Il consumo di integratori alimentari in Italia non conosce crisi: nell’ultimo anno, secondo Federsalus, è cresciuto del 5,9% in valore e del 4,6% in volume. Da un lato sono sempre di più i medici che consigliano l’uso di integratori, dall’altro – e questa fetta sfugge in buona parte alle statistiche – aumentano coloro che fanno acquisti online. Si tratta soprattutto di sportivi dilettanti, ragazzi che vanno in palestra e vogliono mettere su un po’ di muscoli, acquistando online perché è comodo o perché non trovano altrove un certo preparato. Ma a volte non lo trovano proprio perché contiene sostanze o dosaggi non autorizzati in Italia.
In rete è facile: basta collegarsi a un sito come Eurovital, Prozis, o anche Amazon, per trovare centinaia di preparati che promettono veri e propri “miracoli” e non di rado sono fuorilegge. Un integratore, dal punto di vista normativo, non è un farmaco, ma un alimento. Quindi non può contenere sostanze farmacologicamente attive, ma solo vitamine, minerali, enzimi e altre sostanze specificate dalla normativa europea e registrate in un apposito elenco. La lista delle sostanze ammesse (oltre a vitamine e minerali) si trova nel documento Altri nutrienti e altre sostanze ad effetto nutritivo fisiologico.
Gli integratori quindi sono utili per “completare” la dieta di coloro che presentano una carenza o hanno fabbisogni più elevati, come accade per esempio in gravidanza, negli anziani, o quando si fa un’attività sportiva molto intensa. La normativa sui claim (le frasi che descrivono le proprietà di un prodotto) permette di vantare effetti benefici dimostrati a livello fisiologico, come per esempio il mantenimento di normali livelli di colesterolo.
Per acquistarli – quando sono in regola – non è necessario il parere del medico, perché contengono principi attivi e dosaggi “sicuri”. Ogni integratore messo in commercio nel nostro Paese ha superato un controllo da parte del Ministero della salute a cui devono essere notificate le ricette di tutti i nuovi preparati, che sono poi inseriti nel Registro degli integratori alimentari. Questa regola dovrebbe valere anche per il commercio online, ma quando si acquista da un sito straniero è facile trovare integratori che non sono stati notificati al Ministero italiano. La situazione delle vendite online è fuori controllo: si trovano preparati illegali, che vengono spacciati per integratori.
In realtà questa situazione è tollerata. «È mancata la determinazione da parte delle autorità competenti, soprattutto a livello sanzionatorio. – commenta Luca Bucchini, esperto di sicurezza e normativa sugli integratori – Esistono strumenti come il RASFF (il Sistema di allerta rapido europeo per le non conformità in ambito alimentare) e l’ACA (Amministrazione, Assistenze e Cooperazione) e sono usati da altri Paesi anche nei confronti dell’Italia. Del resto sui prodotti DOP venduti via internet l’Ispetterorato Antifrodi ha ottenuto dei risultati importanti. Inoltre, poiché la vendita avviene verso l’Italia, le autorità, come l’AGCM (Autorità garante della concorrenza e del mercato), potrebbero sanzionare direttamente, come hanno fatto al di fuori del settore alimentare».
Ogni preparato posto in vendita, online come in farmacia, deve avere un’etichetta che elenca le sostanze attive presenti e riporta i dosaggi consigliati. Su internet, però, le descrizioni in italiano non sempre sono presenti. Su Amazon, per esempio, spesso non ci sono: il sito si pone come una semplice “vetrina” per il produttore, quindi i responsabili non ritengono che spetti a loro rendere pubbliche le indicazioni obbligatorie per legge.
Comprando integratori in rete, quindi, si incorre in non pochi rischi. Innanzitutto quello di acquistare sostanze che in Italia non sono ammesse negli integratori o sono proibite dalla legge anti-doping. Per esempio, il sito Eurovital, con base in Svizzera, propone “integrazione ormonale”, un’idea azzardata perché, a parte la melatonina, gli integratori alimentari non contengono ormoni. Fra i prodotti di Eurovital si trovano il DHEA e il 7-Keto-DHEA, ormoni proibiti in Italia, come si può verificare nella Lista delle sostanze e metodi proibiti (versione italiana della lista WADA – World anti-doping agency). Il DHEA (deidroepiandrosterone) è prodotto dalla ghiandola surrenale, come precursore degli ormoni steroidei (fra cui il testosterone). Un principio attivo di questo tipo deve essere somministrato in caso di necessità sotto il controllo medico e non si può considerare un “integratore” perché gli effetti collaterali possono essere importanti.
