nutella cioccolato

0520_nutella_630x420 nute+Le creme spalmabili alla nocciola? Sono spesso bombe caloriche con quantità di zucchero che arrivano fino al 58% e con una presenza di grassi variabile dal 30 al 45%. È questa la conclusione di un test realizzato in Germania da Öko-test su 20 creme pubblicato sul numero di marzo della rivista. I tedeschi giudicano “soddisfacenti” solo due marche, mentre altri 14 prodotti, tra cui Nutella a Ferrero,  vengono classificati come “scarsi” o “insufficienti”. Per 15 prodotti Ökotest valuta il contenuto zuccherino eccessivamente alto. Una porzione di crema di 30 grammi contiene più zucchero di quello che un bambino di tre anni, secondo l’OMS, dovrebbe consumare in un il giorno.

Prendendo spunto da questo test, il Centro tutela consumatori utenti dell’Alto Adige Verbracherzentrale Südtirol ha focalizzato l’attenzione su 27 vasetti venduti in Italia considerando sia quelli più venduti come Nutella, Novi e Pernigotti, la Nocciolata Rigoni, Despar e Coop, sia 15 creme bio vendute nella regione.

La nocciola è l’ingrediente fondamentale di queste creme, o almeno dovrebbe esserlo, perché non sempre è così. Tra le marche che ne contengono di più troviamo Novi, presente a livello nazionale, con il 45%, insieme a Oberhöller con il 46% e la crema biologica a marchio Teo&Bia che raggiunge il 47%, ed è anche il prodotto più costoso del test. Nutella Ferrero rientra nel gruppo che contiene meno nocciole con il 13%, anche se c’è chi ne utilizza una quantità inferiore come Coop Solidal (10%). Va però detto che i prodotti con un contenuto zuccherino più elevato contengono meno grassi in proporzione e anche meno calorie (da 500 a 540 per 100 grammi). All’opposto i vasetti più ricchi di grassi e nocciole contengono in genere anche più calorie (da 560 fino a 613 per 100 grammi).

A prescindere dal contenuto di nocciole, la quantità di zucchero presente è in quantità esagerata. Più della metà delle creme (14) ne contiene almeno il 50%. Tra i vasetti che superano abbondantemente questa soglia troviamo la crema Despar con il 58% di zuccheri, Coop Solidal con il 57% e Nutella con il 56,3%.

nutella
Nonostante siano l’ingrediente caratterizzante di questi prodotti, nella Nutella è presente solo il 13% di nocciole che scendono al 10% in Coop Solidal

La maggior parte delle creme esaminate sono aromatizzate con polvere o estratto di vaniglia bourbon oppure aromi naturali. Solo cinque contengono aromi artificiali meno costosi, inclusi prodotti discount o di marca come Nutella che usa vanillina.

Per quanto riguarda il prezzo, le creme spalmabili convenzionali costano circa a 11 €/kg.  Nutella si posiziona più in basso con 8,75 €/kg (prezzo medio ricavato da quattro diversi formati), mentre il prodotto più economico è Dolciando, che ha lo stesso contenuto di nocciole della crema Ferrero, ma costa meno della metà (3,73 €/kg). Il più caro tra i vasetti convenzionali è uno di quelli con il contenuto più alto di frutta secca, quello del produttore locale Oberhöller a 34,5 €/kg. Le creme bio hanno un prezzo medio di circa 14 €/kg (Rigoni di Asiago, Ecor Le creme e Altromercato Bio Cajita), ma – come già accennato – si può arrivare fino ai 44,10 €/kg della Teo&Bia, il prodotto più costoso ma anche quello con la percentuale maggiore di nocciole.

Il Centro tutela consumatori utenti dell’Alto Adige Verbracherzentrale Südtirol evidenzia che 15 dei vasetti esaminati non contengono olio di palma, nove usano miscele di palma e altri grassi mentre solo Nutella e due varietà di Rapunzel contengono solo grasso di palma.

Questo è solo l’ultimo test che conferma l’importanza di leggere bene le etichette quando si scelgono i prodotti da mettere nel carrello. Anche se le creme alla nocciola sembrano quasi tutte uguali, uno sguardo alla lista degli ingredienti può far cambiare idea. Una cosa è certa, Nutella come pure le altre marche, con il loro tenore altissimo di zucchero o di grassi non sono alimenti da mangiare tutti i giorni, nonostante le spinte della pubblicità. Fermo restando questo concetto la qualità dei prodotti sul mercato è molto diversa e forse vale la pena mangiarne meno ma preferire un prodotto ricco di nocciole, senza olio di palma e con aromi naturali. Nella tabella qui sotto abbiamo riportato solo alcuni dei vasetti esaminati nello studio realizzato dal Ctcu dell’Alto Adige.

