
Sempre più spesso si sente parlare di farmaci della longevità. E almeno in teoria, nel fatto che le farmacie promuovano la longevità non c’è niente di male, anzi. “Tra i compiti del farmacista c’è quello di fare prevenzione, indirizzando i cittadini verso uno stile di vita sano, – conferma Sergio Cattani, farmacista e formatore. – Il fatto è che molte farmacie si vedono proporre iniziative che hanno come unico obiettivo quello di vendere test e integratori”.
Il business della longevità
Ed è proprio quello che sta succedendo: sempre più spesso il termine ‘farmacie per la longevità’ serve a veicolare programmi di dubbia validità scientifica che promuovono test che dovrebbero – non è chiaro in quale modo – monitorare invecchiamento e aspettativa di vita, e costosi integratori che promettono di mantenerci giovani. E questo proprio nel momento in cui i ricercatori più autorevoli, dallo statunitense Eric J. Topol al nostro Silvio Garattini, mettono in dubbio l’efficacia di questi rimedi, sottolineando come le regole per invecchiare in salute siano, sostanzialmente, basate su attività fisica e alimentazione corretta ispirata alla dieta mediterranea.
Proprio Topol, cardiologo e autore di un saggio appena pubblicato dal titolo Super Agers che fa il punto sulle ricerche più recenti sull’invecchiamento, denuncia un vero e proprio ‘circo della longevità’ con un giro di affari impressionante, cliniche dedicate, test mirati e un gran numero di integratori che promettono risultati mirabolanti senza che ci siano conferme scientifiche.
La situazione in Italia
In Italia non siamo a questo punto, ma si moltiplicano le iniziative che mirano a promuovere le farmacie come Longevity Hub. Come nel caso di questa iniziativa promossa dalla Comunità Scientifica dei Farmacisti Preparatori, sostenuta da UNIFARCO e dal Policlinico Gemelli di Roma.
“Bisogna considerare però, – spiega Cattani, – che UNIFARCO non è altro che un’azienda privata che produce o distribuisce integratori test genetici e nutraceutici”. E la stessa Comunità Scientifica dei Farmacisti Preparatori non è, come potrebbe apparire, un’associazione di categoria – a differenza della Società Italiana Farmacisti Preparatori SIFAP che è un’associazione culturale nata nel 1993 – bensì la brand community che ruota intorno a UNIFARCO, la quale per inciso ha appena annunciato di avere chiuso il 2024 con un ricavato in forte crescita.
Abbiamo segnalato la vicenda alla Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (FOFI), che ci ha risposto prendendo atto della nostra comunicazione e informandoci che “la Federazione sta effettuando le valutazioni del caso nell’ambito delle sue competenze istituzionali”.

Medicina antiage
Ed è sempre UNIFARCO a promuovere il progetto GEN AGE, che ancora una volta coinvolge la Comunità Scientifica dei Farmacisti Preparatori insieme a Filippo Ongaro, guru della medicina antiage e creatore di un metodo che porta il suo nome: anche in questo caso si propongono consulenze e test genetici da effettuare in farmacia, ma soprattutto integratori a base di principi attivi vegetali e micronutrienti ispirati al Metodo Ongaro, che garantiscono “un supporto mirato a livello cellulare e sistemico”.
E c’è UNIFARCO anche dietro YouGevity: in questo caso si fa esplicitamente riferimento al metodo Ongaro, anche se si punta in particolare sui test. E anche in questo caso i farmacisti sono coinvolti – dopo un percorso di formazione – per indirizzare e seguire chi aderisce al programma.
Ultimo ma non meno importante è il progetto Solongevity che si differenzia almeno apparentemente da altre realtà perché vanta un comitato scientifico autorevole, oltre ad essere tra i promotori del Milan Longevity Summit, un simposio scientifico internazionale che punta sulla divulgazione. Resta il fatto che il sito di Solongevity, come gli altri già menzionati, propone un lungo elenco di integratori acquistabili online e in farmacia, ma anche corsi di formazione per operatori.
Integratori e test per la longevità?