Alcune delle sostanze presenti nella lista sono vietate solo durante le gare e per i professionisti. Una buona parte però sono vietate sempre e per tutti (a meno che non siano prescritte come farmaci), ai sensi della legge antidoping (L. 376/2000), e sono spesso pericolose. Per esempio, le capsule di Lipocide, vendute sul sito Prozis come brucia-grassi, contengono β-phenylethylamine una sostanza dopante non autorizzata, presente nella Lista dell’anti-doping con il nome di fenetilammina. Lo stesso principio attivo si trova nel brucia-grassi Incineration della ditta Enraged, disponibile sul sito Eurovital.
Prozis (con base in Portogallo) offre integratori per aumentare la massa muscolare, per migliorare le prestazioni sportive e la resistenza, ma anche per perdere peso e per il “benessere”, oltre a prodotti alimentari senza lattosio, senza glutine, vegani, superfood di ogni tipo, e anche abbigliamento. Chi acquista qui si sente sicuro, tanto più che sul sito stesso viene sottolineato che acquistano direttamente dai laboratori che producono gli integratori. Inoltre uno staff di specialisti “visita periodicamente i laboratori di produzione in modo da poter tenere sotto controllo la qualità e i processi di produzione utilizzati.” Prozis afferma anche di ricevere regolarmente “visite da parte delle autorità sanitarie con l’obiettivo di controllare che tutte le regole sulla salute imposte dai dipartimenti governativi siano rispettate.” Quello che si trova in rete però fa pensare che questi controlli – se vengono fatti – siano per lo meno poco efficaci.
In generale i prodotti più venduti online sono integratori proteici usati dai culturisti per aumentare la massa muscolare, ma anche da chi segue una dieta e vuole integrare le proteine senza assumere grassi. Gli stessi prodotti in cui è specializzato il sito Myprotein. Le proteine più vendute, le cosiddette Whey, sono estratte dal siero di latte e sono disponibili con diverse forme e dosaggi. Myprotein dichiara di acquistare all’ingrosso la materia prima e produrre direttamente gli integratori che poi mette in vendita sul sito. Però nel Registro i prodotti con questo marchio sono pochissimi. Aspetti non trascurabili, perché in alcuni Paesi, per esempio, si producono anche integratori con proteine ricavate dagli insetti!
Oltre a preparati che contengono ingredienti dubbi o sostanze pericolose per la salute, ci sono integratori in cui la sostanza è autorizzata ma il dosaggio non è corretto. Questo accade per esempio con le vitamine, in particolare le vitamine C, A, D e quelle del gruppo B, sostanze essenziali, che il nostro organismo non è in grado di produrre e devono essere assunte con l’alimentazione. Sono utilizzate come integratori dagli sportivi ma anche da persone di ogni età per combattere la sensazione di spossatezza, per potenziare il sistema immunitario o rallentare l’invecchiamento cellulare.
Bisogna però fare attenzione, perché anche l’eccesso di vitamine è dannoso, in particolare per quelle liposolubili (come la A e la D) che si accumulano nell’organismo. Per questo motivo le quantità massime di vitamine e minerali ammesse negli integratori alimentari sono elencate in un documento del Ministero della Salute: “Apporti giornalieri di vitamine e minerali ammessi negli integratori alimentari”.
La vitamina D ultimamente va di gran moda: è consigliata agli anziani per mantenere in salute le ossa ed è prescritta alla maggior parte delle donne in menopausa per prevenire l’osteoporosi. Secondo alcuni studi avrebbe effetti positivi anche per il sistema cardiovascolare, come antinfiammatorio e per prevenire alcuni tipi di tumori. Il ministero della Salute indica per la vitamina D un apporto massimo negli integratori di 25 microgrammi al giorno, corrispondenti a 1000 UI. Su internet, però, troviamo Vitamin D3 di Nu U Nutrition, un barattolino che per 18 euro ci garantisce l’apporto annuale di vitamina D: 365 pastiglie da 10.000 UI ognuna. Una dose 10 volte più elevata di quella prevista dal ministero della Salute!
La vitamina E proposta dal sito Prozis è in pastiglie da 400 UI, corrispondenti a 267 milligrammi, mentre l’apporto massimo ammesso dal Ministero è di 60 milligrammi al giorno. La vitamina A, invece, è sotto forma di capsule molli da 25.000 UI, corrispondenti a 7,5 milligrammi, quando l’apporto massimo ammesso è di 1,2 mg.
