“Non è mai morto nessuno” o “si è sempre fatto così”. Quante volte ci siamo sentiti ribattere in questo modo da parenti, genitori o dal partner quando abbiamo provato a cambiare (e migliorare) certe radicate abitudini? E se la discussione verte su temi alimentari, scardinare le consuetudini è ancora più difficile. Con il suo libro “Non è mai morto nessuno” Alessandro Mustazzolu, microbiologo, ci viene in aiuto con un una serie di aneddoti che prende come pretesto per parlare di temi che interessano la nostra salute e la salute di chi ci sta accanto. Una piccola storia dove il bias (ovvero un pregiudizio basato su un numero estremamente esiguo di osservazioni e che cerchiamo di confermare non appena ne abbiamo la possibilità), su cui puntualmente si inciampa, viene sottolineato e smentito, sempre con il supporto di fonti medico-scientifiche.
Lavare il pollo?
Le storie raccolte in questo libro fanno ben capire in che modo le persone, alcune volte anche istruite, rare volte anche addetti ai lavori, inciampino in bias che conducono i loro ragionamenti altrove rispetto a quella che invece è l’attuale conoscenza scientifica. Ogni capitolo tematico racconta una storia: quella di Federica, per esempio, mamma di Elena che ama informarsi e documentarsi sulla salute della figlia, tuttavia perennemente soggiogata dalla suocera e dalla sua frase preferita: “si è sempre fatto così”. Wurstel crudi e listeria, uova e salmonella, impasti crudi ed Escherichia coli, pollo crudo e Campylobacter, confetture e botulino, ma anche toxomplasmosi e gravidanza, tubercolosi e molti altri temi di cui si parla quotidianamente. Perché al centro di discussioni quotidiane ci sono dibattiti spesso sanabili con le evidenze scientifiche.
L’autore, giovane microbiologo, in queste pagine vuole fornire i mezzi per accedere ai concetti fondamentali della microbiologia, che ci riguardano tutti. In un mondo pieno di informazioni, il rischio più grande è una finta credenza, che ci porta a sentire un falso senso di protezione.
Alessandro Mustazzolu, Non è mai morto nessuno. Dagli impasti crudi al microbiota, viaggio nella microbiologia di tutti i giorni, 224 p., Gribaudo, Collana Straordinariamente, 16,90 €
© Riproduzione riservata. Foto: Gribaudo
Giornalista, redattrice de Il Fatto Alimentare, con un master in Storia e Cultura dell’Alimentazione
Igiene e microbiologia sono discipline che non smettono mai di stupire, perchè nella semplicità dei meccanismi causali che sanno innescare provocano dei danni, anche molto rilevanti. Facendoci rimpiangere la scelta di rinunciare ad approfondire, ahimè.
Per “impasti crudi” (che una persona mangia, immagino) che cosa intende esattamente il microbiologo?
Il pezzetto di pasta sfoglia fatta in casa, o la manciata di tagliatelle? L’avanzo nella teglia dell’impasto della torta di mele? E con “uova e salmonella” si riferisce anche allo zabaione?
Sono genuinamente curiosa, perché se lo specialista intende questo, allora io sono morta da decenni e non lo sapevo.
Un’intossicazione dipende dalle concentrazioni delle tossine, dalla reazione del sistema immunitario che cambia da individuo a individuo e varia secondo lo stato fisico personale, dalla temperatura ed altri parametri ambientali che favoriscono lo sviluppo dei microrganismi, dallo stato di conservazione (es. scongelato e ricongelato) ecc. Ovviamente grazie alle regole igieniche che adottiamo da anni ci si ammala sempre meno, ma il fatto di non aver mai avuto grandi problemi se non un po’ di mal di pancia ogni tanto non garantisce
Il titolo mi sembra veramente nmolto azzeccato … mi ricorda, per analogia semplificatoria, la risposta che ricevo al banco frutta/verdura quando faccio notare l’utilità dell’uso dei guanti nel riempire il proprio sacchetto: “Ah, ma guardi, io tocco solo la frutta che metto nel mio sacchetto”.
Non ho comptreso il tenore del libro.
Con “Non è mai morto nessuno” si intende che utilizziamo eccessive ed inutili precauzioni nel manipolare il cibo oppure esattamente il contrario, che abbiamo un’igiente troppoci superficiale?
Il libro parla di alcune radicate convinzioni e di luoghi comuni, non solo in cucina, che si scontrano con le reali conoscenze scientifiche in ambito microbiologico, e spesso con le raccomandazioni ufficiali di istituzioni medico-scientifiche nazionali e internazionali. Ad esempio, l’abitudine di mangiare i würstel, le uova e i frutti di mare crudi, perché “si è sempre fatto così” e i rischi che ciò comporta. Non dice che abbiamo un’igiene troppo superficiale, ma che sottovalutiamo certi rischi perché certe abitudini di consumo sono molto radicate.