del mercato del prodotto o dell’approvvigionamento utilizzavano il colza o il girasole a seconda dei casi citati prima. Idem il palma che reintrava nella stessa legge non si è introdotto nel circuito a tonnellate da subito ma si è evoluto.
Invito a leggere dei siti IMPARZIALI su alcuni argomenti e soprattutto a mente fredda.
http://www.wired.it/scienza/medicina/2015/05/08/tutta-verita-olio-di-palma/
In realtà quando si usava il girasole o il mais che sono più pregiati e costavano di più si scriveva sempre per esteso in etichetta mentre il palma si teneva sempre nascosto !
parlare nel futuro di cose ovvie di 10 anni prima ha poco senso. Il palma viene utilizzato da qualche anno, e come ingrediente poco conosciuto non veniva 10 anni fa e non veniva fino a dicembre 2014 menzionato, così come l’olio di colza, l’olio di girasole, ecc.
Nei prodotti sott’olio ad esempio insalata di mare o funghi in barattolo si metteva olio vegetale perchè si poteva scambiare in determinati periodi l’olio di colza con il girasole, per vari motivi. Poi dovuto anche all’eliminazione dei grassi idrogenati si è introdotto il palma ma più come sotituto dei grassi che degli olii veri e propri, questo come genere rientra nella categoria vegetale. Anche il colza non viene mai menzionato perchè in Italia ha un vissuto negativo, grazie a isinformazione come quella sul palma che gira oggi. molta gente addirittura pensa sia cancerogeno.
Voglio solo ricordare che, osservano i grassi SATURI dal 2014 ad oggi non è cambiato NULLA per il palma, e se ci fosse stato il burro cambiava NULLA. il problema che vi da fastidio il fatto che costi poco e quindi tentate per forza di dire che fa male e va eliminato senza gisutificazioni valide non ha senso. 130.000 firme su quanti milioni di consumatori?
Lei ha le idee confuse. Nutella che ha più di10 anni anni ha sempre usato il palma. Tutte le aziende che usavano girasole o mais lo indicavano in etichetta. La mediocrità del palma è una certezza a causa dell’elevata presenza di grassi saturi. Siamo orgogliosi delle firme, soprattutto perché molte aziende hanno iniziato a sostituire il palma con altri oli vegetali. Forse per loro questo numero è sufficiente per correggere un percorso.
nutella utilizzava i grassi idrogenati, e anche se fosse non penso che qualcuno obblighi il consumatore ad acquistare la nutella con i suoi grassi saturi.
I grassi saturi del palma sono identici a quelli del burro, ingrediente necessario nei piatti da forno. Quindi cambiamo l’ingrediente ma non cambiano i grassi saturi. e quindi cosa cambia? leggere burro + costoso fa meglio di palma – costoso? la mediocrità del palma è una certezza? per chi? per voi ma quindi anche il burro è mediocre che ha glis tessi grasi saturi? e in più contiene coelsterolo animale.
Le ziende non sostituiscono il palma, hanno solo adottato la certificazione abientale vedi Ferrero e Barilla. E lo fanno solo a causa della cattiva informazione che guida i consumatori. Sarei felice di confrontare il prezzo di un prodotto col palma prima e il prezzo con il burro dopo con glis tessi saturi. cambierà solo l’importo del secondo e scoppierà il caso del burro, indonesiano, cinese, degli allevamenti sfruttati, ecc ecc altre petizioni e traffico sui siti web che criticano le ziende e prendono soldi dai banner pubblicitari.
Se trovasse a posto della parola olio di palma, burro, la gente rifletterebbe molto prima di comprare certi alimenti e scoprirebbe di mangiare una quantità esagerata di grassi saturi
Vedo, con scarsa sorpresa, che dopo le numerose smentite dell’allarmismo infondato, generato anche dal servizio di Report, i eco-guerrieri da tastiera continuano a generare contenuti con ZERO basi scientifiche e pari obiettività ed onestà.
Un paio di link per bilanciare.
http://www.wired.it/scienza/medicina/2015/05/08/tutta-verita-olio-di-palma/
http://www.stradeonline.it/scienza-e-razionalita/1123-tutti-gli-errori-di-report-sull-olio-di-palma
Stefano, ma perché Wired e stradeonline dovrebbero essere dei riferimenti giornalistici scientifici più accreditati de ilfattoalimentare?
