Tra gli integratori e le sostanze nutraceutiche, gli estratti di funghi, principalmente polveri di una o più specie, da soli o uniti ad altre sostanze, stanno incontrando un successo crescente, al punto che si parla di micoterapia. Ma che cosa contengono realmente? Ci si può fidare di ciò che si torva nei supermercati e nelle parafarmacie? La risposta sembra essere non del tutto, in base a quanto emerso da uno studio appena pubblicato su Nutrients, e condotto da un gruppo di università italiane in cui è stata effettuata un’analisi dettagliata del contenuto di 19 integratori acquistati da sei fornitori.
I risultati sono stati peggiori del previsto, quanto a effettivo contenuto e presenza di contaminanti. Innanzitutto, solo in sei prodotti il fungo presente era lo stesso indicato in etichetta. Negli altri casi, c’erano singole specie differenti rispetto a quella dichiarata, miscele di altri funghi oppure il DNA su cui è stata effettuata l’indagine genetica era così degradato da rendere impossibile l’identificazione: non un buon segno di per sé. Per quanto riguarda la concentrazione di ergosterolo, la sostanza che serve da riferimento per determinare la biomassa fungina, è emersa un’estrema variabilità, così come per i glucani, gli zuccheri che indicano la qualità del composto. Inoltre, in diversi campioni sono state trovate tracce di metalli pesanti tra i quali cadmio e mercurio, così come aflatossine che, in un campione, eccedevano i limiti fissati in Unione Europea.
Nonostante siano considerati generalmente sicuri perché appartenenti principalmente a medicine tradizionali che ne fanno uso da millenni e perché sono presenti nell’alimentazione umana da sempre, in realtà gli integratori con funghi possono nascondere insidie. Questo perché la composizione di ciò che viene venduto è più incerta rispetto a quanto sarebbe lecito aspettarsi e perché i supposti benefici per la salute sono associati a dosaggi rilevanti, oltretutto assunti per periodi di tempo medio-lunghi.
Il motivo è relativamente chiaro, secondo gli autori: quasi tutta la materia prima arriva dalla Cina e da Paesi che hanno legislazioni differenti in materia di sicurezza e di regole per la produzione. E, d’altro canto, i controlli non sono stringenti: in genere basta un certificato di analisi. Ci si aspetta che chi lavora la materia prima ne conosca la provenienza e i metodi di lavorazione, per fornire un prodotto sicuro, ma da quanto emerso sembra chiaro che questa sorta di impegno volontario dei produttori o dei distributori italiani non può essere sufficiente. Come minimo, secondo diversi esperti, i lotti dovrebbero essere sottoposti a indagini indipendenti, da laboratori che ne certifichino la qualità.
Va detto che lo studio presenta qualche criticità: per esempio, per motivi poco chiari, non sono citati i prodotti analizzati, e secondo Luca Bucchini, della società di consulenza alimentare e legale Hylobates Consulting, intervistato dal sito NutraIngredients, la rivista non avrebbe dovuto accettare uno studio che non rivela di quali prodotti tratta. D’altro canto, è impensabile che queste sostanze seguano gli stessi iter analitici riservati ai medicinali: bisogna mettere a punto protocolli specifici migliori di quelli attuali e non è semplice farlo.
In generale, comunque, se il campionamento è stato effettuato con criteri adeguati (e non ci sono motivi per pensare che non sia stato così, essendo uno studio interamente accademico), il messaggio che emerge è, ancora una volta, quello della necessità di maggior controlli sugli integratori affinché, se non altro, contengano ciò che dichiarano e non siano pericolosi.
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Giornalista scientifica
Buongiorno, è possibile avere il nome di questi integratori, dato che io uso 2 volte all’anno il Micoterapy Gastro che prendo in erboristeria?
Lo studio non aveva diffuso i nomi dei prodotti.
Ho letto con estremo interesse questo articolo considerando che viste le mie problematiche fisiche croniche di pelle e sistema immunitario periodicamente pure io faccio uso di integratori contenti i funghi. Ovviamente acquisto i prodotti in erboristerie di mia conoscenza ma ho sempre pensato, anche a livello generico considerando NON solo la micoterapia, che al 100% le sicurezze di qualita’ non so se possano esistere visto il “mondo contraffatto” nel quale viviamo.
Dopo aver letto quasi tutti i punti della relazione Tecnica e NON essendo del settore anche con qualche difficolta’ nel capire termini scientifici vari e correlazioni eccc….VORREI VIVAMENTE venire a conoscenze di questi prodotti e relativi MARCHI nei quali possiamo incappare quotidianamente!
Alla fine per noi consumatori “acciaccati” cio’ che conta sono le MARCHE per NON comperare piu’.
Grazie dell’attenzione.
Lo studio non aveva diffuso i nomi dei prodotti.