Donna di spalle beve bicchiere pieno di frammenti di plastica; concept: microplastiche

Le nano e microplastiche hanno dimensioni da 0,0001 a 5 millimetri. Si dividono in primarie, ossia realizzate intenzionalmente dall’uomo e rappresentate da granuli e pellet di vari materiali*, oppure secondarie, originate dalla degradazione per invecchiamento ed esposizione del materiale ad agenti atmosferici, chimici e fisici di sacchetti, pneumatici, bottiglie, materiali tessili e altro. Ancora non si conoscono gli eventuali danni che potrebbero causare all’essere umano. Ma una cosa è certa: sono ovunque e di conseguenza, ne ingoiamo, respiriamo, assumiamo in vario modo tutti i giorni. In un primo momento le indagini si sono concentrate sulle acque di mari, oceani, fiumi e laghi, trovandole praticamente a qualsiasi latitudine e longitudine. Negli studi successivi si sono rinvenute microplastiche anche nella neve, in molluschi e pesci, sull’Himalaya, nel sale da cucina, nelle falde acquifere sotterranee e quindi nell’acqua di rubinetto.

I tappi delle bottiglie rilasciano miliardi di micro e nanoparticelle nelle bevande zuccherate e nell’acqua minerale. Stessa sorte per i biberon e gli altri contenitori in plastica utilizzati per dare ai neonati latte, tisane e succhi, e per conservare gli alimenti per bambini. Queste stoviglie possono rilasciare molte microplastiche, soprattutto se vengono scaldate, così come accade durante l’infusione delle bustine in plastica per il tè.

Il circolo infinito della plastica

Uno studio dell’Università di Catania, per la prima volta al mondo, ha rinvenuto concentrazioni di microplastiche (grandezza inferiore a 10 micrometri, ovvero 10 millesimi di millimetro) in mele, pere, patate, carote, lattuga e broccoli. La scoperta sconcertante è che le sostanze plastiche, una volta degradate dal terreno, sono assorbite dagli ortaggi. Entrano quindi nella parte edibile di frutta e verdura e successivamente vengono assunte dalle persone.

microplastiche
Miliardi di micro e nanoparticelle vengono rilasciate dalle bustine di tè in plastica

Come anticipato le interazioni tra microplastiche e corpo umano sono ancora sconosciute. Per quanto riguarda le particelle più voluminose sono escrete attraverso le feci, mentre per quelle più piccole, preoccupa l’effetto di accumulo e il possibile trasferimento dai linfonodi a organi quali i reni, l’intestino, il cervello, il fegato, o il passaggio anche attraverso la placenta. Un’altra problematica su cui occorrerà approfondire sono le contaminazioni: la plastica è infatti ideale per l’insediamento di specie batteriche, virali e fungine.

Le microplastiche nell’acqua

La rivista Inchieste di Altroconsumo di questo mese ha analizzato la qualità dell’acqua delle fontanelle di 15 città. Tra i vari parametri sono state ricercate anche le microplastiche che sono sempre state rinvenute, da un minimo di 18 particelle per litro, a un massimo di 373, con una media di 88. Le tipologie di questo contaminante sono state individuate principalmente in due sostanze polietilene (PE), polipropilene (PP), molto utilizzati per gli imballaggi e le costruzioni.

ape fiore
Una particella su sei tra quelle presenti sul corpo di un’ape è una microplastica

Le api

Recentemente è stato pubblicato uno studio su Science of the Total Environment in cui si parla di un nuovo avvistamento delle microplastiche: sul corpo delle api. Come se non fossero già minacciati da innumerevoli fattori, questi impollinatori potrebbero incorrere in una nuova possibile minaccia proprio a causa della loro conformazione fisica. Il loro corpo infatti è ricoperto di peli che durante il volo si caricano elettrostaticamente. È proprio grazie a questa caratteristica trattengono il polline dei fiori, e lo diffondono nell’ambiente. Gli studiosi hanno appurato che una particella su sei tra quelle presenti sul corpo di un’ape è una microplastica.

Secondo le istituzioni, tra cui l’Oms, l’attuale livello di contaminazione da microplastiche non è ancora ritenuto pericoloso per la salute umana. Invitano però ad approfondire l’argomento soprattutto per iniziare a intraprendere misure preventive.

* Le nano e microplastiche possono essere di: polietilene (PE), polipropilene (PP), polistirene (PS), polietilene tereftalato (PET), polivinil cloruro (PVC), poliammide (nylon) e etilene vinil acetato (EVA)…

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