Insomma, sono le aziende a ‘preparare’ i farmacisti a proporre strategie per la longevità basate sui propri prodotti. “C’è da chiedersi quali contenuti possano emergere da consulenze tenute da farmacisti formati da un’azienda che produce i prodotti di cui si parla, – sottolinea Cattani, – mi sembra che si crei un conflitto di interessi inaccettabile, che rischia di compromettere il rapporto di fiducia con la clientela”. Senza contare che allo stato non esistono test validati che permettono di valutare l’invecchiamento di una persona.

Per quanto riguarda gli integratori, non sono da condannare in toto: “Ma sono utili in circostanze precise, – prosegue il farmacista, – quando ci sono delle carenze (pensiamo al ferro, alla vitamina D o alle vitamine del gruppo B) ma in questi casi l’indicazione dovrebbe venire dal medico dopo aver accertato l’effettivo fabbisogno di quel nutriente”. Ci sono poi leggeri disturbi di ansia o del sonno che possono essere gestiti con prodotti, pure appartenenti alla famiglia degli integratori.
“Ma in nessun caso questi prodotti dovrebbero essere assunti indiscriminatamente”, ribadisce Cattani. Nonostante i toni trionfalistici di certi siti, la ‘pillola della longevità’ non esiste. “Nessun integratore alimentare ha dimostrato un miglioramento della salute nelle persone che seguono una dieta sana e non presentano carenze vitaminiche (o minerali) – afferma Topol, – l’unico risultato che otterrete è quello di arricchire la vostra urina”.
Aggiornamento del 1 luglio 2025 – La posizione della SIFAP
Cercando di capire meglio che cosa sia la Comunità scientifica farmacisti preparatori, che si presenta sul proprio sito come “La prima e unica Comunità scientifica di farmacisti in Europa”, abbiamo scoperto l’esistenza della Società Italiana Farmacisti Preparatori (SIFAP), un’associazione attiva dal 1993 che svolge un ruolo importante per la formazione di questa figura professionale, come ci ha spiegato uno dei consiglieri dell’associazione, Cosimo Violante.
“Siamo una società scientifica, senza fini di lucro, nata per tutelare la galenica in farmacia in un periodo in cui stava scomparendo: facciamo corsi di formazione, assistiamo i soci e rispondiamo ai loro quesiti, – spiega Violante. – Ci fa piacere che siate interessati a fare chiarezza sul nostro ruolo professionale. Non abbiamo niente contro UNIFARCO ma la loro è un’operazione di marketing, i farmacisti a cui fanno riferimento distribuiscono prodotti finiti. Mentre il farmacista preparatore trasforma le materie prime in prodotto finito, realizzando preparazioni galeniche: un termine generico che comprende preparati magistrali e officinali”.

E la galenica, così definita dal nome del medico greco Galeno, uno dei padri della scienza medica occidentale, è una componente essenziale del lavoro in farmacia. La legge infatti richiede che presso ogni farmacia ci sia l’attrezzatura per preparare farmaci, ma non tutti la usano: in Italia ci sono circa ventimila farmacie, e di queste meno di 3mila allestiscono preparati galenici ,“anche se per legge, – spiegano i responsabili SIFAP, – i farmacisti sono tenuti, se richiesto, a fornire al cliente il recapito della farmacia galenica più vicina”.
I preparati magistrali
In particolare, i preparati magistrali sono medicinali realizzati in farmacia su prescrizione medica destinata a un singolo paziente: “In questo modo si ottiene un prodotto personalizzato, adatto alle esigenze di chi lo dovrà utilizzare,” ricorda Violante. Questo metodo si utilizza ad esempio quando si devono combinare vari principi attivi, o c’è intolleranza nei confronti di un eccipiente presente nei farmaci in commercio, ma anche quando c’è carenza di un determinato prodotto, oppure serve un dosaggio diverso o una forma di somministrazione diversa da quella proposta dalle aziende farmaceutiche. “E in questo caso il prodotto è detraibile dalle tasse, – spiegano i responsabili SIFAP. – Non vogliamo sostituirci all’industria, ma avere un ruolo complementare”.
È comunque il caso di tenere presente, ricorda Violante, “che non è una buona idea aggiustare il dosaggio di un farmaco spezzando le compresse o assumendone due invece di una, perché l’assorbimento del principio attivo varia: in questi casi meglio ricorrere a una preparazione magistrale”.
