bambino_latteCorruzione: è questo il capo d’accusa con cui la procura di Pisa ha disposto poche settimane fa gli arresti domiciliari per 12 pediatri tra Toscana e Liguria. Sul loro capo pende un sospetto pesante. Avrebbero prescritto latte in polvere – senza un razionale scientifico – a mamme che stavano allattando al seno i propri bimbi. In cambio avrebbero ricevuto benefit e regali: smartphone, tablet, crociere e vacanze nel posto da loro indicato. L’operazione ha coinvolto dieci medici di famiglia noti nei rispettivi territori (Capannoli, Cascina, Lido di Camaiore, Piombino, Ponsacco, Pontedera, Viareggio e Volterra), due primari dei reparti di pediatria dell’ospedale Sant’Andrea di La Spezia e del San Giuseppe di  Empoli)  e anche la Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica (Siaip). Sono stati tutti sospesi dalle rispettive Asl e sostituiti, in attesa di conoscere i dettagli dell’inchiesta. Arrestati, con loro, anche cinque informatori scientifici e un dirigente d’azienda. L’indagine è scattata nel giugno 2013 in seguito a una segnalazione anonima arrivata ai carabinieri del Nas di Livorno. «La pratica corruttiva era consolidata e diffusa: alcune note ditte di alimenti per l’infanzia inducevano numerosi pediatri a prescrivere latte artificiale ai neonati dietro elargizione di tangenti, sottoforma di costosi viaggi e regali di lusso», è il commento degli inquirenti.   latte materno erbicida roundup78744816

 

Il procedimento penale coinvolge la Regione dove 43 anni fa fu aperta la prima banca del latte umano donato, all’interno dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze, e che ancora oggi vanta il più alto numero di presidi che aiutano le mamme che faticano ad allattare. L’accusa, per gli specialisti, è infamante, perché allunga su di loro il sospetto di aver speculato sulla pelle di bambini e giovani mamme. Qualcuna di esse, oggi, li difende, attraverso le colonne de Il Tirreno. Ma ciò che appare innegabile è che questi pediatri – prassi piuttosto diffusa, anche per altri specialisti, nei rapporti con le case farmaceutiche – avrebbero caldeggiato l’utilizzo di una marca di latte piuttosto che di un’altra per ricevere in cambio un beneficio. Il quadro risulterebbe ancora più grave se si appurasse che le donne non avevano alcun problema ad allattare al seno: come occorrerebbe fare, se possibile, in maniera esclusiva fino al sesto mese di vita del neonato e complementare fino al compimento dei due anni.

 

bambino latte neonato papaDal 1981 il Codice internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno, sottoscritto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Unicef, vieta la prescrizione di latte artificiale alla dimissione dopo il parto. La circolare 16 del 24 ottobre 2000, emessa dal ministro della Sanità Umberto Veronesi al fine di promuovere e tutelare l’allattamento al seno, ricorda che «al momento della dimissione non devono essere forniti in omaggio prodotti o materiale in grado di interferire in qualunque modo con l’allattamento al seno. Le stesse lettere di dimissioni per i neonati non devono prevedere uno spazio predefinito per la prescrizione del sostituto del latte materno equiparandolo a una prescrizione obbligatoria». Si rammenta come «eventuali donazioni di materiali e attrezzature, da parte di aziende produttrici a strutture sanitarie non debbano essere in alcun modo legate alla prescrizione di sostituti». Infine dal 2009, con il decreto 82 emesso dal ministero del Lavoro, della Salute e delle politiche Sociali come recepimento della direttiva 141 emessa dalla Comunità Europea nel 2006, prescrivere latte artificiale alla dimissione del neonato e della mamma è divenuto ufficialmente un reato. Recita il comma 2 dell’articolo 12: «È vietata per i produttori e i distributori di alimenti per lattanti ogni forma di offerta di campioni gratuiti o a basso prezzo e di altri omaggi di alimenti per lattanti al pubblico, alle donne incinte, alle madri e ai membri delle famiglie, né direttamente, né indirettamente attraverso il sistema sanitario nazionale o attraverso gli informatori sanitari». Le sanzioni sono descritte nell’articolo 6 del decreto legislativo 84 del 2011: «Chiunque commercializza alimenti di proseguimento con ingredienti alimentari la cui idoneità alla particolare alimentazione dei lattanti dopo il compimento del sesto mese non è confermata da pareri scientifici di organismi riconosciuti a livello nazionale ed internazionale è soggetto al pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria da dodicimila euro a settantaduemila euro».

 

latte artificiale 164642305Sebbene le maglie della legge appaiano  piuttosto strette, il divieto pare facile da aggirare, come dimostrano le diverse sanzioni emesse negli anni dall’Antitrust. In quale modo? Ricorrendo a una prescrizione orale o scritta su fogli staccati dalla lettera di dimissione ufficiale. In Italia, denuncia Ibfan, la pratica sarebbe legata «alla turnazione con cui le principali ditte si spartiscono il privilegio di offrire forniture gratuite o a basso costo di latte artificiale ai reparti maternità, ben consapevoli che durante il periodo in cui viene usato un certo tipo di latte, questo sarà anche consigliato alle dimissioni, con un ritorno di pubblicità e vendite che compensa l’investimento iniziale». Se sui benefici del latte artificiale somministrato al di fuori dei casi di estrema necessità è l’Efsa – la massima autorità europea in materia di sicurezza alimentare – la prima a nutrire dubbi, Il ricorso esplicito al consumo dei sostituti nei primi mesi di vita di un neonato ha anche l’effetto di creare confusione nella mente delle giovani mamme e pregiudicare l’adesione all’allattamento al seno, come dimostra questo studio pubblicato l’anno scorso sulla rivista scientifica Birth.

 

Non è forse il caso di stupirsi troppo degli esiti – parziali – dell’indagine in corso in Toscana. Nella  letteratura scientifica si legge che un’indagine condotta in 163 studi pediatrici dell’Arizona è emerso che in nessuna delle cento sale di attesa erano esposti i materiali informativi necessari, che in molti casi erano presenti brochure informative riguardanti i latti in formula e nessun medico rispettava in toto le indicazioni contenute nel Codice internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno.

Fabio Di Todaro –  Twitter @fabioditodaro

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gina
gina
8 Dicembre 2014 17:04

Un encomio alla procura di Pisa. Temo che se anche altre procure italiane si mettessero su questa pista lattiginosa…
Vendersi per l’ultimo modello di smartphone o per un viaggio tradendo la propria professione. Se i fatti saranno provati auspico la radiazione dall’albo dei medici.

ENRICO GRANDI
ENRICO GRANDI
Reply to  gina
12 Dicembre 2014 13:03

purtroppo i medici indagati sono già liberi e rientrati a lavoro (fonte. La Nazione del 12.12.2014). Buon natale a tutte le mamme che allattano!