Close up dei getti d'acqua che escono dal soffione di una doccia

Con 3.900 casi nel 2023 e un incremento del 25% rispetto all’anno precedente, il problema della Legionella merita una certa attenzione, anche perché la malattia ha un esito letale nel 10-15% dei casi. I numeri sono in aumento anche per la diffusione di nuovi sistemi di produzione di aerosol che possono veicolare il batterio, come nel caso dei ventilatori esterni dislocati nei dehors di bar e ristoranti e anche in alcune stazioni della metropolitana, che per rinfrescare l’ambiente disperdono acqua fredda nebulizzata. Poi ci sono le docce, le vasche idromassaggio, le torri di evaporazione degli impianti di climatizzazione di uffici, ospedali, centri commerciali non sottoposti a regolare manutenzione e controlli. Sotto accusa anche gli impianti centralizzati di produzione di acqua calda presenti in alcuni  condomini  come è successo nell’ultimo focolaio in via Rizzoli a Milano.

La trasmissione della Legionella

Sia chiaro, il problema esiste, ma può essere gestito sottoponendo gli impianti a regolare manutenzione e facendo periodicamente analisi sull’acqua in circolazione e quella presente nelle vasche, alla ricerca del batterio. Non ci sono ambienti sicuri assoluto: secondo i risultati del sistema di sorveglianza nazionale della legionellosi dell’Istituto Superiore di Sanità, nel 2023 un centinaio di persone ha contratto l’infezione in ospedale.

Un’altra cosa deve essere chiara, è inutile dopo aver riscontrato un focolaio di Legionella, correre al supermercato e fare incetta di minerale perché il consumo di acqua di rubinetto non rappresenta un rischio, come pure i condizionatori domestici che utilizzano un sistema di raffreddamento ad aria e non acqua. Come già accennato, la Legionella si tramette infatti per via aerea, attraverso l’aerosol diffuso da impianti industriali o altri sistemi, come quelli che abbiamo descritto sopra, ma non dal vicino di pianerottolo ammalato.

In casa, il rischio vero è la doccia inutilizzata per settimane o mesi che, in presenza di un ristagno di acqua contaminata, può diffondere il batterio per nebulizzazione. Per questo motivo, al ritorno delle vacanze o quando si entra in un appartamento non abitato da mesi, conviene lasciare fluire l’acqua calda e fredda per 5 minuti avendo l’accortezza di spostarsi in un altro locale.

Ventilatore nebulizzatore all'aperto
I casi di Legionella sono in aumento anche per la diffusione di nuovi sistemi di produzione di aerosol, come i ventilatori nebulizzatori

La prevenzione della Legionella in condomini e strutture pubbliche in Italia è regolata da due principali provvedimenti normativi: le Linee guida per la prevenzione e il controllo della Legionellosi della Conferenza Stato-Regioni del maggio 2015 e il Decreto Legislativo 18/2023.

Le Linee guida per la prevenzione e il controllo della Legionella

Le Linee guida mirano a fornire indicazioni sistematiche e aggiornate per la prevenzione, la gestione delle strutture ricettive e termali, e il controllo di laboratorio. Il documento sposta l’attenzione dai soli campionamenti dell’acqua a uno studio più approfondito e dettagliato degli impianti potenzialmente a rischio. È richiesta una valutazione periodica del rischio legionellosi (raccomandata a cadenza triennale) per ogni struttura. Sono previste anche misure preventive come la decalcificazione degli elementi meno usurati e sostituzione di giunti, filtri, soffioni e tubi flessibili usurati, e trattamenti di shock termico (ricircolo dell’acqua a 55-60°C in tutto l’impianto per almeno 30 minuti al giorno, preferibilmente di notte).

Per quanto riguarda le strutture condominiali con impianto idro-sanitario centralizzato, l’amministratore di condominio è il responsabile della rete idrica e deve informare e sensibilizzare i singoli condomini sull’adozione di misure di controllo, come la decalcificazione e disinfezione dei rompigetto dei rubinetti e dei diffusori delle docce.

Il Decreto Legislativo 18/2023

Il Decreto Legislativo 18/2023 recepisce la Direttiva (UE) 2020/2184 e introduce significative modifiche rispetto alla precedente normativa sulla qualità delle acque destinate al consumo umano, includendo acque trattate e non trattate per uso potabile, preparazione di cibi, bevande e altri usi domestici in ambienti pubblici e privati. Il testo aggiorna i parametri chimici e microbiologici, introducendo nuovi limiti per sostanze e microrganismi potenzialmente pericolosi, inclusa la Legionella, per cui fissa una soglia di sicurezza a valori <1.000 UFC/L (unità formanti colonia per litro).

