Ho letto l’articolo del prof. Spisni sulla dieta paleo e mi è venuto qualche dubbio sulla cura seguita da mia moglie, basata sulle indicazioni di alcuni medici che si occupano di intolleranze alimentari. Dopo esserle stata diagnosticata un’intolleranza ai latticini con il metodo della kinesiologia, le è stata consegnata una lista di prodotti consentiti (testati), destinati proprio alle persone intolleranti ai latticini.
Queste liste danno indicazioni sui vari prodotti alimentari che con il latte non dovrebbero avere molto in comune, ad esempio viene consentita la pasta “Voiello” e non la “Barilla” in quanto verrebbe “tagliata” con il latte e vengono consentiti prodotti tipo tonno, lieviti, sughi, polenta, ecc.
Le liste sono facilmente reperibili e abbastanza diffuse, mi chiedevo se le aziende sono al corrente e cosa ne pensano di queste esclusioni.
Stefano Checchin
Risponde Enzo Spisni, docente di Fisiologia della Nutrizione e diagnosi delle sensibilità agli alimenti presso il Master di II livello “Alimentazione ed Educazione alla Salute” dell’Università degli Studi di Bologna, e direttore del laboratorio di Fisiologia Molecolare e di Proteomica del Dipartimento di Biologia, Geologia e Ambiente.
I metodi kinesiologici utilizzati per diagnosticare le intolleranze alimentari non hanno mai dimostrato di fornire risultati attendibili. Anzi, quando sono stati testati in cieco (cioè senza che l’operatore fosse a conoscenza di quali intolleranze aveva il paziente), su pazienti con intolleranze note e diagnosticabili con certezza, hanno dimostrato di non azzeccarci proprio.
Quindi con questa premessa, pur non conoscendo le liste di alimenti che descrive, ritengo che si tratti di informazioni prive di fondamenti scientifici.
Quanto alle aziende e ai prodotti, come la pasta, non credo proprio che le aziende “taglino” la semola di grano duro con il latte. Rischierebbero grosse sanzioni e una pubblicità negativa enorme. A che pro poi? È certo invece che il grano non è tutto uguale, e ci sono aziende che scelgono grani di qualità elevata mentre altre utilizzano grani più scadenti, ma questo non ha nulla a che fare con le intolleranze ai latticini.
Un consiglio a sua moglie: invece di seguire alla lettera i consigli derivati da risultati di test costosi e inattendibili, molto meglio affidarsi a nutrizionisti o dietologi che si basano su test diagnostici riconosciuti (come quello per l’intolleranza al lattosio, per esempio) e applicano il metodo della dieta a esclusione per gli alimenti per cui non esiste ancora una diagnostica di intolleranza attendibile. È l’unico metodo che permette, con una buona approssimazione, di arrivare a capire a quali alimenti siamo o non siamo intolleranti.
Enzo Spisni
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Sig. Spisni prima di fare alcune affermazioni si documenti bene… le sue affermazioni sono errate e contradittorie.
Mi stupisco che questo sto pubblichi tali affermazioni. La presenza di lattosio e altri elementi non salubri alla salute e stata accertata a livello scientifico.
Paolo,
le normative vigenti impongono che sull’etichetta dei prodotti
preconfezionati debba essere riportato obbligatoriamente l’elenco degli
ingredienti. Chiunque sia in grado di provare la presenza di frodi in tal
senso dovrebbe semplicemente denunciare il fatto alle autorità competenti.
Personalmente non ho prove della presenza di quantità rilevanti di lattosio
nella pasta di semola di grano duro in commercio e fatico a comprendere i
motivi per cui una azienda dovrebbe rischiare, falsificando l’etichetta. A
ogni buon conto, invito chi queste prove le avesse raccolte a sporgere
denuncia.
Ritornando al demone lattosio però, bisogna sottolineare che l’intolleranza
ad esso è dovuta a carenza enzimatica (non ad assenza enzimatica) e non si
tratta di un’allergia! Il che significa che piccole quantità di lattosio
possono tranquillamente essere ingerite anche dalle persone con diagnosi
certa di intolleranza. Quindi, se anche il lattosio fosse presente in tracce
in un certo alimento, esso non rappresenterebbe un problema per la salute,
nemmeno per le persone intolleranti.
ottimo, vediamo queste prove, vediamo la causa intentata alle aziende, vediamo qualsiasi cosa che non siano le sue vuote parole.
Anche se sono a conoscenza della non attendibilità scientifica di questi esami, tengo a riportare la mia esperienza. Da una biologa nutrizionista ho fatto il test kinesiologico che non è scientificamente provato ma lo è energicamente come l’omeopatia… Fermo restando che in molte persone l’omeopatia forse non funziona io con il test kinesiologico ho scoperto di essere intollerante ai latticini e al frumento (non sarà tagliato con il latte ma è tutto transgenico no?) e la cosa ha funzionato perchè mi sono scomparsi molti disturbi e sono anche dimagrita…
la prova “energetica” NON ESISTE, sono le truffe dei moderni stregoni a danni dei moderni contadini (ingiustificabili adesso che esiste internet).