In altri casi gli integratori contengono estratti di piante non autorizzate in Italia, come quello di radice di Eurycoma longifolia contenuto nelle pastiglie dell’anabolizzante naturale Universal N1-T 90 proposto da Prozis. Non dimentichiamo infine che, se Amazon ha la grave pecca di vendere integratori privi di descrizioni appropriate, molti siti descrivono i loro prodotti con toni scorretti, come fossero “miracolosi”. Secondo, per esempio, quanto si legge nel sito Prozis la spirulina ha proprietà disintossicanti, sopprime l’appetito e aiuta a controllare il peso, abbassa i livelli di colesterolo cattivo, ha proprietà antivirali, rafforza il sistema immunitario, aiuta a stabilizzare la glicemia, da sollievo dallo stress pre-mestruale, protegge dal cancro, protegge il fegato dall’effetto di farmaci e metalli pesanti, favorisce il rinnovo della flora batterica intestinale e ha proprietà antiinfiammatorie.
Per evitare problemi è opportuno rivolgersi ai canali classici: la farmacia, ma anche il supermercato. Oppure siti di vendita online italiani. Non dimentichiamo poi che tutti gli integratori ammessi, in Italia, sono elencati nell’elenco degli integratori autorizzati, se abbiamo un dubbio, prima di fare un acquisto è possibile controllare cosa stiamo acquistando.
Nota del 18 novembre 2019: alcuni dei prodotti citati in questo articolo potrebbero non essere più disponibili nel catalogo dei siti di e-commerce menzionati.
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[sostieni]
Giornalista pubblicista, laureata in Scienze biologiche e in Scienze naturali. Dopo la laurea, ha collaborato per alcuni anni con l’Università di Bologna e con il CNR, per ricerche nell’ambito dell’ecologia marina. Dal 1990 al 2017 si è occupata della stesura di testi parascolastici di argomento chimico-biologico per Alpha Test. Ha collaborato per diversi anni con il Corriere della Sera. Dal 2016 collabora con Il Fatto Alimentare. Da sempre interessata ai temi legati ad ambiente e sostenibilità, da alcuni anni si occupa in particolare di alimentazione: dalle etichette alle filiere produttive, agli aspetti nutrizionali.
OTTIMO ARTICOLO
Vedo troppa gente con prodotti non notificati dal Ministero della Salute ma sponsorizzati addirittura da Facebook tramite annunci pubblicitari. Sapere poi che queste aziende acquistano materia prima chissà dove e magari ricavata da insetti mi disgusta fortemente. Chissà poi cosa mettono negli ingredienti per creare il “pompaggio” muscolare..
Ma gli integratori in Italia sono tutti di qualità? Come faccio a saperlo visto che quelli che ho acquistato in Farmacia e Parafarmacia mi creano nausea e non sono digeribili? Trovo un elenco dei migliori o consigliati?
Gentile Giuliana,
attenzione, non abbiamo detto che gli integratori proteici che si trovano in rete possono essere fatti con gli insetti, ma che qualcuno li fa anche con insetti e che purtroppo tanti prodotti che si trovano nei siti internet non sono registrati nell’elenco del Ministero della Salute.
In effetti i siti in cui si vendono integratori a base di insetti sono in inglese, quindi non sono rivolti al pubblico italiano.
Un sito in italiano, che effettui spedizioni verso l’Italia, dovrebbe adeguarsi alla normativa italiana, mandando notifica degli ingredienti al Ministero della salute, ma questo spesso non accade.
Se acquista un integratore in farmacia o parafarmacia può stare tranquilla, perché è stato controllato dal Ministero della salute. Questo non significa però che sia adatto a tutti. Ognuno di noi ha caratteristiche diverse e ha i propri punti deboli, quindi se un integratore le dà la nausea è meglio sospenderlo e rivolgersi al medico. La nausea non è dovuta alla presenza di ingredienti pericolosi, ma semplicemente non adatti a lei, in questo momento.
Non credo che esista un elenco dei “migliori”, proprio perché non siamo tutti uguali e un integratore può essere più o meno “buono” a seconda delle nostre considzioni fisiologiche.
Spesso si pensa che tutto ciò che è “naturale” possa solo fare bene, ma non è così. Anche con le piante bisogna fare attenzione a ciò che contengono e seguire i dosaggi consigliati.
Salve Giuliana, io ero contrarissima vedendo mio figlio che li voleva pure lui. Mi sono informata e in Italia c’è solo una marca consigliata dal Coni addirittura, la H24 mi pare si chiami. Ero contraria ma ho visto miglioramenti anche nella pelle di mio figlio. Poi ho scoperto tramite il figlio che esiste un prontuario integratori e quelli che si trovano dentro questo libro sono quelli da usare, le marche che non trovi lasciale perdere! Inizieró pure io appena dopo l’ingrasso delle feste.