tabella creme spalmabili nutella oberhoeller novi pernigottitabella creme spalmabili despar eurospin coop teoebia rapunzel

tabella crema spalmabile nocciola ecor rigoni altromercato
Nella tabella è rappresentato per primo il prodotto leader di mercato, Nutella, seguito dalle altre creme in ordine decrescenti di percentuale di nocciole e divisi in convenzionali e biologiche

Aggiornamento del 20/06/2018: una versione precedente di questo articolo conteneva un tipo diverso di crema alle nocciole a marchio Ecor, la cui produzione è cessata alla fine di maggio 2018. Nella tabella ora è presente la nuova versione della crema, che rispetto a quella fuori produzione contiene più nocciole e cacao e meno zuccheri.

*Calcolati come il 10% di un fabbisogno energetico standard di 2000 kcal

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Marco
Marco
7 Giugno 2018 07:35

Grazie, articolo interessantissimo (come sempre! 🙂 aggiungerei la crema Gianduia Caffarel, che stando al loro sito contiene 40% di nocciole e solo burro di cacao (non di palma né di altri olii).
Saluti.

Giancarlo
Giancarlo
Reply to  Marco
19 Giugno 2018 16:56

Grazie a Dio che esiste un giornale come il Fatto Alimentare che consente, sia una esplorazione a 360 gradi del mondo dell’alimentazione che uno spazio di dibattito.

Tuttavia, quest’ultima notizia relativa alla Nutella rivela i soliti atteggiamenti “integralisti” e l’articolo sembra dimenticare un importante principio: La dose è il veleno (Paracelso, 1493-1541) , principio fondante della moderna tossicologia e non solo (vedi etichettatura delle sostanze pericolose). “Omnia venenum sunt nec sine veneno quicquam existit. Dosis sola facit ut venenum non fit” ( tutto è veleno e nulla esiste senza veleno. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto).

Sembra ricalcare lo stesso errore legato alla “sovrasemplificazione” delle etichette a semaforo che, pur lodevolmente vorrebbero dare un messaggio di troppo facile interpretazione buono/cattivo (piuttosto manicheo) degli alimenti, il cui risultato è solo quello di creare allarmismo ingiustificato: chi, ad esempio va a mangiarsi 100 g di Parmigiano (che risulta semaforicamente rosso) ? [Dosis sola facit ut venenum non fit]

La dose è il veleno, ciò che distingue un rimedio da una cura è solo la dose e lo stesso vale (finora) nel mondo dell’alimentazione.

L’articolo sembra anche dimenticare che nel sito https://www.nutella.com/it/it/informazioni-nutrizionali-e-gamma-prodotti-nutella: una porzione di Nutella è pari a 15 g (è anche vero che facendo una semplice ricerca in internet si scopre che la dose raccomandata – il cosiddetto serving- varia a seconda dei paesi (perché ?).

Dato che il contenuto di zuccheri (principale è il saccarosio poi troviamo un po’ di lattosio dal latte in polvere e del glucosio) per 100 g di Nutella è di 56.3 g la quantità di zuccheri in una porzione sarà di circa 8.5 g (meno di due cucchiaini da tè di zucchero).

L’articolo inizia con “Le creme spalmabili alla nocciola? Sono spesso bombe caloriche con quantità di zucchero che arrivano fino al 58% e con una presenza di grassi variabile dal 30 al 45%. È questa la conclusione di un test realizzato in Germania da Öko-test su 20 creme pubblicato sul numero di marzo della rivista”.
Tanto per restare nei libri scritti in Italiano (ve ne sono tantissimi in altre lingue) andate a leggere “Dalle Calorie alle Molecole” del prof. P.L. Rossi – 2014, e comincerete a fare i primi “distinguo” sull’uso delle calorie come criterio guida nell’alimentazione.

Troppo/giusto/poco sono solo dei descrittori che non hanno molto significato nell’analisi del problema posto da Öko-test.

Per lo stesso motivo affermazioni del tipo: “Una cosa è certa, Nutella come pure le altre marche, con il loro tenore altissimo di zucchero o di grassi non sono alimenti da mangiare tutti i giorni, nonostante le spinte della pubblicità”.

Lo zucchero semplice ha un tenore altissimo di zucchero (praticamente il 99 %) se questo è il criterio ed anche i grassi o gli oli hanno un tenore altissimo di grassi (come sopra, praticamente il 100 %).
E’ evidente che questo modo di affrontare il problema (tenore altissimo!) è certamente poco scientifico e con questo vorrei ricondurre l’attenzione sul primo principio della tossicologia moderna visto in precedenza.