Ti invito a leggere cosa significhi “campione statisticamente rappresentativo” e ad analizzare la tua sorpresa nell’essere dimagrita dopo aver eliminato il frumento…incredibile, omeopatico!
Elisabetta, ma chi le dice queste cose? Il latte è transgenico? Ma come le viene in mente?
Fa parte della strategia dei metodi…chiamiamoli alternativi… per cercare qualcosa che non esiste (la bacchettina del rabdomante o il pendolino per esempio, ma si potrebbe provare anche coi fondi del caffè) quella di fare un po’ di coreografia: intolleranza alla cipolla di tropea, al corbezzolo dell’aspromonte lato est inizio discesa, alla sogliola zebrata ecc. cui poi immancabilmente si unisce l’intolleranza al frumento oppure ai lieviti e ai latticini. In questo modo si eliminano, mozzarelle, pizze, pasta e pane…e si perde peso!
Miracolo di mago Merlino…o delle calorie non mangiate?
Paolo, si documenti lei piuttosto. Il lattosio non ha mai fatto del male a nessuno se si esclude qualche brontolio o mal di pancia in una piccolissima fetta di popolazione.
Andrea Ghiselli
Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione
Per Elisabetta.
Sono convinta che eliminando latticini e frumento ti sei sentita meglio, probabilmente più sgonfia e leggera.
Non esiste solo chi è intollerante al latte o meglio al lattosio, ma anche chi e forse sono la maggior parte, lo è parzialmente perché ha una ridotta capacità a metabolizzarlo essendo carente degli enzimi preposti.
Inoltre i formaggi stagionati , che sebbene di lattosio ne contengano poco, sono sostanze molto energetiche e se consumate magari a fine pasto gonfiano rallentando la digestione (contengono una buona quantità di grassi).
Il frumento invece come tutti i carboidrati e gli zuccheri in genere tende a trattenere acqua; eliminandolo ci si sgonfia.
Non mi stupisco che uno dimagrisca evitando tutti i latticini e il frumento perché si tolgono dalla dieta alimenti abbastanza calorici.
Forse basterebbe un po’ di buon senso e limitarli. Mantenere un po’ di senso critico evita di restare intrappolati nel business delle diete in generale.
Io terrei a sottolineare una piccola cosa, ma secondo me di estrema importanza: più che parlare di “nutrizionisti” o “dietologi” in genere, proviamo a specificare sempre di chi si tratta dicendo Medico o Biologo Nutrizionista o Dietista in possesso di relativa Laurea. Dico questo perché spesso mi capita di leggere diete stampate (o fotocopie!) senza un timbro dell’Ordine di appartenenza, ma solo un Dott nome e cognome e nutrizionista, poi a voler fare una ricerca nella banca dati dell’Ordine dei Biologi e dei Medici di tali persone non vi è traccia!!.
Insomma, affidiamoci a gente certa, rintracciabile e che abbia la responsabilità della vostra e nostra salute!
Concordo con quello che dice Martino e approfitto per linkare i due siti sui quali consultare l’elenco degli iscritti ai due ordini:
per l’ordine dei biologi http://www.onb.it/servizi_elencoiscritti.jsp
per l’ordine dei medici http://application.fnomceo.it/Fnomceo/public/ricercaProfessionisti.public;jsessionid=03BFDB0E66FF5BB4116A1E7591AB7309
Informarsi può essere utile, ma certamente non mette al riparo da chi si toglie il camice per indossare il cappello di Merlino.
Ma che dite? davvero pensate che appartenere all’albo di medici e biologi sia garanzia di conoscenza di discipline come la scienza dell’aliementazione, di cui la dietetica delle intolleranze è solo una parte? le dietisdte non hanno un albo, perchè nonn conviene a molti che ce l’abbiano, ma vi ricordo che hanno studiato almeno 3 anni nutrizione e dietetica, mentre molti biologi e medici si arrogano il diritto difare dietetica senza aver dato materie attinenti all’univerdità, senza aver fatto pratica di anni, e solo on virtù di leggi che andrebbero mofificate. Chi vuole fare il cosidetto nutrizionista si degni di studiare bene tutte le discipline che fanno capo alle scienze dell’alimentazione e della nutrizione,impari a valutare uno stato nutrizionale etc, e faccia tanta pratica!
Senza agitarsi, rilegga bene cosa c’è scritto perché i Dietisti sono ben titolati a far diete e, come sempre, ci sono i bravi e i meno bravi in tutti i campi. L’iscrizione ad un Ordine è stato segnalato come conferma a quanti si spacciano per “medici” poiché i “dottori” sono tanti. Che poi possa esistere un elenco ufficiale creato dall’Associazione dei dietisti è a mio avviso valido allo stesso modo dell’elenco dell’Ordine, ma stia attenta a confondere il fatto di avere un Ordine di appartenenza col fatto che tutti siano indistintamente bravi, non era mia intenzione farlo, infatti il dr Ghiselli ha sottolineato la cosa con la frase seguente:”Informarsi può essere utile, ma certamente non mette al riparo da chi si toglie il camice per indossare il cappello di Merlino.”