Rispondo a Valeria Balboni
“Questo non significa sia adatto a tutti”
Un integratore se fisiologico è adatto a tutti, mal che vada non causerà nulla. Se invece fa mal di pancia o nausea come il 99% degli integratori proteici per la palestra (venduti in palestre o farmacie o parafarmacie come dice la signora Giuliana) anche se notificati in Italia, significa che siamo davanti a ingredienti molto scadenti. Lo si vede dal prezzo! Le proteine devono costare.
Io faccio palestra e in 7 anni li ho provati tutti ma proprio tutti. Gli unici che mi trovo bene anche se non si vedono subito effetti di massa aumentare drasticamente sono quelli che consiglia il coni. L’unica cosa è che non vengono venduti in negozi ma tramite network e tocca fare iscrizioni per prenderli poi online e subirsi in continuo inviti a eventi di lavoro e a fare business. Peró se è questo il metodo per avere prodotti all’avvanguardia sopportiamo tutti questi invito e richieste di partecipare ad eventi dive sportivi e non mostrano i risultati ottenuti.
Quello che non ho mai capito è come mai in Italia possono essere venduti prodotti non notificati nel Registro e la consegna arriva come se nulla fosse con tanto di marchio nella scatola! Dovrebbero esser fermati in dogana o sbaglio? Invece li si trova pure con pubblicità in Facebook!
L’articolo è interessante ma secondo me non va al nocciolo della questione: non si dovrebbe disquisire su quelli più o meno efficaci o sicuri, ma ci si dovrebbe chiedere se è proprio necessario usarli. Ho chiesto ad una decina tra medici e nutrizionisti (sono pochi, per la statistica, ma tant’è) e tutti mi hanno confermato che un organismo sano, con un’alimentazione corretta (di tutto un po’, ma non troppo) non ha bisogno di integratori, in quanto tutti i componenti necessari sono presenti in una alimentazione corretta. Diverso è il caso di elementi con patologie varie, dove un integratore può anche essere necessario, ma non per le persone normalmente sane. Con gli integratori si possono creare squilibri e ottenere risultati altrimenti impossibili. Se con l’esercizio fisico e la normale dieta (sana ed equilibrata) la massa muscolare non cresce oltre un certo valore, perché si deve forzare l’organismo ad aumentarla artificialmente, introducendo nel nostro organismo elementi che vanno a modificare il suo equilibrio? Risulta scorretto, ma soprattutto altera l’equilibrio dell’organismo che si ritrova a dover fare cose per le quali non è adeguato. E quando poi anche gli integratori non bastano più, si passa ad altro, vedi doping. Spieghiamo meglio alla gente che gli integratori non sono, nella maggior parte dei casi, necessari, e che possono far male al nostro organismo, dopo che l’hanno fatto anche al portafoglio.
Riguardo alla vitamina D mi permetto di fare qualche precisazione.
Vero che in Italia vi è questo limite dei 1000 UI ma anche a prenderne 10000 al giorno non succede nulla nemmeno prendendola per tre anni consecutivi ( ormai ci sono molti studi scientifici a riguardo che si possono trovare su vitamindwiki (sito serio e che raccoglie gli studi sulla D)
Riguardo alla tossicità presunta della D ci sono un sacco di miti da sfatare che le ricerche degli ultimi anni hanno confermato essere miti e basta, per esempio la leggenda metropolitana che basta un quarto d’ora di sole su viso, gambe e braccia per produrne a sufficienza, incide invece la latitudine geografica (più ci si allontana dall’equatore e meno è”potente” il sole), la razza (una persona di colore necessita sino a 8 volte di tempo per produrre la stessa quantità di vitamina D di un bianco) la genetica, la presenza di magnesio a sufficienza nell’organismo, il peso corporeo (persone obese necessitano di dosi piu alte) etc
Sull’assunzione della D si può scegliere tra una assunzione giornaliera modesta e continuativa oppure prendere una forte dose (o megadose) cumulativa ogni tot giorn o mesi, molti medici della mutua prescrivono un famoso prodotto (non lo cito perchè non so se è consentito) che contiene 25000 UI e a seconda dei casi dicono al paziente di berlo ogni 7, 15 o 30 giorni, il più delle volte si consiglia 2 volte al mese (quindi 50000 UI totali che facendo una media corrisponde a circa 1600 UI al giorno)
Ma lo stesso prodotto esiste anche da 50000 (cinquantamila) 100000 (centomila) o 300000 (trecentomila) che si dà nei casi di forte carenza e in cui il medico ritiene di dover correggere in fretta la carenza vitaminica del paziente e nemmeno qui muore nessuno.
