Polli e/o galline in un pollaio domestico

In alcuni distretti della Francia e del Belgio, da oltre una decina d’anni lo spreco alimentare si combatte anche in un modo assai originale: con le galline assegnate gratuitamente a chi, rispettando alcuni criteri, ne faccia richiesta. Il sistema funziona, non solo perché lo spreco domestico diminuisce sensibilmente, ma anche perché le galline forniscono molte uova gratuite ai proprietari, e hanno effetti positivi sulla comunità e sui bambini. Inoltre, le uova sono prodotte da volatili la cui vita è molto più “naturale” rispetto a quella delle galline da allevamento.

A raccontare la storia dei villaggi francesi e non solo è la BBCche, a diversi anni dai primi esperimenti, fa un bilancio di quell’esperienza, per capire se e come potrebbe essere sfruttata in altre realtà.

Dieci anni di galline

Il paese nel quale la distribuzione di galline sta andando meglio è probabilmente Colmar, che ha iniziato nel 2015 con lo slogan: “Una famiglia, una gallina”. Nei primi mesi dell’anno, circa 200 famiglie avevano ricevuto una coppia di polli ciascuna, sempre di varietà locali come il Poulet Rouge o il pollo alsaziano, che producono uova a un ritmo meno forsennato di quelle industriali, ma sono anche molto più resistenti alle malattie, e autoctone. Secondo l’accordo, i proprietari dovevano allevare i volatili, non mangiarli, ed erano consapevoli del fatto che le autorità locali responsabili del progetto avrebbero effettuato controlli a campione per verificarne il benessere. Non venivano fornite gabbie né altre strutture, di cui dovevano occuparsi le famiglie; queste ultime dovevano avere a disposizione almeno otto-dieci metri quadrati per coppia di galline.

Nel 2022 l’iniziativa si era diffusa a tutte e venti le municipalità della zona giuridica di Colmar (chiamata Aggrégation) e a oggi le galline date ai residenti sono state 5.822. Il prossimo bando di assegnazione è in programma per giugno.

galline contro lo spreco alimentare
Tra i beneficiari principali ci sono i bambini, che hanno potuto vedere da vicino la vita di un animale

Galline e spreco

Facendo un po’ di calcoli, poiché ogni gallina vive circa quattro anni, e poiché consuma 150 grammi di scarti alimentari al giorno, nella zona è stato possibile evitare di mandare in discarica o nei biodigestori 273,35 tonnellate di rifiuti organici. E, in più, ogni gallina ha fornito da 200 a 300 uova ogni anno.

C’è poi un aspetto, non previsto, ma che è emerso con grande forza: quello dei benefici legati alla presenza di animali nella comunità. Le galline hanno contribuito a rinsaldare le relazioni sociali, dal momento che di quegli animali, nei paesi, si parla molto, scambiandosi esperienze e consigli. Inoltre, tra i beneficiari principali ci sono i bambini, che hanno potuto vedere da vicino la vita di un animale, e hanno sviluppato spontaneamente rispetto per ciò che mangiano e per la natura in generale.

I precedenti

Due anni prima di Colmar, un’altra cittadina francese, Pince, aveva lanciato un’iniziativa analoga, spendendo inizialmente solo 600 euro. Con quel denaro il consiglio comunale aveva acquistato e poi donato a 31 famiglie del posto una coppia di galline di 17 settimane insieme a una sacca di mangime, riscuotendo un grande successo. Due anni dopo, le famiglie avevano visto diminuire la tassa sui rifiuti, perché quelli avviati agli impianti erano calati drasticamente. Secondo i calcoli fatti, ogni gallina può consumare fino a 150 chilogrammi di scarti alimentari all’anno, cioè un po’ meno della metà di quanto, in media, un francese produce (360 kg).

A livello nazionale, lo stato spende otto miliardi di euro per quei rifiuti. Ma le comunità locali, se ne avviano di meno agli impianti di trattamento, spendono meno, e riescono così ad abbassare le tasse sui rifiuti. In più, ogni nucleo familiare aveva potuto usufruire di circa 200 uova in un anno, risparmiando un altro po’ di denaro.

Anche in Belgio nel 2010 le città di Anversa e Mouscron, nella zona di Limburg, hanno puntato sulle galline per il riciclo dei rifiuti organici. Secondo l’accordo, i proprietari dovevano seguire un breve corso sull’allevamento, garantire uno spazio sufficiente e non mangiare le galline per almeno due anni. Ancora una volta l’idea delle galline in casa è piaciuta moltissimo alla popolazione: quelle distribuite sono state 2.500 nel secondo anno, con un aumento del 306% delle richieste di adesione.

I possibili rischi

Alcuni paesi come il Regno Unito sconsigliano apertamente di dare gli scarti alimentari agli animali, per scongiurare il rischio di diffusione di malattie, particolarmente presente tra i polli. Per questo Paul Behrens, dell’università di Oxford, pensa che sia meglio evitare di regalare polli ai cittadini, anche perché, se è obbligatorio tenere le galline chiuse in una gabbia o al coperto, come accade nel Regno Unito, si rischia di compromettere il loro benessere.

