Sanzione di oltre 1 milione alle società riconducibili a Chiara Ferragni e di 420 mila euro a Balocco per pratica commerciale scorretta. Secondo l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato le suddette società hanno fatto intendere ai consumatori che acquistando il pandoro “griffato” Ferragni avrebbero contribuito a una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino. In realtà Balocco aveva già fatto la donazione per un importo pari a 50 mila euro mesi prima, mentre le società riconducibili a Chiara Ferragni hanno incassato dall’iniziativa oltre 1 milione di euro.
Le sanzioni
L’Autorità ha sanzionato le società Fenice S.r.l. e TBS Crew S.r.l., che gestiscono i marchi e i diritti relativi a Chiara Ferragni, rispettivamente per 400 mila euro e per 675 mila euro, mentre l’industria dolciaria Balocco S.p.A. ha ricevuta una sanzione di 420 mila euro. La contestazione riguarda l’iniziativa “Chiara Ferragni e Balocco insieme per l’ospedale Regina Margherita di Torino” promossa nel periodo natalizio dell’anno scorso (da novembre a dicembre 2022).
L’Autorità ritiene che si sia trattato di una pratica commerciale scorretta per aver pubblicizzato il “Pandoro Pink Christmas”, “griffato” Chiara Ferragni, lasciando intendere ai consumatori che, comprandolo, avrebbero contribuito a una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino per acquistare un nuovo macchinario per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing. Le società Fenice e TBS Crew hanno incassato la somma di oltre 1 milione di euro a titolo di corrispettivo per la licenza dei marchi della Ferragni e per la realizzazione dei contenuti pubblicitari, senza versare nulla all’ospedale Regina Margherita di Torino.
La differenza di prezzo
Secondo l’Antitrust la pratica risulta scorretta per diversi motivi. Far credere che acquistando il “Pandoro Pink Christmas” proposto al prezzo di oltre 9 euro, anziché 3,70 del pandoro non griffato, i consumatori avrebbero contribuito alla donazione che, in realtà, era già stata fatta dalla sola Balocco a maggio 2022, quindi molti mesi prima del lancio dell’iniziativa nel novembre dello stesso anno.
Aver diffuso, tramite il cartiglio apposto su ogni singolo pandoro “griffato” Ferragni, informazioni idonee ad avvalorare la circostanza – non vera – che l’acquisto del prodotto avrebbe contribuito alla donazione pubblicizzata.
Aver pubblicato post e stories sui canali social di Chiara Ferragni in cui si lasciava intendere che comprando il “Pandoro Pink Christmas” si poteva contribuire alla donazione e che Ferragni partecipava direttamente alla donazione, circostanze risultate non rispondenti al vero, nonostante le sue società avessero incassato oltre 1 milione di euro. L’Autorità ha ritenuto inoltre che anche il prezzo del pandoro “griffato”, in vendita a un prezzo due volte e mezzo superiore rispetto al Pandoro classico Balocco, abbia contribuito a indurre in errore i consumatori rafforzando la loro percezione di poter contribuire alla donazione acquistando il “Pandoro Pink Christmas”.
Nonostante i circa 30 milioni di follower della Ferragni, le vendite non non sono andate poi così bene. Secondo l’Autorità 362.577 pandori “griffati”, sono stati distribuiti ai punti vendita. Di questi il 20% sono rimasti invenduti e si è proceduto alla distruzione. Balocco dichiara che l’operazione non è stata conveniente da punto di vista economico.
Pandoro amaro per Chiara Ferragni
Secondo l’Antitrust questa pratica ha limitato considerevolmente la libertà di scelta dei consumatori. Si è fatto leva sulla loro sensibilità verso iniziative benefiche, in particolare quelle in aiuto di bambini affetti da gravi malattie. Con questa condotto si è violato il dovere di diligenza professionale ai sensi dell’articolo 20 del Codice del Consumo e integrato una pratica commerciale scorretta, connotata da elementi di ingannevolezza ai sensi degli articoli 21 e 22 del Codice del Consumo.