È vero, l’uomo, il cosiddetto essere razionale, può scegliere. Può scegliere sia di duplicare o triplicare abbondantemente la porzione raccomandata di Nutella come nella famosa scena del film di Nanni Moretti o può usare la testa e cominciare a pensare a quello che fa. Massima libertà, non vi pare?

ezio
ezio
7 Giugno 2018 12:37

A mio parere, le creme di nocciola con poche o pochissime nocciole (meno del 30%), sono denominabili creme al gusto di nocciola e non di nocciola.
Poi vista la minima quantità del contenuto caratterizzante di molte delle creme in commercio, questo diventa l’olio e lo zucchero e non il frutto richiamato; quindi da un punto di vista tecnologico degli ingredienti impiegati sarebbero meglio definibili delle maionesi extra dolci.

gino rossi
gino rossi
Reply to  ezio
16 Giugno 2018 11:35

“Maionese extra dolce alla nocciola” è geniale…sarà certamente la definizione che partire da oggi adotteró per tutto quanto non contiene almeno il 40% di nocciole (percentuale a mio gusto comunque insufficiente!)!!

Raffaele magrini
Raffaele magrini
7 Giugno 2018 13:58

La Ferrero dovrebbe preoccuparsi molto della salute dei bimbi ma come tutte le multinazionali pensa esclusivamente alla marginalità, puniamo severamente questi comportamenti.

claudio
claudio
7 Giugno 2018 17:57

La Ferrero tiene così tanto alla salute dei bimbi… con la sua linea di merendine dedicate ha fatto davvero tanto!*

Poi leggi certe dichiarazioni del presidente Ferrero e se non ci fosse da piangere verrebbe da ridere!

“Ferrero ha un’attenzione particolare per i bambini, Michele Ferrero ha dato vita a ‘Kinder’, destinato proprio ai bambini e per rassicurare le mamme sull’alimentazione da dare ai loro figli”.

Ecco la linea Kinder:
*Kinder Brioss, Kinder Brioss Latte Cacao, Kinder Brioss Pesca IGP, Kinder Colazione Più, Kinder Colazione Più Integrale, Kinder Pan e Cioc, Kinder Pan e Cioc Cacao, Kinder Cerealè Lampone, Kinder Cerealè Cioccolato, Kinder Delice

Sara V.
Sara V.
Reply to  claudio
17 Giugno 2018 18:15

Già, pensa tanto ai bimbi perché gli vuole tanto bene, come la strega di Hänsel e Gretel.

Orval87
Orval87
7 Giugno 2018 23:08

Quella col rapporto qualità/prezzo migliore è senza dubbio la Novi. O meglio, tra quelle di buona qualità (ovvero senza oli vegetali raffinati aggiunti) è quella col prezzo migliore, e ha una buona percentuale di nocciole.
Anche la Baratti&Milano, suggerisco.

Rojo
Rojo
Reply to  Orval87
8 Giugno 2018 23:30

Baratti Milano e Novi sono marchi della stessa società Elah Dufour e sembrano molto simili

Mario
Mario
12 Giugno 2018 10:25

Buongiorno,
nell’etichetta della NUTELLA compare un bicchiere di latte.
Visto che tra gli ingredienti compare il latte in polvere ed il siero di latte ma non il latte tal quale, non bisogna cambiare l’immagine?
Oppure FERRERO può fare quel che vuole?

gino rossi
gino rossi
16 Giugno 2018 11:48

Via segnalo anche la nuova Chocobella Noir di Damiano Organic, che non ancora avuto modo di provare (la ordinerò a breve) ma, vista la qualità dei loro prodotti, sono pronto a mettere la mano sul fuoco che sarà squisita!
Nocciole dei Nebrodi 45%
Zucchero di canna
Cacao in polvere 18%
Pasta di mandorle pelate tostate
Olio di mandorle
Tutto biologico, con nocciole e mandorle siciliane.

Personalmente, alla ricerca di creme con un contenuto sempre maggiore di nocciole, alla fine mi sono abituato a mangiare le loro creme di frutta a guscio 100% (nocciola, mandorla)!! Certo, in piccole quantità, un paio di cucchiaini alla volta… ma sono impagabili. Volendo, basta mescolare una crema 100% nocciole con del cioccolato fondente fuso, secondo il proprio gusto, e si si può tenere la crema spalmabile al cacao nocciole più buona che ci sia! 😉

Tiziana Moiola
Tiziana Moiola
17 Giugno 2018 11:54

come volevasi dimostrare, in linea con la mia esperienza, la crema Novi resta, tutto considerato, la migliore

DANIELA FAVERO
18 Giugno 2018 12:03

Ho letto con attenzione e incuriosita i commenti e devo dire che l’attenzione è molto forte per la scarsa quantità di pasta di nocciole e la grande abbondanza di zucchero
In effetti in commercio si trovano solo questi tipi di creme da spalmare, ma nessuno viene in mente che la crema alla nocciola si può fare con la Stevia?
Sostituisce lo zucchero e non ha calorie.
io un pensierino lo farei!!!

