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Chiocciole killer: hanno invaso le risaie in Spagna e l’Efsa ipotizza gravissimi rischi per le acque dolci e gli ecosistemi dell’Europa del sud compresa l’Italia
Chiocciole killer: hanno invaso le risaie in Spagna e l’Efsa ipotizza gravissimi rischi per le acque dolci e gli ecosistemi dell’Europa del sud compresa l’Italia
Roberto La Pira 21 Maggio 2014![carpa 480967985](https://www.ilfattoalimentare.it/wp-content/uploads/2014/05/480967985.jpg)
Quali provvedimenti sono stati portati avanti per evitare l’invasione (oltre il divieto di importazione per legge del 2012)?
Nel 2011 l’Efsa ha valutato un’analisi del rischio fitosanitario della chiocciola ampullaria effettuata dal Ministero dell’Ambiente spagnolo. Pur approvando i suoi principali risultati, l’Efsa ha concluso che bisognerebbe condurre ulteriori analisi per prevedere le possibili conseguenze per l’ambiente – biodiversità, nonché servizi ecosistemici – se la chiocciola si stabilisse e si diffondesse nella UE.
L’analisi spagnola ha evidenziato i gravi problemi connessi alla produzione di riso, ma l’Efsa ha preso in considerazione gli effetti che questa chiocciola potrebbe avere sui servizi eco sistemici delle zone umide europee, dato che le chiocciole si nutrono di più specie vegetali.
Per approfondire l’argomento leggi anche : Le specie esotiche invasive
![Efsa](https://www.ilfattoalimentare.it/wp-content/uploads/2013/10/efsa.png)
Si definisce specie esotica – costituita da animali, piante o microorganismi – una specie introdotta in seguito ad attività umana in un’area che la specie non avrebbe potuto raggiungere autonomamente. Alcune specie esotiche, come le patate e i pomodori, originarie del Sud America, hanno costituito per secoli un’importante fonte di reddito in Europa; altre, note come specie esotiche invasive, determinano gravi problemi dopo la loro introduzione in nuovi territori, come accade ad esempio con gli organismi nocivi in agricoltura e silvicoltura o con i vettori di malattie. Molte delle specie invasive presenti in Europa, compresi alberi, colture, piante ornamentali da giardino e animali domestici, sono state introdotte intenzionalmente.
Altre specie non indigene sono giunte in modo accidentale, come “clandestini” trasportati in container per via aerea o marittima, tra cui alcuni crostacei attaccati agli scafi delle navi. Raramente rappresentano una minaccia, se non quando raggiungono habitat naturali dove non vi sono concorrenti o predatori. Qualunque sia il mezzo che li ha trasportati, la minaccia posta dalle specie invasive è in aumento a causa dei cambiamenti climatici, dei maggiori spostamenti dell’uomo e della globalizzazione del commercio. La Millennium Ecosystem Assessment (valutazione degli ecosistemi del millennio) classifica questi fenomeni come una delle principali cause di perdita della biodiversità, accanto a fattori quali distruzione di habitat, cambiamenti climatici e inquinamento.
Fonte: Efsa
Roberto La Pira – Eleonora Viganò
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
Parafrasando una frase famosa :”questa è la globalizzazione, bellezza. E non ci puoi fare niente”.
Avete voluto la globalizzazione,avete voluto importare di tutto da tutto il mondo con la chimera del guadagno a tutti i costi, questi sono i costi, i rischi e queste sono le conseguenze.
E poi sinceramente, lasciatemelo dire fuori dai denti, l’articolo mi sembra un tantininello, ma solo un tantininello eh, affetto da catastrofismo allarmista.
andiamo avanti con gli OGM e ne vedremo spesso di belle novità così!
D’accordo con lei contro gli OGM, ma in questo caso non mi pare che c’entrino molto: si tratta invece in maniera evidente di un caso di tentativo di sfruttamento commerciale finito male per la superficialità di chi ha introdotto un “alieno” in un ambiente in cui manca per ragioni ecologiche e geografiche il predatore naturale di questo mollusco.