Italia in testa nel consumo europeo di integratori alimentari di origine botanica. Ultima posizione per la Finlandia, dove solo il 9,6% delle persone consumano queste sostanze. Gingko, enotera e carciofo sono i più diffusi
Italia in testa nel consumo europeo di integratori alimentari di origine botanica. Ultima posizione per la Finlandia, dove solo il 9,6% delle persone consumano queste sostanze. Gingko, enotera e carciofo sono i più diffusi
Redazione 1 Aprile 2014Il 18,8% degli europei utilizza almeno un integratore alimentare a base di ingredienti botanici. La stima viene da uno studio, che ha coinvolto 2.359 partecipanti ed è stato pubblicato dalla rivista PLOS ONE, che ha indagato l’utilizzo di questi integratori in sei paesi europei: Finlandia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Romania e Spagna.
La percentuale di persone che utilizzano integratori botanici va dal 9,6 % in Finlandia al 22,7 % in Italia. I prodotti utilizzati sono molto vari e ammontano a 1.288, con punte di 289 nel nostro paese e di 284 in Spagna, mentre in Gran Bretagna la varietà di integratori botanici è circa la metà della media generale. Il Regno Unito si distingue anche per avere il più basso utilizzo di integratori multi-botanici e quello più alto di prodotti che utilizzano un solo ingrediente di natrua vegetale: 84,5%, contro il 20,5% della Finlandia, che si situa all’estremo opposto. In ordine decrescente, le piante più utilizzate sono: ginkgo, enotera, carciofo, ginseng, aloe vera, finocchio, valeriana, soia, melissa, echinacea e mirtillo.
Lo studio, realizzato per fornire alle autorità una base di dati per valutare rischi e benefici sull’utilizzo di questi prodotti, ha preso in esame solo gli integratori botanici assunti in dosi misurabili (pillole, polvere in bustine, gocce), escludendo succhi di frutta e alimenti simili, che si possono intendere come un modo per assumere prodotti a base di erbe.
Beniamino Bonardi
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