Le preparazioni officinali
Si definiscono invece preparazioni officinali quelle realizzate dal farmacista – in quantità ridotte per il fabbisogno del proprio punto vendita – in base alle indicazioni della Farmacopea Europea o di una Farmacopea Ufficiale di un paese della Comunità Europea (i testi ufficiali che indicano i criteri di qualità per la preparazione di farmaci e sostanze farmaceutiche). “Questi preparati dunque non sono destinati a un paziente in particolare, ma a tutti gli utenti della Farmacia, e spesso non richiedono ricetta medica”, ricordano i responsabili SIFAP.
Lo stesso vale per i prodotti a base di erbe che il farmacista preparatore può approntare e che – quando non sono fitoterapici prescritti dal medico – sono analoghi agli integratori, “anche se un farmacista preparatore non dovrebbe confezionare singoli principi attivi, come per esempio la vitamina C, che può essere venduta sotto forma di acido ascorbico come additivo alimentare, mentre si può preparare un prodotto a base di rodiola o altre piante ricche di vitamina C”, osserva Violante. Non si tratta però di una critica agli integratori in quanto tali: “Questi prodotti sono regolati per legge e notificati al Ministero della Salute, – conclude Violante, – Il problema è il fai da te: un integratore dovrebbe essere consigliato da un sanitario per rispondere a un’effettiva esigenza, in modo da evitare possibili problemi, per esempio interazioni con farmaci”.
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giornalista scientifica
Negli ultimi 20 anni sono state fatte grandiose scoperte nel campo della longevità. Per avere un quadro oggettivo e senza alcun conflitto di interesse delle conoscenze scientifiche in questo campo consiglio di leggere questo ennesimo capolavoro di Michael Greger: “How not to Age” https://nutritionfacts.org/book/how-not-to-age/ con 13.000 citazioni bibliografiche. In questo libro “in pratica” non vengono consigliati integratori perché non ci sono evidenze a supporto.
Diffidate di guru/influencer (anche se sono medici, biologi o dietisti) che propongono integratori o kit dimagranti. Purtroppo alcuni personaggi non competenti vengono continuamente invitati alla TV perché molti giornalisti non sanno riconoscere chi è un vero esperto in nutrizione: confondono la fama con la competenza.
Uno dei pochi scienziati attendibili nel campo della longevità con una reputazione internazionale è il Prof Luigi Fontana. Ha una visione della medicina a 360 °, è realmente competente nel campo della nutrizione e della longevità e … non fa business.
Molti soggetti poco competenti vengono spesso invitati in trasmissioni televisive anche perché sono probabilmente i portavoce di sponsorizzazioni aziendali mascherate. Le ditte produttrici finanziano alcune trasmissioni ma decidono contemporaneamente chi deve andare a parlarci
È una possibilità, ma non la regola
Anni fa ad un congresso ADI (ASS. Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica) in una sessione parallela del congresso in cui eravamo solo in 15-20 ad ascolatare la lezione, il relatore che tra l’altro era un volto noto del programma RAI Elisir ci disse che chi va alla TV per parlare di nutrizione … “PAGA”!
Sicuramente non è vero per tutti, ad es. io sono stato intervistato 3 volte per la RAI e non ho mai pagato, … ma l’informazione è interessante e attendibile data la fonte!
C’è forse da sottolineare anche un altro aspetto, culturale in senso antropologico: nel tempo la medicina si è sempre più spostata verso la farmacologia, che rappresenta, in astratto, l’affidarsi quasi passivamente ad un aiuto esterno (magico?) all’organismo, dotato di proprietà più o meno taumaturgiche, che sia esso un farmaco vero e proprio, un rimedio naturale o un integratore (fino alle acque minerali!!) cui delegare il compito di curare e prevenire. Prima della Farmacologia esiste però la Fisiologia e il compito di noi medici dovrebbe essere quello di una vigilanza che cerchi di mantenere e riportare il tema della salute nel suo alveo naturale, ricorrendo invece subito alla farmacologia quando il problema potrebbe essere risolto con sana alimentazione, stili di vita congrui e relazioni sociali gratificanti e non conflittuali. Un esempio illustrativo proviene dalla circostanza che l’ipertensione, almeno quella moderata e non comunque quella secondaria, può essere vantaggiosamente risolta senza farmaci ma solo regolando il consumo di sale, facendo attività fisica, mantenendo il normopeso ed evitando gli stress fisici e mentali. Ma ciò richiede un pò di tempo e un certo impegno, una disciplina. Il ricorso immediato ai farmaci allontana queste possibilità e deresponsabilizza ulteriormente il paziente, che si sente tranquillizzato dai valori di laboratorio anche se ottenuti artificialmente, perpetuando quindi il cattivo stile di vita complessivo. Il business dell’anti-age ha quindi radici profonde nell’immaginario collettivo moderno che vuole il préte-a-porter, il telecomando, i cibi pronti, l’automobile invece che la camminata, cercando di combinare il benessere con la pigrizia, anche mentale: e sui difetti umani fioriscono business di ogni tipo. Diceva un Illuminista del’700:” I medici lavorano per proteggere la salute delle persone, i cuochi per distruggerla, ma questi ultimi conoscono molto meglio il fatto loro”.