© Riproduzione riservata
Siamo un sito di giornalisti indipendenti senza un editore e senza conflitti di interesse. Da 13 anni ci occupiamo di alimenti, etichette, nutrizione, prezzi, allerte e sicurezza. L'accesso al sito è gratuito. Non accettiamo pubblicità di junk food, acqua minerale, bibite zuccherate, integratori, diete. Sostienici anche tu, basta un minuto.
Dona ora
Ritengo “meravigliosa” questa sentenza, in generale ed in particolare per l’osservazione che sui consumatori
“Si è fatto leva sulla loro sensibilità verso iniziative benefiche, in particolare quelle in aiuto di bambini affetti da gravi malattie”.
Sono molte le iniziative che associano l’acquisto di un prodotto alla possibilità di “fare del bene” e devo dire che, tenendomi informato sulle vicende del mondo…”, sono sempre assai diffidente e quasi mai partecipo.
Nel caso in esame pare assai evidente la notevole differenza tra l’importo devoluto (peraltro indipendentemente dalle vendite) all’ospedale, 50000 euro, e l’importo incassato dalla generosa influencer.
E’ brutto anche, e va sottolineato, che poiché la vendita non influiva su quanto devoluto all’ospedale, se ne desume che la differenza di prezzo a cui è stato proposto il pandoro è stata una mera operazione commerciale di puro guadagno.
Il mio consiglio è di evitare l’acquisto dei prodotti legati a “beneficenza”, difficile abbiano una totale trasparenza. Tra l’altro, non è certo un euro su un prodotto che può fare chissà quali cifre. Io preferisco dare ciò che voglio direttamente all’ente, preferibilmente del territorio e che conosco. Comprendo anche che agli enti certe iniziative possano fare comodo come finanziamento, ma valutassero anche il rischio di “vendere a poco prezzo” la loro credibilità.
ps se Balocco manco ci ha guadagnato, ce ne faremo una ragione…
Da parte mia ho comprato per Natale da regalare, un dolce della Balocco. Credo che la sig.ra Ferragni non mi manderà un suo biglietto d’auguri, visto che ho preso un panettone a Euro 2,90 e non il suo famoso pandoro. Che dire: me ne farò una ragione anch’io.
Ma quindi Ferragni sapeva che non sarebbero stati devoluti soldi in base alle vendite o no? Non mi é chiaro.
Grazie per il chiarimento.
Ferma restando la sacrosanta sentenza, non capisco la differente sanzione applicata alla azienda produttrice. Il fatto che la beneficenza non fosse legata alle vendite magari è da dimostrare per la CF &Co, ma la Balocco sapeva benissimo che avrebbe solo fatto un extraprofitto…finisce qui questa storia o ci sono anche seguiti penali? Non si configura nessun reato? .
Da un punto di vista finanziario i conti di Balocco si sono conclusi in rosso
Mah se avessero venduto la stessa quantità al prezzo normale avrebbero incassato circa 1 milione e mezzo, col prezzo super maggiorato ne hanno incassati oltre 2 e mezzo. Dandone 1 alla Ferragni come compenso sono comunque messi bene (certo sarà costata di più la confezione speciale e lo zucchero a velo rosa, però…). Quindi multata per un milione e in più lei ha dato in beneficenza 1 altro milione se ho capito bene.
Ripeto, Balocco all’Antitrust ha detto che l’operazione finanziaria si è conclusa in rosso
Forse, per evitare che queste cose si ripetano, sarebbe il caso che una norma nazionale o europea prevedesse che la Stessa cifra riconosciuta allo sponsor debba essere devoluta ad un ente nazionale che provveda alla distribuzione di quanto incassato a enti di beneficenza che accettino un controllo severo sui propri conti e sulle spese sostenute per distribuire l’incasso a chi necessita di aiuto.
In tal modo si ridurrebbero automaticamente certe cifre che per le persone “normali” appaiono scandalose.
Evidentemente lo stesso trattamento per i grandi campioni dello sport e di qualsiasi altri tipo di attività.