Il 1° dicembre è entrata in vigore l’ordinanza della città di New York che impone ai ristoranti con almeno quindici punti vendita a livello nazionale di avvertire i clienti quando un piatto o un menù contiene l’equivalente, o più, della quantità di sale che dovrebbe essere consumata in un intero giorno. L’avvertenza consiste nell’immagine di una saliera, posizionata in modo evidente, che avverte che il menù contiene 2,3 grammi di sale, pari a un cucchiaino da tè, o più. Dovrà essere posta anche un’avvertenza sul fatto che un elevato apporto di sodio può aumentare la pressione sanguigna e il rischio di disturbi cardiaci e ictus.
I ristoranti avranno tempo fino al 1° marzo per adeguarsi. Nel frattempo, i controlli partiranno ugualmente per informare i ristoratori sulla nuova disposizione, senza che sia comminata la prevista multa di 200 dollari. La prima catena di fast food ad adeguarsi è stata Applebee’s.
Nelle motivazioni del provvedimento, si ricorda che un sondaggio condotto nel 2013 dal Dipartimento della Salute della città di New York ha rilevato che al 29,3% degli adulti newyorkesi è stata diagnosticata l’ipertensione, una malattia complessa, che può avere molte origini. Tuttavia, nella letteratura scientifica è stato documentato il collegamento tra l’eccessiva assunzione di sodio e un incremento della pressione sanguigna.
Negli Usa, il consumo medio giornaliero di sale è di 3,4 grammi e meno del 5% delle persone rispetta la dose consigliata di 2,3 grammi. Secondo uno studio del 2010, l’assunzione di sodio dei newyorkesi è di 3,2 grammi al giorno.
Foto a dx: New York Post
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