Condivido ogni parola.
La legge istitutiva del SSN prevede l’educazione sanitaria. Perché non si fa più? Certo, smantellando l’organico che reggeva i servizi pubblici (ad es., senza sostituire chi si pensionava) è stato facile giustificare poi con la carenza di risorse umane questa scelta sciagurata!
Aggiungo che questa impostazione generale sanitaria ha condizionato anche la ricerca scientifica, spostandola sempre più sul farmaco invece di indagare su eziopatogenesi e fisiopatologia, andando cioè alla radice del problema. Anche qui ci sono esempi significativi: con l’avvento della terapia sostitutiva la ricerca causale in endocrinologia si è praticamente arrestata. Ora, ben venga la terapia sostitutiva, che permette di tenere sotto controllo le disendocrinie, ma le cause che portano a disfunzioni endocrine sono state poco esplorate. Un saluto.
O ci si occupa del farmaco o della malattia, sembra che il problema in medicina sia quello di considerare il soggetto. Che sarà pur portatore di una sua specificità. Magari anche solo di genere …
Trattare questo argomento e talmente vario che ognuno propone un farmaco,un prodotto, un probiotico,che lo mette in vendita sia su web,giornali che in farmacia e parafaramarcie,il male che molti ci credono, prodotti su tutto, longevità sessuale,pressione alta o bassa,mal di testa, cervicale,prodotti per gonfiore addominale,ventre piatto (poi quello,c’è l’imbarazzo della scelta, anche dalle case farmaceutiche che approfittano della stagione),minzite,peli superflui,caduta dei capelli(altro business che non ha tempo),macchie solari,creme miracolose che promettono il tono muscolare, o i soliti integratori di provenienza sconosciuta per aumentare la massa muscolare e le prestazioni sportive,si vedono gli annunci o giornali tagliati o pagine levate,o molti che gli fanno una foto,il problema è talmente radicato nella mentalità, di molte persone, che vogliono apparire ed essere felici per ciò che appaiono anche se non sanno cosa prendono,perché ho letto anche io,gli annunci,non espongono mai gli effetti collaterali, mai controindicazioni,se le espongono c’è scritto di andare dal medico di fiducia prima di assumere il prodotto, allora perché è sul web,(dove è l’antitrust),un giornale oppure è esposto in un contenitore in farmacia,questo lascia molte perplessità,mentre tutto viene comperato,usato,e il business continua.
Una vita intera per accumulare soldi e una vecchiaia a “regalarli” a chi ti fa credere nei miracoli.
La morte salva tutti e se ne frega delle alchimie umane.
In sostanza è quello che volevo fare capire scrivendo questo,ci sono molte persone che spendono cifre come nel lifting,prodotti anti-age fino a ad arrivare a un finanziamento pur di avere paura di invecchiare, che è la cosa più naturale che esista. Basta farlo con criterio e intelligenza,lasciando da parte la stupida vanità.
Non scrivono gli effetti collaterali e controindicazioni perché non li conoscono. Non ci sono studi.
E se ne lavano le mani rinviando il problema al medico.
Infatti.
Forse se cercassimo di ottenere una qualità di vita migliore, invece che una vita più lunga, potremmo essere più felici, a mio parere non certo con il supporto dei farmacisti.
