Secondo il ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca, è possibile indossare nelle aule sia mascherine usa e getta che in tessuto, anche autoprodotte[1]. Tuttavia, molte scuole permettono soltanto l’utilizzo delle chirurgiche in quanto nel nostro Paese non esiste uno standard che certifichi la validità di quelle in stoffa. Secondo l’analisi Altroconsumo, considerando il numero degli studenti italiani (6.763.544[2]) e le ore di lezione, il numero di mascherine utilizzate supera i 33 milioni in una settimana[3].Questa ingente quantità corrisponde a 135 tonnellate di rifiuti e 118 tonnellate di CO2.
Altroconsumo si è quindi interrogata sulla possibilità di allungare il ciclo di vita delle mascherine usa e getta esaminando un campione (non rappresentativo) di dispositivi distribuiti nelle scuole italiane e dimostrando che è possibile utilizzarli ancora lavandoli in lavatrice, almeno 5 volte. L’associazione ha analizzato in primis la filtrazione e la traspirabilità delle mascherine distribuite nelle scuole e tutti i prodotti hanno ottenuto valutazioni eccellenti. In secondo luogo, è stato verificato un eventuale cambiamento di performance dei prodotti dopo 5 lavaggi a 60°C. Alla fine non solo tutte le mascherine hanno mantenuto invariate le proprietà filtranti ma alcune hanno sono migliorate in termini di traspirabilità. Le precauzioni durante il lavaggio prevedono un normale bucato a 60°C evitando l’aggiunta di additivi.
Analoghi studi eseguiti in Francia hanno dimostrato attraverso test di laboratorio, che le mascherine chirurgiche possono essere lavate in lavatrice a 60°, asciugate in asciugatrice e riutilizzate fino a 10 volte, senza perdere la propria efficacia. Secondo Altroconsumo “I risultati delle analisi potrebbero condurre a ripensare il modo in cui studenti e cittadini utilizzano le mascherine usa e getta e ridurre efficacemente lo spreco di questi prodotti, che dovremo essere impiegaste ancora per molto tempo. Riteniamo sia fondamentale diffondere un messaggio educativo sull’utilizzo di questi dispositivi di protezione – prosegue Altroconsumo – attraverso una modifica delle indicazioni d’uso. Ma non solo: è importante anche introdurre uno standard che permetta alle persone di identificare in maniera corretta e sicura le mascherine di comunità in stoffa e lavabili, efficaci ed affidabili, al fine di contribuire all’effettiva diminuzione degli sprechi e dell’impatto che la pandemia sta avendo sull’ambiente”.
Foto 1 Altroconsumo
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Bene,
Ci si arrivava anche a intuito nonostante i continui allarmismi dei primi mesi che facevano sembrare la mascherina chirurgica inutilizzabile dopo 6 ore neanche fosse fatta di materiale compostabile..
io da sempre le lavo a mano con sapone marsiglia e acqua calda.
Senza additivi significherebbe senza detersivo? Si è valutata anche l’efficacia del lavaggio nel eliminare qualsiasi possibile traccia di contaminazione? E la centrifuga?
Io lo faccio sempre e dall’inizio della pandemia visto che prima scarseggiavano
Buongiorno. Bella notizia e vi ringrazio. Avevo sentito dire da un noto medico che compare in tv in questo periodo che le mascherine se si lavano non servono più a proteggerci! Ora voglio credere a quanto riportare voi. Se si lavano a mano con acqua calda e sapone neutro va bene lo stesso? Grazie
Quali indagini analitiche e quali test sono stati eseguiti per affermare quanto presentato da Altro Consumo e dai ricercatori francesi? Quando si parla di prestazioni, quali sono i parametri considerati? Esistono riferimenti bibliografici per potere accedere ai risultati degli studi effettuati?
tenete anche conto che il 90% della cd mascherine chirurgiche, per come si legge dal bugiardino allegato, non sono certificate all’origine…. non garantiscono alcuna protezione, non sono dispositivi, non sono presidio sanitario….. allora prima di pubblicare indicate che per mascherine chirurgiche intendete quelle certificate dal Ministerop della Salute e che comunque ma scherina cd chirurgica, per le sue caratteristiche costruttive, non protegge da inquinanti in ingresso ma solamente da eventuale droplet in uscita,
Secondo me è imprudente consigliare il riuso di dispositivi medici che sono stati concepiti per l’uso singolo. Come si fa a standardizzare il lavaggio perché sia ripetibile? A questo punto potrebbero fare le prove anche su siringhe, cerotti, sacche da stomia, garze, e magari farsi da soli le soluzioni fisiologiche in casa, tanto basta far bollore dell’acqua!
Per le mascherine si parla di ore e di usarla diverse volte ma non si definiscono parametri precisi
Scusa Gigio,
ma di che cosa stai parlando?! Le mascherine non sono mica qualcosa che ti infili in vena o che usi per coprire delle ferite aperte! Mica entrano nel tuo corpo! Sono delle semplici barriere che bloccano lo spargimento in atmosfera dei celeberrimi droplets,(le goccioline invisibili che emaniamo con la respirazione)
La priorità oggi mi sembra quella di pensare sempre al nostro impatto ambientale.