Ricercatore, scienziato o tecnico con guanti, mascherina e occhiali protettivi, maneggia beuta con acqua o liquido trasparente
Il Decreto Legislativo 18/2023 fissa una soglia di sicurezza per la Legionella a valori <1.000 UFC/L

Il decreto introduce anche l’obbligo di un Piano sicurezza dell’acqua (PSA) per tutti gli impianti idrici, un approccio strutturato e continuo alla gestione del rischio. Ospedali, cliniche, hotel e strutture sanitarie devono adottare un PSA per monitorare e prevenire la crescita della Legionella. Uffici e condomini devono comunque attuare misure di autocontrollo, con particolare attenzione agli impianti a rischio. Sono obbligatori test periodici con frequenza almeno semestrale, con campionamenti in punti strategici (rubinetti, docce, serbatoi, impianti di climatizzazione).

In caso di superamento dei limiti di Legionella, sono obbligatori interventi di disinfezione immediata. Il documento precisa che serbatoi e cisterne di accumulo devono essere sanificati almeno una volta all’anno. L’amministratore di condominio è ora riconosciuto come “Gestore della Distribuzione Idrica Interna (GIDI)” e deve eseguire controlli interni tramite laboratori di analisi, inserire gli esiti dei controlli nel sistema informativo centralizzato “Anagrafe territoriale dinamica delle Acque potabili (Antea)”, assicurare la valutazione e gestione dei rischi nei sistemi di distribuzione interni per le strutture prioritarie entro il 2029 e conservare la documentazione relativa alla gestione dell’acqua potabile nel condominio. Sono previste sanzioni severe per la violazione delle disposizioni del decreto, che possono arrivare fino a 30.000 euro.

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Giallone 03.07.2025 dona ora

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Vegetariana
Vegetariana
31 Luglio 2025 20:33

Leggevo il dettagliato articolo e stavo pensando al fatto chel’amministratore di condominio e’ il responsabile della rete idrica e che deve informare e sensibilizzare i singoli condomini sull adozione di misure di controllo per la decalcificazione e disinfezione dei rompigetto dei rubinetto.e dei diffusori delle docce…………………… …!! Adesso come gli e lo spiegherò che deve fare anche quello (oltre tutto il resto ,assemblea,lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria ) ,lui che vegeta nell inerzia e nella negligenza più assoluta?? Credo che come al solito mi muoverò e sensibilizzerò da sola…

Marilena
Marilena
26 Agosto 2025 09:05

Buongiorno e grazie per queste informazioni che nn conoscevo.Effettivamente di getto mi verrebbe da chiedere all ‘amministratore di condominio …che sta facendo? niente paura ma sapere se si è in regola credo sia meglio. Quindi scriverò per chiedere notizie.

Lucia
Lucia
26 Agosto 2025 16:01

È possibile che sia di non facile interpretazione la lettura del Decreto Legislativo 19 giugno 2025, n. 102, che ha sostituito il Decreto Legisltivo 18/23 sulla qualità delle acque potabili, primo recepimento della Direttiva (UE) 2020/2184. Tuttavia, ad una più attenta lettura si potrebbe riconoscere che non si tratta mai di qualità dell’acqua nei condomíni, per il semplice fatto che la normativa non si applica a questo tipo di strutture.
Quindi non ci sono obblighi da parte dell’amministratore, ma solo eventuali attività di controllo in funzione di condizioni di opportunità qualora si sospetti l’esistenza di un rischio associato a Legionella (es. presenza di un impianto centralizzato di acqua calda sanitaria, vetustà dell’impianto, esistenza di un caso di legionellosi nel condominio).
Al momento l’associazione degli amministratori di condominio sta elaborando un manuale di buone pratiche per la gestione dell’acqua nei condomini in considerazione della mancanza di indicazioni in tal senso a livello normativo.

giova
giova
Reply to  Lucia
26 Agosto 2025 17:09

Nell’articolo della dottoressa Rossi, verso la conclusione, si dice che L’amministratore di condominio è ora riconosciuto come “Gestore della Distribuzione Idrica Interna (GIDI)”.
Ovviamente, diventa indispensabile attivarsi laddove vi siano le circostanze tecniche (centralizzazione, vetustà dell’impianto, serbatoio d’accumulo, edifici nei quali gli appartamenti sono quasi sempre inutilizzati).

Lucia
Lucia
Reply to  giova
7 Settembre 2025 13:48

Il D.Lgs. 102/25 in realtà non ha inserito nuovi criteri di valutazione del rischio che comprendano i condomini. L’eventuale riconoscimento come GIDI per gli amministratori non proviene quindi dalla normativa. Potrà essere eventualmente considerato nel manuale di buone pratiche che, come detto, è in elaborazione da parte delle associazioni di categoria.

giova
giova
Reply to  Lucia
8 Settembre 2025 09:37