La Svezia potrebbe divenire il primo paese al mondo ad eliminare il BPA (Bisfenolo A) dai rivestimenti dei packaging: una strategia di governo mirata a ridurre l’esposizione dei consumatori alla sostanza tanto dibattuta negli ultimi anni.

Il governo svedese, lo scorso agosto, ha commissionato vari lavori per esaminare la necessità di un divieto nazionale di diverse sostanze chimiche in alcuni prodotti, BPA compreso.

Secondo le proposte avanzate da due agenzie ufficiali svedesi, le aziende dovrebbero presentare entro la fine dell’anno piani strategici per sostituire i rivestimenti epossidici con bisfenolo dai packaging.

Importatori e produttori sarebbero inoltre obbligati a chiarire quando sostanze alternative al BPA potrebbero arrivare sul mercato ed essere disponibili per l’industria alimentare.

Le relazioni delle agenzie Chemical Agency (KEMI) e National Food Administration (SLV) sottolineano l’ampia esposizione dei consumatori al Bisfenolo A, ma anche che le fonti non sono completamente note.

Tuttavia si precisa: «La migrazione di BPA è stata dimostrata soprattutto per materiali che entrano in contatto con gli alimenti, policarbonato e rivestimenti interni a base di resine epossidiche in imballaggi metallici per conserve alimentari e bevande».

La proposta svedese sembra confermare i timori di vari gruppi commerciali di confezionamento per i quali il divieto della Commissione Europea di usare il BPA nei biberon avrebbe innescato un effetto domino, con un più ampio divieto della sostanza chimica nel campo degli imballaggi.

Secondo la legislazione UE, in assenza di norme armonizzate un paese può intraprendere azioni unilaterali e introdurre un divieto nazionale sulla base di una seria necessità di proteggere la salute umana.

Le agenzie alimentari e chimiche hanno riconosciuto in una nota il lavoro svolto dall’Unione europea sul divieto di BPA nei biberon policarbonato, osservando in una nota che l’esposizione alla sostanza chimica tra i bambini è «stimato essere molto più basso di un anno fa». Ma aggiungono che «il problema BPA resta», a causa delle continua esposizione della popolazione in generale.

Lo studio svedese indica anche nuovi studi sullla migrazione di BPA da tubature in plastica per l’acqua, giocattoli in plastica e l’etichettatura delle apparecchiature mediche per proteggere i bambini prematuri da esposizione alla sostanza.

 

Luca Foltran

foto: Photos.com

fonte:

http://www.foodproductiondaily.com/Packaging/Sweden-signals-intent-to-banish-bisphenol-A-in-can-linings

 

Ilfattoalimentare.it si è occupato di BPA nei seguenti articoli: