C’è un alimento che miliardi di persone mangiano ogni giorno e che accomuna popolazioni diverse sparse in tutto il mondo. Stiamo parlando del riso, il protagonista di La moneta bianca. Viaggio politico e sociale nei territori del riso (edizioni Il Saggiatore), il nuovo libro di Francesca Grazioli, scienziata presso Bioversity International e autrice di Capitalismo carnivoro. E non è un caso che il suo secondo libro sia dedicato al riso: dopo l’allevamento, questo cereale è infatti la seconda voce per quanto riguarda la produzione di metano, a causa della decomposizione che avviene nei campi sommersi, oltre a richiedere un grande dispendio di acqua.
Per capire come il riso si sia trasformato da alimento base dell’alimentazione di più della metà della popolazione mondiale a commodity dal sorprendente impatto ambientale, l’autrice compie un viaggio nella storia di questo cereale, dalle prime coltivazioni in Cina e India, alle risaie del Nord Italia, dal Giappone allo Sri Lanka, da Cuba al Messico, da Nigeria e Senegal a Bangladesh e Thailandia, attraverso i continenti e le molteplici trasformazioni storiche, sociali ed economiche.
Il libro racconta anche l’impatto che la Rivoluzione verde (quel processo di innovazione agricola nel Novecento, ha aumentato la produzione alimentare globale grazie a nuove varietà genetiche, ai fertilizzanti e alla meccanizzazione) ha avuto sulle economie delle aree risicole, e le disuguaglianze prodotte dal mercato globale, sia etniche che di genere. Grazioli dedica infatti molto spazio alle molte donne che sono legate all’economia del riso, come le mondine romanticizzate dal film Riso Amaro, spesso nell’invisibilità: sottopagate e marginalizzate, ma indispensabili per il successo millenario di questa coltura.
La moneta bianca. Viaggio politico e sociale nei territori del riso di Francesca Grazioli. Il Saggiatore, 240 pagine
© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos, Il Saggiatore




Giusto chiedere un contributo per la libertà dell’informazione, per la sua stessa sopravvivenza.
Il problema è che c’è una miseria nera e che tutti chiedono aiuti, non solo per posta, via mail, ma anche persone che vedi dormire per strada.
Io vi leggo ( con molto interesse ) da poco, quindi magari già lo fate: perché non raccogliete in un libro gli argomenti che trattate? Intendo un libro, anche di poche pagine, che porti soldi non all’autore ma al Fatto Alimentare?
Ettaemail@gmail.com
Articolo interessante. Un unico appunto: non direi che le donne in “Riso amaro” siano romantizzate, anzi dal film si vede bene la loro miseria (ho visto il film per la prima volta l’anno scorso, e mi ha colpito perché ingenuamente non avevo idea che fosse un’attività così dura)