Giovane coppia seduta sul pavimento di un supermercato mangia snack e patatine; concept: junk food, cibo spazzatura

A young girl buys snacks in a supermarket. The girl chooses chips in a supermarket and puts them in a red shopping cart. Shopping in a supermarket.Ogni 10 prodotti confezionati venduti nel Regno Unito dai marchi più famosi al mondo, sette sono poco sani dal punto di vista nutrizionale. E per alcune aziende la quota di vendite rappresentata da junk food è ancora più alta, oltre l’80 o il 90% per aziende come Coca-Cola e Mondelēz, fino ad arrivare al 100% di Ferrero. È il risultato di un’indagine condotta dalle organizzazioni non profit Access to Nutrition Initiative e ShareAction, che hanno analizzato la qualità nutrizionale di oltre 4 mila prodotti confezionati realizzati delle 16 più grandi aziende del mondo.

Per giudicare la qualità nutrizionale degli alimenti, invece delle etichette a semaforo britanniche (che valutano separatamente alcuni nutrienti) è stato utilizzato l’Health Star Rating, un sistema in uso in Australia e Nuova Zelanda che attribuisce a ciascun prodotto un massimo di cinque stelle. Gli alimenti e le bevande analizzati hanno ottenuto un punteggio medio di 2,2 stelle: un prodotto è considerato sano se raggiunge almeno un punteggio pari a 3,5 stelle.

La percentuale di vendite rappresentata da prodotti sani per i 16 più grandi produttori di alimenti e bevande confezionati (Fonte: Access to Nutrition Initiative) Clicca sull’immagine per ingrandire

Nonostante i risultati lascino molto a desiderare, lo studio ha rilevato comunque qualche progresso rispetto alla prima edizione dell’indagine, pubblicata nel 2019. Allora la percentuale di vendite rappresentate dal junk food raggiungeva il 78%, mentre ora è al 71%. Ma, spiegano, le organizzazioni, questo progresso è dovuto in larga parte a grossi miglioramenti fatti da poche aziende. Come Danone, che è passato dal 46 al 77% di prodotti sani, e PepsiCo, che sale dal 26 al 50%. E, pur rimanendo a quote molto modeste di prodotti sani, anche Nestlé, che passa dall’8 al 20%.

Tutte le altre grandi multinazionali restano sostanzialmente stabili, come Kellogg (70% di cibi poco sani), Mars (78%) e Mondelēz (96%), o addirittura peggiorano, aumentando le vendite di prodotti poco salutari, come Coca-Cola (83%) e Unilever (84%). È descritta come ‘stagnante’ anche la situazione di Ferrero, le cui vendite continuano ed essere rappresentate da alimenti nutrizionalmente sbilanciati..

4 mila prodotti sono stati valutati utilizzando il sistema Health Star Rating: un alimento è sano se ha almeno 3,5 stelle

“È incoraggiante vedere che nove aziende hanno migliorato la salubrità del proprio portfolio e che in generale le vendite dei prodotti salutari sono aumentate dal 22 al 29%. – Dichiara Inge Krauer, direttrice esecutiva di Access to Nutrition Iniative. – Ciò mostra che, anche in un periodo di tempo relativamente breve, i produttori possono fare progressi attraverso misure che introducono varietà più sane nella propria gamma di prodotti. Tuttavia, la salubrità media degli alimenti di alcuni dei più grandi produttori che vendono nel Regno Unito rimane preoccupante, con un punteggio HEalth Star medio di 2,2 stelle su 5.

© Riproduzione riservata Foto: Access to Nutrition Initiative, stock.adobe.com, depositphotos.com

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Oetzi
Oetzi
27 Settembre 2021 19:15

Per come la vedo io, la colpa principale è di chi compra e non di chi vende.

Claudio
Claudio
28 Settembre 2021 10:20

Comfort food.
Tutto il conforto di cui si ha bisogno.