ezio
ezio
Reply to  DANIELA FAVERO
18 Giugno 2018 19:33

L’idea è qualitativamente buona, ma lo zucchero rappresenta anche una quota notevole in peso e volume delle creme in questione e sostituirlo con la Stevia ridurrebbe di molto la quantità di prodotto a parità di dolcezza.
Quindi la sostituzione andrebbe compensata con l’aumento degli altri ingredienti solitamente previsti e di alto costo, nocciole in primis (cosa buona e giusta per una crema di nocciole).
Penso che l’impiego di zucchero integrale di canna sia un giusto compromesso qualitativo per questo dolciume grasso, ma da non abusarne.

Giancarlo
Giancarlo
19 Giugno 2018 13:10

Grazie a Dio che esiste un giornale come il Fatto Alimentare che consente, sia una esplorazione a 360 gradi del mondo dell’alimentazione che uno spazio di dibattito.

Tuttavia, quest’ultima notizia relativa alla Nutella rivela i soliti atteggiamenti “integralisti” e l’articolo sembra dimenticare un importante principio: La dose è il veleno (Paracelso, 1493-1541) , principio fondante della moderna tossicologia e non solo (vedi etichettatura delle sostanze pericolose). “Omnia venenum sunt nec sine veneno quicquam existit. Dosis sola facit ut venenum non fit” ( tutto è veleno e nulla esiste senza veleno. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto).

Sembra ricalcare lo stesso errore legato alla “sovrasemplificazione” delle etichette a semaforo che, pur lodevolmente vorrebbero dare un messaggio di troppo facile interpretazione buono/cattivo (piuttosto manicheo) degli alimenti, il cui risultato è solo quello di creare allarmismo ingiustificato: chi, ad esempio va a mangiarsi 100 g di Parmigiano (che risulta semaforicamente rosso) ? [Dosis sola facit ut venenum non fit]

La dose è il veleno, ciò che distingue un rimedio da una cura è solo la dose e lo stesso vale (finora) nel mondo dell’alimentazione.

L’articolo sembra anche dimenticare che nel sito https://www.nutella.com/it/it/informazioni-nutrizionali-e-gamma-prodotti-nutella: una porzione di Nutella è pari a 15 g (è anche vero che facendo una semplice ricerca in internet si scopre che la dose raccomandata – il cosiddetto serving- varia a seconda dei paesi (perché ?).

Dato che il contenuto di zuccheri (principale è il saccarosio poi troviamo un po’ di lattosio dal latte in polvere e del glucosio) per 100 g di Nutella è di 56.3 g la quantità di zuccheri in una porzione sarà di circa 8.5 g (meno di due cucchiaini da tè di zucchero).

L’articolo inizia con “Le creme spalmabili alla nocciola? Sono spesso bombe caloriche con quantità di zucchero che arrivano fino al 58% e con una presenza di grassi variabile dal 30 al 45%. È questa la conclusione di un test realizzato in Germania da Öko-test su 20 creme pubblicato sul numero di marzo della rivista”.
Tanto per restare nei libri scritti in Italiano (ve ne sono tantissimi in altre lingue) andate a leggere “Dalle Calorie alle Molecole” del prof. P.L. Rossi – 2014, e comincerete a fare i primi “distinguo” sull’uso delle calorie come criterio guida nell’alimentazione.

Troppo/giusto/poco sono solo dei descrittori che non hanno molto significato nell’analisi del problema posto da Öko-test.

Per lo stesso motivo affermazioni del tipo: “Una cosa è certa, Nutella come pure le altre marche, con il loro tenore altissimo di zucchero o di grassi non sono alimenti da mangiare tutti i giorni, nonostante le spinte della pubblicità”.

Lo zucchero semplice ha un tenore altissimo di zucchero (praticamente il 99 %) se questo è il criterio ed anche i grassi o gli oli hanno un tenore altissimo di grassi (come sopra, praticamente il 100 %).
E’ evidente che questo modo di affrontare il problema (tenore altissimo!) è certamente poco scientifico e con questo vorrei ricondurre l’attenzione sul primo principio della tossicologia moderna visto in precedenza.

È vero, l’uomo, il cosiddetto essere razionale, può scegliere. Può scegliere sia di duplicare o triplicare abbondantemente la porzione raccomandata di Nutella come nella famosa scena del film di Nanni Moretti o può usare la testa e cominciare a pensare a quello che fa. Massima libertà, non vi pare?