Su quello poi che è lo RDA (che è dose minima raccomandata per non sviluppare malattie da carenza e che per la D da noi è 400 UI (anzi addirittura di recente pare essere stato inspiegabilmente abbassato a 200 UI ) vige molta confusione, tenere presente che esso varia da nazione a nazione e non ha nulla a che vedere con la massima dose che si può assumere (anche difficile da stabilire viste le tante variabili) per lo più questi RDA (Recommended Daily Allowance) sono degli standard basati su ricerche mediche di 30 o 40 anni fa e che nonostante molti studi recenti si ha “reticenza” a correggere (vedere le dichiarazioni idel dottor Michael Holick guru della vitamina D e famoso a livello mondiale (preciso che è laureato..)
Da qualche anno invece di RDA si parla di ODA (Optimum Daily Allowances) come dose ottimale di assunzione ma anche qui vige molta discrepanza anche tra gli addetti ai lavori.. lo stesso Holick parla di 1100 UI al giorno per chiunque, ma precisa che in caso di sovrappeso questo valore può raddoppiare o triplicare, molte università americane parlano di 3500 UI al giorno etc questo per dire che non c’è un valore unico da raccomandare o sconsigliare e non c’è una verità valida per tutti.
Io ho vitamina D da 400 UI, da 1000 UI e da 10000, assumo più vitamina D di inverno e meno nella bella stagione, la sospendo di estate, cerco di assumere 400/1000 unità al giorno ma nella stagione invernale cerco di assumerne di più magari prendendo una perla da 10000 una o due volte alla settimana per tenere alta la media (sui 2000 UI al giorno) specie nel periodo tra novembre e la fine di febbraio, faccio cosi da quasi 4 anni e sono in buona salute.. si dice che il livello ottimale sia tra 50 e 60 ng/ml – il livello di vitamina D diventa “alto” dopo 70 e tossico a 100 ng/ml .
Come si fa a sapere se si è carenti o si eccede con la vitamina D ? Facendo le analisi che purtroppo son costose (tra i 28 e i 35 euro a seconda dei laboratori e delle regioni italiane) il test si chiama 25-idrossivitamina D (o piu semplicemente:25-OH vitamina D) il minimo da avere è 30/32 ng/ml (parametro che varia a seconda dei laboratori) all’estero da qualche anno si consiglia invece un minimo di almeno 40 ng/ml
La media della popolazione italiana (dato reperibile in rete e derivato dalle medie rilevate dai laboratori di analisi) oscilla tra 18 e 20 ng/ml quindi ben al di sotto del minimo.. come mai? Non c’è da soprendersi basti pensare che viviamo al chiuso, lavoriamo al chiuso, ci spostiamo al chiuso, il sole oggi è un optional !
Spero che questo commento possa aiutare a chiarire qualche dubbio e sia pubblicato
Prima ho scritto la mia opinione sulla vitamina D inserendo molti dettagli, anche come si chiama l’esame per determinarne il livello ma ho dimenticato di dire giustamente qualcosa sulla sua pericolosità (l’articolo dice che l’eccesso di vitamina A e di D è dannoso)
Sull’eccesso di vitamina A nulla da eccepire essa è realmente pericolosa ma bisogna precisare che a meno che non si disponga di una ricetta medica non è possibile acquistarla in una farmacia e io non ho mai visto online la vendita di integratori di vitamina A (ma tutto è possibile)
Bene ricordare che l’olio di fegato di merluzzo (l’integratore di una volta) di vitamina A ne contiene molta quindi attenzione a un uso eccessivo di questo perchè se si superano le dosi consigliate può essere molto dannoso.
Negli integratori multivitaminici/multiminerali in qualche caso (specie quelli economici) si può far uso di vitamina A ma in genere quasi tutti i produttori usano ormai il betacarotene che l’organismo converte poi in A secondo le proprie necessità
Difficile avere un sovraddosaggio di betacarotene, più facile invece (nel caso si usi nell’integratore la vitamina A) che ci sia un sovraddosaggio di vitamina A se l’utilizzatore fa un uso improprio del multivitaminico ad esempio prendendo svariante compresse contemporaneamente invece che una (succede spesso)
Forse qui il legislatore per impedire queste situazioni limite potrebbe obbligare i produttori a vendere multivitaminici che non usino la vitamina A ma solo esclusivamente betacarotene.