Per me ci sono farmacisti seri che questi sistemi non li possono nemmeno vedere o sentire parlare,molti sono talmente preparati che danno un prodotto che porta il loro nome perciò sono i primi a rimetterci in caso di problemi, quelli che trasformano una farmacia in una boutique di cosmetica e business farmaceutico che valgono il tempo che trovano,come se il cliente fosse un altro che un buon assegno, non un paziente, questo è il male che non esiste un controllo,tutto è lecito basta osservare le vetrine e si capisce subito,chi è ancora una farmacia oppure una sorta di emporio di tutti i prodotti in commercio.
Conosco una farmacista,mi ha spiegato che tentava di dare un consiglio medico ad una persona, lei rispose di no perché aveva visto su Google che c’era un rimedio migliore del suo, mai e guai, contraddire Dr.Google.
Generalizzare criticando una categoria ritengo sia quantomeno puerile. È vero che ci sono farmacisti solo commercianti da televendita ma ci sono tanti farmacisti che ogni giorno con competenza si sobbarcano un carico di lavoro anche per sopperire a mancanze e/o incompetenze di medici. Il supporto del farmacista è fondamentale per il cittadino se fatto seriamente e con competenza. Un bravo farmacista sa consigliare un integratore come anche un sano stile di vita.
L’articolo non critica una categoria, stiamo parlando di farmacie che si legano a un’azienda, ne seguono i corsi di formazione e ne propongono i prodotti. Se fornito seriamente il supporto del farmacista è certamente utile.
Illuminante è la sezione finale del libro del dottor Greger citato dal dottor Pratesi, parola per parola:
——Come avete letto in queste pagine ( con migliaia di citazioni, appunto ), esiste tutta una pletora di pillole, procedure, unguenti, integratori e alimenti specifici che possono aiutare a ridurre le rughe, far crescere i capelli, limitare l’ingrossamento della prostata e migliorare la vista, la dentatura, la funzione erettile, le capacità cognitive e così via. Ma la base è costituita dalla dieta e dallo stile di vita, e questa è una buona notizia, perché il potere è nelle vostre mani.——–
Se poi, come da abitudine moderna, si vuole apparire super-extra allora si ricorra pure alla pletora ma la salute generale ne soffrirà, in questo mondo.
La frase “arricchire le urine” invece apre un mondo tenuto in ombra per interesse, ignoranza e sottovalutazione……..ma chi ha voglia di andarci a fondo?
Dieta alimentare sana, con prodotti naturali o biologici, e movimento, che soltanto che salute, sport, non vita sedentaria è il più grande elisir per mantenere il rapporto con noi stessi e la nostra salute in maniera più che naturale. Altro che farmaci anti-age cure per non invecchiare,il tempo passa per tutti, bisogna farlo passare bene.
È scientificamente provato,che i geni del corpo umano sono portati dopo i 35,max 40 solo in rari casi al su persone che si sono sottoposte ai test,e studi che da anni lo dimostrano,a un lento decadimento,fino alla loro conclusione metabolica nell’organismo,saltano fuori i profeti del nulla,influencer,medici finti,aziende che di medicina non hanno avuto nulla a che fare;scemenze come la terapia del freddo, la criogenia,il fallimentare botox o botulino che fa incassi miliardari con gli stupido/e di ogni ceto ed età,il silicone che senza nessuna responsabilità scientifica viene iniettato in ogni parte del corpo,diete senza nessun controllo del Ministero della Sanità,che molte sono molto pericolose e tossiche con effetti collaterali sconosciuti,tutti i prodotti anti-age che non hanno nessuna certificazione medica o controlli previsti dalla normativa vigente, un business miliardario che sta continuando ad incrementare il suo fatturato,senza che nessuno lo fermi.
Le notizie ci dicono che per mancanza di soldi molti rinunciano a curarsi, taluni fanno perfino fatica ad alimentarsi in modo adeguato. Queste categorie non credo rientrino in quelle che cadono nelle trappole dell’articolo… quindi, se la gente che ha i soldi abbocca, lasciamola fare
Quindi, secondo lei se qualcuno se lo può permettere è legittimo imbrogliarlo? È un ragionamento inaccettabile. A parte che semplicemente non abbiamo dati sul reddito di chi acquista questi prodotti, mentre sappiamo che in genere sono le persone socialmente più svantaggiate a cadere vittime di informazioni fuorvianti e, spesso, a spendere peggio i propri denari.