Roberto La Pira
Reply to  Giancarlo
19 Giugno 2018 17:35

Le rispondo per punti in modo schematico. Dire che l’etichetta semaforo crea allarmismo dimostra una scarsa conoscenza della materia (Il Parmigiano tra l’altro ha un’etichetta arancione e non rossa come dice lei) o forse più semplicemente la condivisione di tesi riportate da lobby e autorità che probabilmente non hanno mai letto nulla al riguardo. Per restare sempre in tema, l’etichetta semaforo dà un colore rosso a Nutella e arancione ad altri prodotti con meno zucchero e questo dimostra già qualche utilità.
Per tornare al primo concetto da lei ricordato sulla dose che fa il veleno, le ricordo che l’apporto di zucchero consigliato dall’Oms è del 10% del fabbisogno calorico giornaliero e che moltissimi ragazzini italiani superano abbondantemente questo valore, forse anche per i 15 g di Nutella giornalieri che ne contengono 8 g circa ( provi a mettere 15 g di Nutella sul pane e poi mi dica se i ragazzini si limitano a quelle dosi). In ogni caso le scelte non le fanno i bambini ma sempre di più il marketing che investe decine di milioni per inculcare bisogni di prodotti alimentari che possiamo tranquillamente classificare come junk food,

Giancarlo
Giancarlo
20 Giugno 2018 10:04

Primo errore che ho commesso: NON ho specificato con quale dei due sistemi di etichettatura FoP o Nutriscore si ottiene il colore rosso (con il Fop) ed arancio (con il Nutriscore)

Secondo aspetto da valutare l’OMS riporta:
“In both adults and children, WHO recommends reducing the intake of free sugars to less than 10% of total energy intake”

ovvero, SCHEMATICAMENTE:

per un adulto (reg. 1169/2011, allegato XIII) l’assunzione energetica di una dieta di riferimento è di 2000 kcal; il 10 % di questo valore è 200 kcal ovvero 50 g di “free sugars” (*)
_____
(*) Per “free sugars” l’OMS intende:
Free sugars include monosaccharides and disaccharides added to foods and beverages by the manufacturer, cook or consumer, and sugars naturally present in honey, syrups, fruit juices and fruit juice concentrates.

L’OMS, inoltre raccomanda anche di ridurre a valori più bassi del 10 % dell’energia totale.

Per un bambino (ad esempio un ragazzino maschio fra 11-14 anni) i LARN indicano che l’apporto energetico giornaliero è di 2693 kcal, il 10 % è di 269.3 ovvero circa 67 g di “free sugars”.

2) Secondo il sistema FoP il Parmigiano Reggiano (100 g, dato che questo sistema di etichettatura si esprime per 100 g) secondo i dati dell’ISS ha:
Grassi 28.1 g (rosso)
di cui saturi 18.5 g (rosso)
Zuccheri 0 g (verde)
Sale 1.5 g (arancio)

Secondo il sistema NUTRISCORE il colore è arancio (lettera D)

L’osservazione “provi a mettere 15 g di Nutella sul pane e poi mi dica se i ragazzini si limitano a quelle dosi” ha più un sapore “polemico” CHE SOSTANZIALE. Infatti chi ha stabilito che la porzione di NUTELLA o creme similari sia di 15 g (che peraltro sono tanti. Io certo che no! ne, tantomeno ho intenzione di difendere NUTELLA che è uno dei peggiori prodotti in commercio per quanto riguarda la categoria “creme spalmabili”.

Questa sua osservazione vorrebbe giustificare che, siccome nessuno controlla quanta NUTELLA i ragazzini andranno a consumare, di conseguenza ABOLIAMO la NUTELLA. Allora aboliamo lo zucchero, l’olio, e qualsiasi altro alimento che venga consumato in eccesso – chi controlla i ragazzini o gli adulti?

Le ricordo quanto non dico IO ma la tossicologia moderna: “LA DOSE E’ IL VELENO”.

Risibile è anche il tentativo di “demonizzare i “cattivoni del marketing”…cosè un tentativo di attribuire ad altri, ai demoni, una carenza di educazione alimentare che dovrebbe provenire da altre fonti?

Tutto il nostro mondo è pervaso dai “cattivoni del marketing” e questo vale e varrà in moltissimi altri campi oltre a quello alimentare. Cosa facciamo, torniamo a vivere nel mondo di Heidi o ci “educhiamo” ad affrontare la vita per quello che è? Noi possiamo sempre scegliere, nel bene e nel male.

Per quanto riguarda la “combinazione” di alimenti, perchè di questo stiamo parlando (la mitica dieta variata) esistono dei sistemi di valutazione di combinazioni alimentari molto più intelligenti ed efficaci dei pur lodevoli, ma semplicistici e fuorvianti SEMAFORI (ad esempio l’Indice di Qualità Nutrizionale).