Bene ricordare che se si eccede nella dose consigliata questi integratori Multivitaminici/Multiminerali possono dare problemi anche con sovradosaggio di alcuni minerali come il rame, lo zinco, il selenio, il ferro (quindi attenzione non solo alla vitamnina A)
Riguardo alla vitamina D essa è meno pericolosa di quello che comunemente si pensa (a patto di non fare veri e propri abusi, ricordarsi che anche l’acqua può portare alla morte se se ne bevono 10 litri in poco tempo) qui il pericolo è rappresentato piuttosto dalla possibile calcificazione.
Infatti dosi elevate di vitamina D se prese in concomitanza con forti dosi di calcio (specie se assunto da un integratore) possono in alcuni casi dare dei problemi di calcificazione, questo perchè la D aumenta enormemente la disponibilità del calcio da parte dell’organismo.
Inoltre per una assunzione sicura sarebbe bene ricordare quelli sono i cofattori della vitamina D, cioè il Magnesio, il Boro, la vitamina K (della K difficile avere carenza vista la sua presenza nel mondo vegetale)
Se si prendono dosi significative (esempio: 25000 UI o più) di vitamina D bene accompagnarla al magnesio che è un minerale e cofattore essenziale della vitamina D
A volte assumendo forti dosi di D (come prescritta dal medico) si ha un forte mal di testa questo in genere è un sintomo che l’organismo non ha a disposizione abbastanza magnesio.
Molti medici che prescrivono la vitamina D raccomandano l’associazione vitamina D/magnesio proprio per evitare possibili effetti collaterali ,altri inspiegabilmente no..
Riguardo al boom delle vendite online di vitamine e integratori lo ho notato anche io, ho fatto anche qualche buon acquisto e risparmiato qualche soldo ma in genere noto che molti prodotti hanno diciture ingannevoli e sottolineano il numero delle compresse promettendo quindi che una confezione dura per tot mesi, poi se si guarda con attenzione l’etichetta si scopre magari che le compresse hanno un peso ridotto quindi con un effetto blando.
Sullle vendite online più preoccupato per le possibili truffe (articoli che non contengono quanto dichiarato o che contengono vitamine/minerali di bassa qualità e quindi inefficaci) che per i danni che possono arrecare, certo poi sugli anabolizzanti il discorso cambia, purtroppo in questo caso la pericolosità è fuori discussione e forse più che nel prodotto quello che non va sta nel cervello di chi li compra..
Concordo anche con quanto scritto da altri lettori sulla qualità delle proteine del latte (Whey) ce ne sono tante in giro e i prezzi oscillano parecchio (anche 10 o 20 euro a parità di peso)
Al di là del ricarico e del guadagno da parte del venditore c’è un discorso di qualità, molti prodotti per palestrati (anche se con marchi di società Europee o USA) son prodotti nei paesi dell’est o in Cina questo non vuol dire sempre necessariamente bassa qualità ma a volte lo è..
Oltre alle proteine basta guardare i vari prezzi della Creatina o dei BCAA che oscillano di molto a seconda della marca, quelli più costosi hanno una provenienza certificata e ben evidenziata non solo sulla confezione ma anche sul sito del venditore/produttore, ad esempio una nota marca di creatina pura al 99,99 % è prodotta in Germania, i migliori aminoacidi sono di provenienza giapponese e quando è cosi il prezzo è alto e la provenienza della materia prima sempre sbandierata in primo piano proprio per giustificare il prezzo !
Ma negli altri casi da dove viene la materia prima ? Se provate a scrivere al venditore ti dice di chiedere alla casa madre, se scrivi alla casa madre o non ti rispondono o se ti rispondono dicono che sono fatti con materie prime di qualità (ma son sempre vaghi sui paesi di provenienza della materia prima)
Le idee, diametralmente opposte, di Enciclopivo e Stefano sono un bell’esempio della diversità di approccio all’utilizzo degli integratori.
Personalmente penso che con una vita “sana” e un’alimentazione varia ed equilibrata non ci sia bisogno di integratori e anche diversi lavori scientifici recenti tendono a ridimensionarne l’utilità. A meno che non si attraversi un periodo difficile, per cui lo stress, i troppi impegni, o un problema di salute ci rendono più vulnerabili.