Altri, tra i quali Mark Bomford, responsabile dei programmi sulla sostenibilità alimentare dell’Università di Yale, negli Stati Uniti, pensano che il modello sia inapplicabile in realtà diverse da quelle francesi, e che comunque solo i più abbienti potrebbero permettersi di allevare galline nel cortile di casa, avendo anche il tempo per occuparsene. Inoltre, se lo scopo fosse quello di avere una fornitura di uova certa e a prezzi abbordabili, probabilmente le galline domestiche non sarebbero la soluzione, perché i volatili al centro di queste iniziative sono varietà a crescita lenta, che non necessariamente fanno un uovo al giorno.

Infine, secondo altri esperti tra i quali Behrens, paradossalmente avere galline in casa potrebbe far aumentare la produzione di scarti alimentari, e questo sarebbe assolutamente da evitare. Il punto è non produrre scarti, non riciclarli in un certo modo.

Galline in affitto

Una soluzione alternativa, che sta avendo molto successo negli Stati Uniti, è quella proposta da Christine e Brian Templeton, una coppia del New Hampshire che ha lanciato Rent the chicken, che propone l’affitto delle galline a circa cento dollari al mese. Secondo i Templeton, con due galline si hanno in media una dozzina di uova a settimana, un quantitativo tutt’altro che trascurabile, vista la crisi delle forniture e i prezzi impazziti delle uova americane. Anche se, in quel caso, il mangime viene fornito con gli animali. E non è uno scarto alimentare, riciclato ma comune mangime.

© Riproduzione riservata. Foto: Depositphotos.com

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Tonino Riccardi
Tonino Riccardi
21 Marzo 2025 14:24

Quando vai in vacanza le galline te le porti ?

Osvaldo F
Osvaldo F
24 Marzo 2025 06:20

A me l’idea piace molto, anche se non fa per me non avendo tempo per gestirla. Mi chiedo perché debba essere sempre il pubblico ad avviarla, un privato non può da sé pensarci? Ho alcuni vicini che hanno polli e conigli, in città. Non capisco poi perché questa cosa debba portare ad un abbassamento della tassa rifiuti: credevo che l’umido venisse usato per fare compost, ora scopro che all’azienda dei rifiuti invece costa…
Oltre a quelli segnalati nell’articolo, c’è un altro problema: a me risulta che il possesso anche di un solo animale debba essere comunicato, se ricordo alla ASL del territorio. Ci si infila in una situazione dove c’è la burocrazia, e quando un hobbista traffica in queste cose, a sbagliare una cosina e prendersi una multa, talvolta di importo “assurdo” rispetto alla violazione compiuta, è un attimo. Pensate che adesso se trovate un piccione ferito per strada, se non lo si soccorre si rischia una multa. Amici hanno avuto una esperienza con un rondone che hanno soccorso: chiamato chi di dovere, sono stati LORO a doverlo portare al centro recupero, mattina persa e 70 km di auto… Mettono le leggi ma poi non le gestiscono ed al cittadino tocca arrangiarsi

Annalisa
Annalisa
25 Marzo 2025 08:23

Un progetto vincente per diffondere l’aviaria senza controllo

Coccodè
Coccodè
25 Marzo 2025 12:09

Beh, un articolo direi “aggiornato”, scritto adesso come se fosse una novità quando anche noi, in Italia abbiamo avuto lo stesso progetto nel comune di Guardistallo dal 2017

Antonio
25 Marzo 2025 12:30

Ho due ettari 5 galline e 1 gallo. Intorno al mio terreno alcune ville. Alcuni hanno già reclamato per il gallo. La notte, il suo canto disturba.
Cosa rispondergli?
Perché un cane che abbaia, un allarme che suona, una moto o un’auto rumorosa non disturbano mentre un gallo si?
Suggeritemi qualcosa, come devo comportarmi?

Giovanni
Giovanni
Reply to  Antonio
27 Marzo 2025 12:56

Prendi un’altra gallina e mangiati il gallo…..

Andrea
Andrea
Reply to  Antonio
28 Marzo 2025 07:37

Buongiorno,
proverei a misurare se effettivamente, al confine tra casa sua e quella dei vicini, il rumore supera i limiti di legge.
Di notte sono consentiti 3 decibel, oltre al rumore già presente.
Per una prima misurazione “a spanne” potrebbe usare anche un app scaricabile nel telefonino.
Se effettivamente il limite dovesse essere superato, e per evitare contestazioni da parte dei vicini, se possibile provi ad organizzare gli spazi in modo da limitare la diffusione del rumore.

Vegetariana
Vegetariana
Reply to  Antonio
29 Marzo 2025 15:15

Cari signori se avete problemi di risveglio notturno potreste provare a bere po’ di camomilla calda con melatonina..Ci si abitua a tutto,io Ve lo.posso assicurare . Vivo in una grande casa che però si trova vicino ad una stazione ferroviaria ,e al rumore ormai familiare del treno, che passa più volte durante tutta la notte non ci faccio più caso ,anche se i doppi infissi alle finestre aiutano …Mi piacerebbe sentire il canto del gallo mentre dormo ,ma oramai e’ una vita che sento il treno passare di notte ,fare vibrare le pareti della mia stanza mentre stride ciuf ciuf…..

giova
giova
Reply to  Antonio
3 Aprile 2025 22:13

SOno gli stessi che al mattino scendono in auto e stanno col motore diesel acceso a leggere le notifiche e i messaggi sul telefono magari sotto delle finestre aperte per il ricambio dell’aria (in barba al divieto di legge) o usano il box sotto le finestre condominiali per il bricolage con trapano e sega alle 9 di domenica

Federico
Federico
Reply to  Antonio
8 Aprile 2025 15:53

Strozza il gallo

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