Infine, ricordo a tutti gli affezzionati lettori di questa splendida rubrica, che esistono tantissime fonti di informazione che possono contribuire ad elevare la nostra conoscenza alimentare. Un esempio lo avevo già citato nella mia precedente e-mail

Roberto La Pira
Reply to  Giancarlo
20 Giugno 2018 10:25

Buongiorno, visto che il marketing ha una grossa responsabilità nei consumi e che il consumatore è un soggetto facilmente influenzabile, l’etichetta semaforo aiuta a ridurre questa invasione di comunicazione commerciale orientata prevalentemente verso il junk food , poi ci vorrebbe una tassa sullo zucchero e infine, ma non certo ultima per importanza, una vera educazione nutrizionale che pochi fanno e che i ministeri dedicati hanno dimenticato da anni

ezio
ezio
20 Giugno 2018 12:55

Per tornare all’oggetto in discussione, ribadisco il concetto di definizione di prodotto.
Perché come giustamente ci richiama Giancarlo “è la dose che fa il veleno”, così se invece di definire crema di nocciole, un mix a prevalenza di zuccheri e grassi, lo definissimo più correttamente una maionese extra dolce al gusto di nocciola, anche il principio di quantità giornaliera potrebbe rientrare se inquadrato come un condimento.
Il guaio è che alcune di queste referenze non sono proprio creme di nocciola, ma vere e proprie salse da condimento che traggono in inganno genitori e bambini di tutte le età.
Nulla ci sarebbe da obiettare per le vere creme ad alto contenuto di frutto secco, perché la quantità di zuccheri si riduce e non serve aggiungere grassi estranei a quelli naturali delle nocciole, fermo restando la moderazione d’uso, ma consumare nocciole macinate non è la stessa cosa che condire una fetta di pane con della maionese extra dolce all’olio di palma con pochissime nocciole.

Giancarlo
Giancarlo
Reply to  ezio
21 Giugno 2018 11:25

Tanto per aggiungere qualche informazione in più ai vari commenti vorrei portare all’attenzione di tutti che, visto il primo giorno d’estate che vede il gelato come un alimento principe vogliamo “CRIMINALIZZARE” anche questo e chiamarlo magari maionese gelata extradolce al gusto di….

Quando si mangiano 2 palline (70 g x 2 circa) di un gelato alla crema, che ha gli zuccheri (e parlo di mono e disaccaridi) compresi in genere fra 16-22 % assumeremo 22 – 31 g circa di zuccheri che, calcolati in NUTELLA EQUIVALENTI (o altra maionese aextradoilce a scelta, basta aggiustare il calcolo!) corrispondono a 36 – 53 g di NUTELLA

Il calcolo si ripete facilmente per un sorbetto alla frutta che mediamente ha gli zuccheri (per ragioni tecnologiche) compresi fra 26 – 32 %. Allora per 2 palline (140 g circa) avremo 36-45 g di zuccheri che espressi in NUTELLA EQUIVALENTI sono 45-63 g.

VOGLIAMO CRIMINALIZZARE ANCHE IL GELATO? Oppure, e ritorno al concetto che LA DOSE E’ IL VELENO e che TROPPO/RICCO/SCARSO/MODERATO sono termini qualitativi che non hanno molto significato se non contestualizzati data la loro relatività.
Capite allora che il pressapochismo di certe indagini, soprattutto se fatte da giornalisti pseudo-scientifici, lasciano il tempo che trovano e ingenerano solo confusione. Riflettiamoci tutti, dato che il nostro ministero della salute ed il WHO e tante autorità sanitarie contestualizzano sempre le loro raccomandazioni e non fanno indagini scandalistiche.

Giancarlo
Giancarlo
23 Giugno 2018 10:34

Riprendo una corretta osservazione relativa alla definizione di prodotto: “…maionese extra dolce al gusto di nocciola…”

1) “Al gusto di…” si applica solo se vi sono aromi e non nocciole. Meglio sarebbe “con nocciola (…%)…”
2) Il principio di “quantità giornaliera” se non quantificato rimane un principio indefinito e pieno di buone intenzioni di cui “è lastricato..”
3) In questa “classe di prodotti” (creme spalmabili alla nocciola” o “gianduia”) se osserviamo il contenuto di zucchero è vicino se non superiore al 50 %
4) Allora, facciamo di nuovo un semplice calcolo prendendo lo spauracchio “Nutella” (la peggiore fra le creme spalmabili- a mio avviso) che ne contiene il 56.3 % (fra disaccaridi e pochi monosaccaridi) e teniamo in considerazione solo quello che dice la Ferrero sulla PORZIONE. Loro dicono 15 g rappresentano una porzione, ovvero una porzione = 8.5 g di zuccheri circa. Qualcuno ha detto “provi a mettere 15 g di Nutella sul pane e poi mi dica se i ragazzini si limitano a quelle dosi…”. Giusta osservazione!