Evitiamo di urlare sempre al lupo al lupo e leggiamo attentamente le cose!
Ma come è possibile che nel xxi secolo, quando – finalmente – si è ufficialmente sconfitto l’analfabetismo e la maggioranza dei cittadini ha il diploma di 3a Media , ci sia così tanta gente credulona né più né meno che in epoche antichissime ! ? Qualunque sciocchezza viene creduta reale, ogni settimana la RAI pubblica e quella commerciale trasmettono programmi di favole presentati come fatti scientifici ……. Non mi sembra di ricordare una situazione simile 30 -40 anni fa , non si era circondati da gente ossessionata dagli OGM, dalle celle telefoniche, dal glutine, dalle strie degli aerei e da altre decine di credenze del tutto fantastiche e irrazionali…… E,poi, tutti questi creduloni ( la pasta col lattosio….. il latte transgenico….. ) hanno una aggressività patologica ! Io non credo che sia saggio rispondere seriamente a costoro, ma ripetere sempre loro che ognuno è libero di credere qualsiasi cosa ( in Dio, nel lattosio, nell’autismo da vaccinazione, nel glutine, negli esami Kinesiologici per cercare le intolleranze, nelle diete paleo e pure in quelle future……….
Dalle risposte mi sembra di vedere molte scelte di fede fatte a prescindere, per me invece si tratta di capire.
A me un test alimentare che si basa sulla Kinesi ( in greco movimento) lascia sicuramente molti dubbi.
Credo che ci si debba informare bene e non essere assolutisti: non è detto che l’omeopatia funzioni per tutto e che lo studio dell Kinesi possa stabilire cosa mangiare e non mangiare,che con l’erboristeria si cura tutto ecc. ; lo stesso per taluni test di laboratorio che essendo “in vitro” non tengono conto di possibili interazioni alimentari.
Un paio di cose le ho capite :
– delle intolleranze e dei metodi di diagnosticarle se ne fa una gran confusione.
– delle intolleranze e dei metodi di diagnosticarle se ne fa un gran mercato( basta digitare intolleranze su google per avere vendita, consulenza e prezzi in abbondanza).
Questo mi fa pensare che è un argomento “di moda” e che andrebbe affrontato con molte più conoscenze scientifiche.
Resto del mio parere : mai prendere tutto per oro colato, prima di fare un test sulle intolleranze bisogna capire almeno cos’è un’intolleranza.
Al Sig Massimo suggerisco questo link del Min Sal http://www.salute.gov.it/nutrizione/paginaInternaMenuNutrizione.jsp?id=1460&lingua=italiano&menu=patologie e di navigare sul sito dell’INRAN e Sapermangiare.mobi
Saluti
Forse i dubbi delle persone e la ricerca di metodi alternativi a quelli “scientifici” dei professionisti accreditati, sono proprio causati dall’intolleranza evidente e manifesta di costoro verso tutto quello che non hanno studiato e che non sono interessati di verificare.
I dati scientifici accreditati, per stessa ammissione degli apparati scientifici stessi, hanno una validità variabile tra i 5-7 anni, dopodichè devono essere aggiornati con nuove evidenze scientifiche.
Se ne deduce che chi ha studiato oltre 10 anni fa e non si è aggiornato, sarà anche accreditato ma superato.
Per le intolleranze, ho capito che non vi è ancora un metodo analitico valido per la maggioranza degli alimenti salvo qualche eccezione, quindi la ricerca di metodi validi deve essere aperta a quello che ancora non si conosce, altrimenti non è ricerca ma ripetizione di quello che non si sa già.
questo procedimento “scientifico” (sono sarcastico ovviamente) vale solo per la medicina tradizionale o si può applicare anche ai rimedi dei moderni fattucchieri? No perchè secondo il suo giudizio potremmo finalmente liberarci di omeopatia, fiori di bach, fitoterapia, iridologia… sarebbe un inizio!
Mi piace l’auspicio di Andrea : mi associo alla sua speranza !
La mia posizione chiara è la libertà dai pregiudizi, nessuno escluso, a favore della ricerca pura ed a quella applicata.
Quella di Andrea e Giorgia è altrettanto chiara che di pregiudizi ne hanno collezionati molti.
Forse perchè vi siete affidati troppo a ciò di cui ora vi volete liberare?
L’approccio scientifico è uno solo, non vive di fede ne di santa inquisizione, ma di risultati chiumque li produca.
concordo pienamente e aggiungo che i risultati devono essere riproducibili più volte e in centri di ricerca differenti.
è indubbio, i risultati però vanno prodotti SCIENTIFICAMENTE, non col passa parola…. quindi è bene non avere pregiudizi, ma questo non vuol dire essere dei creduloni ignoranti.