Nestle S.A.

È passato meno di un anno da quando, nel giugno 2021, il Financial Times pubblicava lo stralcio di un documento interno di Nestlé, in cui la multinazionale svizzera ammetteva che più del 60% dei suoi prodotti non può essere definito sano e che alcuni di essi non potranno mai esserlo, indipendentemente dai tentativi di rinnovarli. Colpa dei troppi grassi e zuccheri, ma anche degli aromi e dei coloranti, che collocano il 63% degli alimenti e delle bevande del brand al di sotto dei 3,5 punti, che nel sistema di valutazione australiano, ormai adottato a livello internazionale da molti esperti, rappresenta la soglia minima per definire ‘sano’ un prodotto.

Tra gli alimenti sotto accusa rientrerebbe il 70% dei prodotti alimentari, di cui il 99% di quelli del comparto pasticceria e gelateria e il 96% delle bevande (ad eccezione dell’82% delle acque minerali e del 60% dei prodotti lattiero-caseari). Prodotti rivolti prevalentemente a un pubblico giovane, ma considerati non proprio ottimali dal punto di vista dell’apporto nutritivo. In un’intervista al Sole 24 Ore, l’amministratore delegato e presidente di Nestlé Italia e Malta, Marco Travaglia, ha ridimensionato il dato riportato dal quotidiano statunitense, sottolineando che esso non tiene conto dei prodotti ‘speciali’ (integratori, alimenti terapeutici, sostituti dietetici dei pasti), gli alimenti per la nutrizione infantile, il cibo per animali domestici e il caffè, che da soli rappresentano circa la metà del portafoglio Nestlé, da cui dipendono circa 84 miliardi di euro di entrate annuali dell’azienda. Tenendo conto di questa fetta della produzione, la percentuale dei prodotti ‘insalubri’ a marchio Nestlé si ridurrebbe a un 30%. Si tratta di una percentuale destinata ulteriormente a scendere grazie all’aggiornamento degli standard nutrizionali interni. L’azienda infatti sta già perseguendo, questa linea soprattutto per quanto riguarda la riduzione di zucchero e sodio aggiunti, calati in media del 14-15% % negli ultimi 7 anni, poi ci sono gli investimenti in una linea di alimenti 100% vegetali, proposti in Italia sotto l’etichetta Garden Gourmet.

Da qualche anno Nestlé ha lanciato una linea di prodotti vegetali chiamata da Garden Gourmet

Lo scorso febbraio, le ambizioni salutiste della più grande multinazionale del food si sono scontrate con l’opinione dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) che, proprio come era avvenuto nel 2020, ha rigettato la richiesta dell’azienda di poter sostenere l’effetto benefico dei betaglucani contenuti nei propri cereali da colazione, per quanto riguarda la capacità di ridurre l’aumento della glicemia postprandiale.

Nel 2011 Efsa ha espresso parere positivo in merito alla capacità dei betaglucani (fibre vegetali contenute in orzo e avena) di ridurre i livelli di colesterolo ‘cattivo’ (LDL) nel sangue. Nello stesso anno l’Efsa ha autorizzato le aziende a fare riferimento a questo possibile effetto benefico sulle confezioni dei prodotti e Nestlé Italia ha pubblicato sul proprio sito un Wellness Report che fa riferimento a questo potenziale. Nel 2020 (e poi nel febbraio 2022) Efsa però ha respinto la richiesta di Nestlé di poter usare il claim riferito al potenziale effetto ipoglicemizzante dei betaglucani, considerando che ne servirebbero dosaggi molto più elevati rispetto a quelli ottenibili dal normale consumo di cereali a colazione.

Prendendo atto dell’opinione dell’Efsa, il portavoce di Nestlé ha dichiarato di apprezzare il feedback positivo espresso dall’Ente istituzionale a proposito della validità degli studi clinici presentati dall’azienda, e l’opportunità di fornire ulteriore documentazione scientifica. Nestlé dovrà migliorare il profilo nutrizionale di alcuni prodotti, aumentando gli ingredienti e i nutrienti essenziali per una dieta equilibrata (come cereali integrali e fibre), e riducendo altri come zucchero e sodio.

Nestlé
La linea Nestlé Health Science nata nel 2011

Nel frattempo l’azienda ha inaugurato la linea Nestlé Health Science. Nata nel 2011 dall’evoluzione di HealthCare Nutrition del Gruppo, quest’azienda globale ha inaugurato una nuova generazione d’imprese specializzate in Scienze della salute, che promuovono il ruolo terapeutico della nutrizione, attraverso la proposta di soluzioni dietoterapeutiche  capaci di migliorare significativamente la qualità della vita. Nestlé Health Science produce ogni anno circa un miliardo di soluzioni nutrizionali scientificamente formulate, disponibili sotto forma di prodotti ‘da banco’ (categoria Consumer Care) oppure acquistabili dietro prescrizione medica o utilizzate presso strutture sanitarie (categoria Medical Nutrition).

Tra prodotti destinati alla grande distribuzione e ricerche nell’ambito della ‘nutriterapia’ (o Novel Therapeutic Nutrition), questo colosso dell’industria alimentare riuscirà, forse, a trovare un equilibrio tra desiderio di ampliare il proprio business economico e volontà di trasformare la nutrizione in uno strumento importante per la cura della salute.

© Riproduzione riservata Foto: iStock

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