Ora, vista la stagione andiamo a prendere un sano e salutare e gradevole gelato? Un gelato alla crema ha il 16-22 % di zuccheri ed un sorbetto alla frutta ne ha fra il 26-32 % (vedi L. Caviezel – Scienza e tecnologia del gelato artigianale – Chiriotti editore oppure H.D. Goff – Ice cream- 7th edn. Springer). Normalmente si prendono 2 palline di gelato, circa 140 g. Ed altrettanto normalmente, se prendiamo un gelato alla crema avremo 22-31 g di zuccheri oppure, se prendessimo un sorbetto avremo 36-45 g circa di zuccheri che tradotti in “Nutella Equivalenti” sarebbero: per il gelato alla crema circa 39-57 g di NUTELLA, circa “2.6-3.8 porzioni Ferrero”, oppure, per un sorbetto sarebbero 46-79 g circa di NUTELLA.

Va da se che l’osservazione detto “provi a mettere 15 g di Nutella sul pane e poi mi dica se i ragazzini si limitano a quelle dosi…” immediatamente mette in “fuorigioco” anche il gelato perché ne ragazzini ne adulti si “…limitano a queste dosi”!

Allora che si fa? Eliminiamo il “junk food” gelato?

Qualcuno ha detto in questa rubrica: “Per tornare al primo concetto da lei ricordato sulla dose che fa il veleno, le ricordo che l’apporto di zucchero consigliato dall’Oms è del 10% del fabbisogno calorico giornaliero e che moltissimi ragazzini italiani superano abbondantemente questo valore, forse anche per i 15 g di Nutella giornalieri che ne contengono 8 g circa”.

La risposta l’ho fornita in maniera dettagliata ed esauriente.

Si potrebbe continuare su questa strada con moltissimi altri esempi. Le “crociate” servono a poco. È sempre necessario contestualizzare. Ecco il senso che tentavo di trasmettere anche con il mio precedente intervento, evidentemente è stato compreso male (mea culpa). Non sto difendendo NUTELLA o altri prodotti delle “multinazionali buone”, ma semplicemente tentando di ricondurre il dibattito da posizioni “integraliste” a posizioni “contestualizzate” e, a proposito di educazione alimentare inconsistente (in questo ed altri paesi) lo avevo ricordato alla fine del mio primo intervento. Nulla di personale con nessuno.

Fabio
Fabio
26 Giugno 2018 23:26

Potete scrivere quello che volete la gente può leggere tutte le etichette con più o meno zucchero, ma è come dire a un fumatore di smettere di fumare. Non serve a nulla. Il gusto della Nutella prevale su tutto. Io le ho provate quasi tutte queste creme, ma per me e non solo per me la Nutella ha una marcia in più. Voi siete dei salutisti e andate controbilanciare sistema. Alla gente non gliene frega niente. Può essere un elisir di lunga vita ma se non piace non piace, e non è una questione di marketing. Io adoro le cose integrali e spiego a molti il perché mangiarle ma come mio suocero mi dice, sono salutari ma non mi piacciono. Mia figlia mangia integrale, verdure soprattutto crude, prima della Nutella le ho dato altre creme, ma appena assaggiata la Nutella tutto il resto era nullo. Poi questo inutile terrorismo sull’olio di palma, sapendo benissimo che fa male tanto quanto altri grassi usati in cucina, confuso soprattutto con l’olio di palmisto che è veramente nocivo. La Stevia gran dolcificante ma sa di liquirizia, terribile persino nel caffè, meglio l’eritritolo. Infine oggi leggiamo che uno studio durato 16 evidenzia la mancata correlazione tra zucchero e diabete tipo 2 e malattie cardiovascolari. Si può dire tutto e il contrario di tutto e internet in questo la fa da principe, ma alla fine siamo ben lontani da capire cosa realmente oggi ci fa veramente male. Quindi mangiate quello che volete basta che vi faccia stare felici anche per un attimo e senza esagerare che è forse l’unica vera chiave che stare bene.

Giancarlo
Giancarlo
28 Giugno 2018 15:42

Fabio dice: “Potete scrivere quello che volete la gente può leggere tutte le etichette con più o meno zucchero, ma è come dire a un fumatore di smettere di fumare. Non serve a nulla.”

CONCLUSIONE LOGICA: l’informazione nutrizionale, fornita al soggetto “gente” (in senso statistico andrebbe un po’ meglio definita) non ha alcuna utilità, ne formativa, ne informativa ne culturale. Secondo questa prima affermazione è risibile dire ad un fumatore “smetti di fumare” tanto non serve a nulla (????). è come dire “tanto devi morire!” che è un destino ineluttabile.

DOMANDA: allora tutti noi, in questo ed altri campi, in quale modo possiamo o potremmo migliorare la nostra conoscenza?

