api, glifosato

apiSi tratta ormai di un fatto noto: per la propria riproduzione, il 90% delle specie di piante da fiore dipende esclusivamente dagli insetti impollinatori e in particolare dalle api. È però sempre più evidente che l’esistenza di questi animali preziosi è minacciata e che l’agricoltura intensiva rappresenta uno dei pericoli principali per la loro sopravvivenza. Tra gli aspetti più deleteri spiccano l’uso di pesticidi tossici e la prevalenza delle monocolture, che privano gli insetti del cibo dopo la fioritura.

La rivista Que Choisir, in un articolo pubblicato online il 18 dicembre 2021, illustra i risultati di un monitoraggio condotto per quattro anni sulle api dall’Agenzia nazionale francesce per la sicurezza sanitaria (Anses). Grazie alla collaborazione con una rete nazionale di apicoltori, che hanno dichiarato le loro perdite, è stata infatti studiata la mortalità di questi insetti ed è stato valutato l’indebolimento delle colonie all’inizio di ogni primavera, una volta superato il periodo invernale.

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Il picco della moria di api si è raggiunto nel 2018, quando ha toccato il 30%, poi i casi sono scesi per due anni al 20%, risalendo nel 2021 al 25%

I dati raccolti parlano chiaro, negli anni Novanta la mortalità media invernale registrata dall’Unaf (sindacato che rappresenta più di 20 mila apicoltori francesi) era del 5%. Negli ultimi quattro anni, Anses ha invece registrato un incremento impressionante di questo dato, che ha raggiunto il 25% nel 2021, con una crescita rispetto al 20% del 2019 e del 2020, ma una riduzione rispetto al picco del 30% registrato nel 2018, il primo anno in cui è stato effettuato il monitoraggio.

L’articolo indica nei pesticidi, e più in particolare negli insetticidi, i principali responsabili di questa moria. È infatti noto da tempo che i neonicotinoidi usati nei campi indeboliscono le colonie, interrompendo lo sviluppo e riducendo il senso di orientamento degli insetti, i quali non riescono a ritrovare la strada per tornare all’alveare. Tuttavia, è stato solo dopo oltre 20 anni di controversie sulla loro tossicità che alcuni neonicotinoidi sono stati banditi per sempre. È stato inoltre scoperto più recentemente che i pesticidi si trovano anche nella cera degli alveari.

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Le api apprezzano molto la colza in fiore, che è molto mellifera, però la perdita di biodiversità è pericolosa, perché quando questa sfiorisce non trovano più nutrimento

Nel testo si evidenzia poi che sono dannose anche le pratiche agricole intensive di monocoltura. “Le api apprezzano la colza in fiore, che è molto mellifera – dichiara a Que Choisir Pauline Jullien, responsabile dell’industria delle api e dell’ambiente presso Unaf –. Quando si fa monocoltura su vasti territori con paesaggio uniforme, però, la perdita di biodiversità è pericolosa, perché dopo la fioritura della monocoltura possono venire a mancare le risorse nutritive per le api”.

Ci sono certamente anche altri fattori dannosi, come la crescente diffusione del calabrone asiatico e la persistenza della varroa (un acaro parassita), ma è certo anche che le api, già indebolite dall’esposizione ai pesticidi, sono ancora meno resistenti a queste minacce. La responsabilità dei pesticidi è tale che la procedura per l’immissione in commercio dei prodotti fitosanitari è stata messa in discussione da tempo, addirittura dal 2011. Ormai da diversi anni, infatti, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e Anses hanno chiesto senza successo la revisione di tale procedura per includervi dei test di valutazione sulle dosi pericolose per le api. Il potere delle lobby agro industriali, conclude l’articolo di Que Choisir, è però evidentemente ancora troppo.

© Riproduzione riservata; Foto: AdobeStock, Fotolia

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Mariella
Mariella
4 Gennaio 2022 04:57

Purtroppo è vero. Oltre un mese fa ne ho trovate morte 6 sul mio balcone.. Non era mai successo.. Ma la cosa grave è che sta continuando a succedere.. Ne ho trovate altre 2 proprio ieri. Le api sono le sentinelle Dell ambiente… Senza di loro morirà ltutto l ambiente..