latte in polvere petizione loghiDopo l’avvio della nostra petizione su Change.org (che ha raccolto 25.000 firme) in cui si invitano le aziende a sostituire l’olio di palma dal latte in polvere per neonati, oggi l’Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari (AIIPA) ci scrive evidenziando gli effetti negativi che il nostro messaggio può avere sui genitori e sulle mamme che non possono allattare al seno il loro bambino.  Vogliamo precisare che non è nostra intenzione fare allarmismo. Con la petizione cerchiamo di sollecitare le aziende ad assumere impegni precisi per sostituire il palma. I problemi sollevati dall’Efsa sono reali e forse andavano esaminati per tempo, visto che da due anni stiamo portando avanti questa campagna. I produttori dicono in modo generico che sono impegnati “alla progressiva riduzione dei contaminanti esteri di 2-e-3 MCPD e GE”Fino ad ora però solo un’azienda ha risposto assumendo un impegno (leggi approfondimento). Non è nostra intenzione gettare discredito sulle aziende produttrici di latte in polvere e sui loro prodotti, ma solo sollecitare risposte adeguate. Proprio per questo abbiamo pubblicato una lista con l’elenco delle confezioni di latte  formulato senza l’olio tropicale (vedi articolo).

Di seguito pubblichiamo la lettera di AIIPA

La salute e la sicurezza di lattanti e bambini sono da sempre le priorità delle aziende produttrici di alimenti per l’infanzia, che quotidianamente si impegnano per garantire prodotti sicuri sul mercato per questo target di consumatori particolarmente sensibili.

Riteniamo che il vostro articolo e la petizione contribuiscano a generare un allarmismo ingiustificato, soprattutto in un settore delicato come quello degli alimenti per la prima infanzia e delle formule per lattanti, unico alimento idoneo nei primi 6 mesi di vita in caso di mancanza di latte materno. L’argomento è già infatti all’attenzione di Commissione Europea e Stati Membri che, ad oggi, non hanno assunto alcuna misura di emergenza.

biberonLe aziende produttrici di alimenti per l’infanzia appartenenti ad AIIPA, consapevoli della vulnerabilità e delle specifiche necessità nutrizionali dei loro consumatori, hanno operato negli ultimi anni, a livello volontario e in collaborazione con le industrie produttrici di oli, in modo da promuovere una consistente e progressiva riduzione degli esteri di 2-e-3 MCPD e GE sulla base delle precedenti indicazioni di EFSA, in assenza di limiti massimi fissati dalla normativa europea e nazionale.

EFSA ha riconosciuto che gli sforzi realizzati sino ad ora dai produttori hanno reso possibile un significativo abbattimento di queste sostanze, e pone ora nuovi obiettivi che rappresentano un ulteriore stimolo al lavoro dell’industria alimentare nella loro progressiva e ulteriore riduzione.

L’industria degli alimenti per l’infanzia ha accolto con grande senso di responsabilità il parere EFSA, e conferma l’impegno a ridurre costantemente il livello degli esteri di 2- e 3- MCPD e GE, qualsiasi ne sia la fonte (olio di palma e/o altri oli vegetali raffinati ad alta temperatura), senza compromettere il valore nutrizionale del prodotto finito.

Valerio Bordoni (direttore AIIPA- Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari)

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Sandro kensan
16 Settembre 2016 20:56

Comunque se sono così sensibili alla salute dei bambini possono, anche per il principio di precauzione, usare altri oli, per esempio quello d’oliva che certo non viene raffinato ad alta temperatura come gli oli di semi.

Mi viene in mente la Plasmon (credo associata a questa AIIPA) e la lettera di una mamma che chiedeva cosa fossero i grassi vegetali nei loto prodotti e questi rispondevano: segreto industriale. Adesso mi dicono che sono sensibili alla salute dei bambini. Lasciamo perdere la mia opinione…

Romualdo Sorrentino
Romualdo Sorrentino
22 Settembre 2016 12:27

“La salute e la sicurezza di lattanti e bambini sono da sempre le priorità delle aziende produttrici …” Ne deduco che l’AIIPA non ha ben afferrato il significato del termine “priorità”, altrimenti, quantomeno per un principio precauzionale, avrebbero da tempo tolto l’olio di palma dai prodotti per neonati. Ora si preoccupano di non far allarmare i genitori. Che teneri che sono! Io invece credo che si preoccupano perchè i genitori, giustamente allarmati, potrebbero creargli un danno economico sostituendo i loro acquisti con prodotti più sani.

ezio
ezio
22 Settembre 2016 12:35

La loro preoccupazione dell’immagine dei produttori che rappresentano e del possibile allarmismo sulle mamme, appare inversamente proporzionale alla loro sensibilità e capacità di prevenzione dei problemi causati.

francesca
francesca
22 Settembre 2016 13:04

Non trovo nella pagina dove sia la lista delle marche del latte senza olio tropicale…

Valeria Nardi
Reply to  francesca
22 Settembre 2016 13:18

Gentilissima Francesca, ecco l’elenco appena aggiornato: http://www.ilfattoalimentare.it/latte-in-polvere-senza-olio-palma.html

Loris
Loris
22 Settembre 2016 13:33

La verità è che utilizzando l’olio di palma queste grandi aziende risparmiano sui costi delle materie prime e possono guadagnare di più. Non utilizzeranno mai sostanze di maggior qualità per non essere fuori mercato con i prezzi di vendita. La salute dei bambini viene dopo i loro ricavi, altro che priorità. …..

Claudio
Claudio
23 Settembre 2016 08:05

Siamo “alle solite”, in questo Paese…
come spessissimo accade, ci devono pensare i “comuni cittadini”, a porre il problema, poi, ecco che le grandi industrie, nonchè multinazionali, cercano in qualche modo di “correre ai ripari”, ben sapendo anche loro che, l’olio di palma ha moltissime controindicazioni salutari.
Ok al risparmio di “qualche cent.”, nell’utilizzo dell’olio di palma, ma dico io:
“NON C’È CENT. (O €URO) CHE TENGA, SULLA “SALUTE” DELL’ESSERE UMANO”.
Peggio che mai, se “sono i bambini”!!!
“Questo” è da tener ben presente, alle industrie alimentari (nessuna “eslusa”)!