IL FATTO CHE UNA FORESTA TROPICALE PUO ESSERE SOSTITUITA DA UNA CULTURA DI PALME SENZA DANNI NON REGGE.
PER NESSUN MOTIVO
E’ UN PATRIMONIO DI BIODIVERSITA PERSO PER SEMPRE. E POI CON LA FORESTA TROPICALE VIVONO I CONTADINI DEL LUOGO CON LA VENDITA DI MOLTISSIMI VARIETA DI FRUTTI
CON LA COLTURA DI PALME VIVONO SOLTANTO LE MULTNAZIONALI
I CONSUMATORI HANNO DANNI CHE NESSUNO VALUTA
L’OLIO DI PALMA PUO ESSERE SOSTITUITO CON ALTRI GRASSI
Pio, evidentemente non hai letto così attentamente il secondo articolo postato da Stefano.
prima di scrivere in maiuscolo, ti consiglio di rileggerlo perchè spiega esattamente il contrario di quello che tu hai detto.
Nessuno vuole dire che l’olio di palma sia salutare e assolutamente preferibile ad altro.
Però è giusto che l’informazione sia data in maniera completa e scientifica.
E’ giusto salvaguardare le foreste tropicali, ma bisogna farlo a prescindere dall’utilizzo dell’olio di palma.
expò con lo slogan: Nutrire il pianeta è una barzelletta per chi ha il cervello in modalità Open, una gran cosa per chi lo ha in modalità Off
nutella, mcdonald’s, coca cola e big dell’OGM sono i princiapli sponsor della fiera del cibo di Milano, perchè io la ritengo tale.
milioni di euro mangiati per costruire i vari padiglioni (padiglione italia da 63milioni è salito a 92milioni)
terreni espropriati, giri e rigiri tra società che hanno o stesso interesse (Fondazione Fiera era anche il proprietario di alcuni terreni acquistati da Arexpo9
ma la gente è felice di andare in un grande fast-food, giusto per dire: “IO C’ERO”
cosa diranno della pressione delle aziende biotech e del governo degli Stati Uniti – in particolare nell’ambito delle trattative relative al TTIP
nutrire il pianeta… ops, riempire il borsello
Sono d’accordo con Gp, per questo non ho firmato la petizione contro l’olio di palma. Se tutti sostituissero l’olio di palma con l’olio di girasole si abbatterebbero foreste, si altererebbe l’equilibrio dell’agricoltura dei paesi produttori ecc., e fra 10 anni staremmo qui a parlare dei danni portati dall’olio di girasole. Lo stesso vale se si usasse il burro come ben ha detto Gp.
Tra l’altro alla Ferrero, a detta di chi ci ha lavorato (e senza essere imparentato con la dirigenza), l’attenzione alla qualità è quasi maniacale.
Io ai miei figli compro la crema novi, perché penso che sia più salutare, ma questo cieco accanimento contro la Nutella mi fa venir voglia di comprargliela (tra l’altro a me la Nutella piace molto di più).
Il punto è che noi occidentali, tutti, mangiamo troppo. I biscotti con l’olio di palma, o la nutella, vanno benissimo, ma dovremmo renderci conto che di biscotti se ne mangiano 2-4, non 10. La fetta di pane e nutella va benissimo, una però e magari non tutti i giorni.
Ci vorrebbe un’educazione alimentare a 360°, dovremmo essere educati non solo a mangiare meglio, ma soprattutto a mangiare meno, in particolare di certi prodotti, non prendersela con un unico ingrediente come se fosse la fonte di tutti i mali. Per mangiare meno olio di palma basta mangiare meno biscotti e merendine industriali, e ci sarebbe meno sovrappeso, meno diabete, meno cardiopatie, meno colesterolo, anche se i biscotti continuano ad essere fatti con olio di palma.
Gaetano , da cinque mesi parliamo di olio di palma e solo ora cominciano a vedersi i primi risultati concreti . !5 catene di supermercati hanno aderito al nostro appello e alcune aziende cominciano ad abbandonare il palma. Abbiamo intenzione di continuare. Su Expo abbiamo detto andate a vederlo e faremo altri servizi in questa direzione,ma ribadire che su oltre 130 padiglioni ci siano almeno tre impresentabili è doveroso e forse ne abbiamo scritto troppo poco.In ogni caso pubblichiamo oltre 100 articoli al mese trattando diversi argomenti alimentari , c’è spazio per tutto.