Ritengo che pubblicità come quella di Sustenium siano scorrette perché suggeriscono un’equivalenza fra mangiare verdura di 5 colori e assumere l’integratore: un messaggio scorretto perché tante ricerche dimostrano che i principi attivi benefici estratti dagli alimenti non hanno lo stesso effetto degli alimenti presi in toto.
Per Vincenzo: “Un integratore se è fisiologico è adatto a tutti”, questo è vero, per definizione gli integratori non sono farmaci ma alimenti, però le situazioni individuali possono essere diverse. Per esempio, una persona con una forma di intolleranza al lattosio può essere infastidita da un integratore se è sotto forma di pastiglie contenenti lattosio.
Per Stefano: la medicina non è una scienza esatta e non è facile stabilire fino a che punto una sostanza faccia bene e da che punto faccia male. Periodicamente vengono attribuite colpe o meriti esagerati ad alcune sostanze. Adesso la vitamina D va di gran moda. Il Ministero della salute può solo fissare delle soglie, possibilmente prudenti, sta a ognuno di noi cercare di capire di cosa abbiamo bisogno, informandoci.
Cara Valeria il tuo commento è perfettamente condivisibile ma quando dici “una vita “sana” e un’alimentazione varia ed equilibrata non ci sia bisogno di integratori” io penso a una vita bella e ideale ma purtoppo (salvo rari casi) solo teorica..
Piacerebbe a tutti farla una vita sana ed equilibrata, sarebbe bello che un integratore si usi solo in casi estremi e di comprovata necessità ma purtroppo oggi usarli sembra diventata la normalità..
Si potrebbero dire tante cose, ne cito solo alcune solo per dare uno spunto di riflessione.. ritmi di vita frenetici, alimenti poveri di nutrienti (nulla dal pollo alla frutta è come una volta) agricoltura intensiva, persone soggette a veleni (nel cibo, nell’acqua, nell’aria) persone che invece di vivere al sole vivono al chiuso.
L’uomo di ieri non era esposto a campi elettromagnetici H24 aveva di sicuro meno bisogno di antiossidanti rispetto a quello di oggi che anzi oggi di antiossidanti nel cibo ne trova sempre meno ma in compenso rispetto al passato ha tanti radicali liberi in più dovuti proprio a un ritmo di vita frenetico in un ambiente difficile e malsano.. (spero di non sembrare troppo pessimista)
Un altra riflessione: i famosi teorici 60 mg di vitamina C presenti nell’arancia media ci sono quando essa viene staccata dall’albero, ma ci sono ancora dopo il tempo che passa dalla raccolta al consumo? (raccolta, trasporto, esposizione al pubblico, acquisto e consumo)
Facendo un alimentazione “sana” oggi riusciamo ad assumere la stessa quantità di magnesio dei nostri nonni?
Nell’alimentazione degli animali (che poi mangiamo) e in agricoltura negli ultimi 100 anni sono cambiate tante cose..
Ritornando sulla vitamina D piacerebbe anche a me stare magari a dicembre o gennaio stare 15 giorni su una bella spiaggia equatoriale a prendere il sole e ricaricarmi con tanta vitamina D offerta dalla natura ma non me lo posso permettere ecco perchè uso la vitamina D nove mesi l’anno cercando di arrivare un livello non dico ottimale ma almeno sopra la minimo (con quello che spendo per monitorarne il livello potrei fare un anno di integrazione)
Concordo sempre con te quando dici: “un’equivalenza fra mangiare verdura di 5 colori e assumere l’integratore: un messaggio scorretto perché tante ricerche dimostrano che i principi attivi benefici estratti dagli alimenti non hanno lo stesso effetto degli alimenti presi in toto.”
Sacrosanta verità (purchè parliamo di frutta e verdura biologica e fresca) e anzi aggiungo che ogni volta che assumiamo un integratore ingeriamo nel corpo anche degli eccipienti (su alcuni di essi si discute da tempo sulla loro pericolosità) ma però penso anche che non tutti per motivi di disponibilità, costo e tempo possono permettersi di mangiare la “sana verdura a 5 colori”.
Qualora non possano farlo ritengo che il corpo umano dovendo scegliere tra la carenza vitaminica e un integratore (pur essendo sintetico) l’integratore rappresenti il male minore.