Fabio continua: “…Nutella ha una marcia in più. Voi siete dei salutisti e andate controbilanciare sistema. Alla gente non gliene frega niente. Può essere un elisir di lunga vita ma se non piace non piace, e non è una questione di marketing.”

CONCLUSIONE LOGICA: dato che Nutella ha una marcia in più (conclusione personale puramente edonica) e dato che i “salutisti” (cosa significa salutista?) controbilanciano il sistema (di conseguenza esiste un sistema sbilanciato!) un’altra parte della “gente” – i non salutisti evidentemente – rivela, secondo l’autore, completo disinteresse verso l’impatto che l’alimentazione ha sugli aspetti inerenti alla salute.
Il commento: “se non piace non piace…” è lecito ma, puramente edonico e questo è confermato nella frase successiva (assolutamente lecita): Mia figlia mangia integrale, verdure soprattutto crude, prima della Nutella le ho dato altre creme, ma appena assaggiata la Nutella tutto il resto era nullo”.

COMMENTO: non so se ha letto lo svolgersi del dibattito ma, nasce una domanda spontanea, “per caso, non è d’accordo con il primo principio della tossicologia moderna – la dose è il veleno – dato che dice “…le ho dato altre creme…”. Si, ma quanto? Altrimenti sembra che i tossicologi ed i nutrizionisti siano un branco di perditempo, ignoranti e terroristi dato che si può “mangiare tutto a volontà!”

Fabio prosegue e conclude: “Poi questo inutile terrorismo sull’olio di palma, sapendo benissimo che fa male tanto quanto altri grassi usati in cucina, confuso soprattutto con l’olio di palmisto che è veramente nocivo. La Stevia gran dolcificante ma sa di liquirizia, terribile persino nel caffè, meglio l’eritritolo. Infine oggi leggiamo che uno studio durato 16 evidenzia la mancata correlazione tra zucchero e diabete tipo 2 e malattie cardiovascolari. Si può dire tutto e il contrario di tutto e internet in questo la fa da principe, ma alla fine siamo ben lontani da capire cosa realmente oggi ci fa veramente male. Quindi mangiate quello che volete basta che vi faccia stare felici anche per un attimo e senza esagerare che è forse l’unica vera chiave che stare bene”

COMMENTO: da questo si vede che “la dose è il veleno” è un principio sconosciuto. Anche l’olio di oliva fa male se si esagera con il suo consumo e qualsiasi alimento fa male. Di nuovo: qualsiasi alimento, se consumato in eccesso ed in maniera scriteriata, fa male. Poi, quando si fanno determinate affermazioni (…uno studio durato 16 evidenzia la mancata correlazione tra zucchero e diabete tipo 2 e malattie cardiovascolari) non sarebbe male corredarle di riferimenti bibliografici così, la sua affermazione “Si può dire tutto e il contrario di tutto e internet in questo la fa da principe,…” potrebbe essere sostanziata. A proposito vi sono centinaia di studi che affermano il contrario, quindi di chi è o che cos’è questo studio durato 16 (anni?, pazienti?, giorni?)

La conclusione poi è il trionfo della medicina (sembra il dr. Knok): mangiate quello che volete basta che vi faccia stare felici anche per un attimo e senza esagerare che è forse l’unica vera chiave che stare bene” ed è pure in qualche modo “vera” anche se sembra più polemica che sensata quando utilizzata in questo contesto ed in questo modo.

Fabio, nessuno ha risposto alla mia obiezione che un “sano gelato” è una fonte di zucchero (visto che questo, lo zucchero, è il grande colpevole nella indagine giornalistica) molto più significativa di una dose di Nutella (un consiglio: provi Novi e poi mi dirà) che sia un caso?

ezio
ezio
29 Giugno 2018 12:10

Provo a fare una sintesi delle considerazioni e commenti per me più significativi:
– E’ la dose che fa il veleno = peggiore è il prodotto minore la dose tollerata prima dei danni.
– Meno nocciole, più zuccheri e grassi saturi estranei = Nutella = non definibile crema di nocciole.
– E’ la somma che fa il totale = colazione con una crema extra dolce ed extra grassa, più un gelato a merenda = abbiamo superato abbondantemente la quantità di zuccheri semplici giornalieri.
– Ci sono molte vere creme di nocciola con un buon contenuto di nocciole, meno zucchero, niente grasso saturo tropicale = possiamo scegliere il giusto compromesso tra contenuto, gusto e prezzo adeguato perché ne dovremo consumare poca comunque.
– Il qualunquismo è una fuga dalla realtà, che per complicata che sia anche per le informazioni e controinformazioni imperanti, non giustifica la rinuncia alla ricerca del meglio possibile, soprattutto per i bambini di tutte le età.