Anche se i dottori (molti ma non tutti) ne parlano raramente a me sembra che nella società moderna le carenze vitaminiche siano alquanto diffuse e non siano solo una “falsa pubblicità” da parte di chi gli integratori li vende, basti pensare ad esempio a carenza di B12 negli anziani molti di loro convinti di non avere carenze perchè “mangiano bene”
Chi mangia “bene” potrebbe avere carenze vitaminiche dovute magari a malassorbimento o a problemi dovuti a un assunzione eccessiva o scorretta di farmaci (basta pensare a chi assume antibiotici anche quando non è necessario, non avrà una buona flora batterica intestinale)
Pur essendo assuntore di molti integratori sono sulle tue posizioni più di quello che pensi, al momento nonostante i progressi nel campo dell’integrazione nulla può sostituire una bella spremuta di frutta fresca, ricca non solo di antiossidanti ma anche di enzimi (e di sostanze alcaline e benefiche per il corpo) le molecole si possono riprodurre in laboratorio ma alcune cose ancora no.
Per conto mio pur mettendo la sana alimentazione al primo posto cerco di non farmi mancare alcuni antiossidanti e vitamine essenziali e dopo tanti anni di integrazione per fortuna non ho avuto ancora problemi, se alcune sostanze possono dare un aiuto perchè privarsene ?
Perdonate ma se posso essere parzialmente d’accordo sulla potenziale pericolosità di diverse da minerali e vitamine, sono però anche convinto che le limitazioni alla concentrazione massima negli integratori di minerali e vitamine (soprattutto se idrosolubili), servano solo a difendere il potere prescrittivo della casta medica. Per anni abbiamo accettato un fabbisogno in acido folico che era la metà di quello degli USA, che male avrebbe fatto assumere in Italia gli integratori assunti da anni negli Stati Uniti ? E perché limitare i livelli massimi di B12 negli integratori ? Forse per vendere il farmaco analogo ai vegani ? Quello che va chiesto è che un integratore abbia livelli di purezza farmacologici, poi la concentrazione in nutrienti dev’essere libera. Il singolo individuo, se crede appoggiandosi a un nutrizionista, sceglierà il prodotto più adatto. Libertà, libertà, libertà.
Filippo quoto in toto quanto hai scritto !
Del resto l’articolo in questa pagina parla proprio di questo, è in vendita un integratore da 10000 UI contro i 1000 UI previsti come limite (possono sembrare tanti)
Ma a me sembra che non è il numero delle unità a fare la pericolosità visto che come ho scritto i medici normalmente prescrivono un noto prodotto registrato però come farmaco che si usa prevalentemente in fiale orali da 25000 UI (o più) e gli stessi medici quando riscontrano dalle analisi una carenza di vitamina D prescrivono dalle 2 alle 4 assunzioni mensili di tal farmaco (quindi ben 50/100 mila UI mensili)
Dove sta quindi il punto, l’integratore in vendita ha una dosaggio troppo forte ?
No il punto è che uno è registrato come integratore e l’altro (molto più potente come dosaggio) come farmaco (ma è sempre vitamina D !) e se il consumatore si fa due conti c’è un notevole differenza economica.
A meno che uno non abbia una qualche esenzione parziale o totale un trattamento (mensile) del prodotto registrato come farmaco può costare da un minimo di circa 11 euro a un massimo di circa 22 euro mentre con l’integratore da 10000 UI (360 compresse) si spendono solo 18 euro e può durare a lungo (pensiamo anche a famiglie dove ci possono essere più persone che ne hanno bisogno) e tanto per parlare l’integratore citato nell’articolo non è nemmeno il più conveniente visto che sulla stessa piattaforma ce ne sono parecchi altri con simili caratteristiche e dosaggi ma che hanno un migliore rapporto UI/prezzo.
Il costo di integratore di vitamina D “normale” da 1000 unità ?
Quello che uso io ogni tanto (una capsula al giorno) costa circa 8 euro e sono solo 60 compresse, quindi da consumatore mi faccio i miei calcoli: integro la vitamina D 9 o 10 mesi l’anno (d’estate se vado al mare sospendo) si spendono circa 40 euro annuali.
Quindi si liberta di scelta per il consumatore ma anche di risparmiare visto che gli italiani sono in forte difficoltà economica e spesso mancano anche i soldi per curarsi..
Lo scandalo casomai ci deve essere solo nel caso (come dici giustamente tu) siano posti in commercio integratori che non abbiano una adeguata purezza farmaceutica o che non corrispondano alle caratteristiche pubblicizzate.
Come già ha scritto un lettore a cui riporto la sua riflessione che condivido:
La realtà dei fatti è che tanti prodotti di integrazione esteri e di dubbia provenienza non presenti nella lista del Minitero della Salute passano dalla Dogana senza essere sequestrati, tantomeno analizzati. Come mai?
Andrebbe fatta luce su questo, magari andando a regolamentare un pochino il tutto.