Integratori venduti in USA contengono il DMBA. Una sostanza stimolante dagli effetti tossici sconosciuti è presente in molti prodotti destinati a chi fa sport e diete
Integratori venduti in USA contengono il DMBA. Una sostanza stimolante dagli effetti tossici sconosciuti è presente in molti prodotti destinati a chi fa sport e diete
Agnese Codignola 23 Ottobre 2014Negli Stati Uniti e in altri paesi viene utilizzata una sostanza stimolante dagli effetti tossici sconosciuti denominata DMBA o 1,3 dimetil-butil-amina. Il principio attivo viene utilizzato in molti integratori sportivi, in confezioni di coadiuvanti per la perdita di peso e in pillole per il potenziamento delle performance intellettuali. Un team internazionale composto da ricercatori olandesi, di Harvard e del National Institute of Public Health ha identificato questa sostanze in 12 dei 14 prodotti analizzati.
IL DMBA è una sostanza molto simile al già bandito stimolante DMAA (di cui abbiamo parlato più volte), associato a ictus emorragici, infarti e morte improvvisa, ormai fuori legge in quasi tutti i paesi compreso gli stessi Stati Uniti, la Gran Bretagna, l’Olanda e il Brasile. Per questo motivo c’è il timore che qualche produttore lo abbia introdotto i maniera del tutto inconsapevole, per ottenere le stesso effetto. Il DMBA – sottolineano gli autori su Drug Testing and Analysis – è una sostanza di cui non si sa nulla. Gli unici studi presenti in letteratura sono stati ottenuti su cani e roditori, mentre non c’è alcun dato sull’uomo. L’aspetto preoccupante è che i 12 prodotti incriminati sono stati reperiti in alcune grandi catene di rivenditori americani, a riprova del fatto che, con ogni probabilità, la sostanza è molto diffusa. Cè di più. È quasi impossibile, per un consumatore medio, capire se il DMBA risulta presente, perché viene indicato con decine di nomi diversi tra i quali: 4-amino-2-metilpentano citrato, AMP citrato, 1,3 dimetil-butilamina citrato, 4 amino-2-pentanamina, perntergy, A-AMP, estratto di tè pouchong.
Come se non bastasse le dosi di impiego sono elevate. Secondo quanto calcolato nello studio, ogni porzione di supplemento può contenere da 12 a 120 milligrammi di DMBA e, seguendo i consigli dei dosaggi indicati sull’etichetta, si potrebbero giungere ad assumere tra i 26 e i 320 milligrammi di DMBA al giorno. Che fare? Gli autori hanno rivolto un accorato appello alla FDA affinché si occupi quanto prima di tutta la materia e soprattutto vieti esplicitamente il DMBA. I ricercatori invitano le autorità sanitarie a eliminare dai negozi qualunque prodotto lo contenga, almeno fino a quando non saranno disponibili dati nell’uomo che lo scagionino da ogni sospetto. Le aziende e i rivenditori, dal canto loro, dovrebbero affidarsi a ingredienti certificati, sicuri e conosciuti e controllare strettamente tutte le le fasi della produzione.
La presenza della sostanza sconosciuta e potenzialmente dannosa danneggia l’immagine di tutti questi prodotti. Secondo un sondaggio condotto di recente da uno dei partner dello studio, la NSF, ente no profit che certifica prodotti e processi a livello internazionale, garantendone la sicurezza, il 51% dei consumatori si dichiara molto preoccupato dal contenuto dei supplementi alimentari. Qualche segnale positivo, comunque, inizia a vedersi. Uno dei principali distributori internazionali di integratori, la GNC, ha tolto da tutti i suoi scaffali qualunque prodotto contenente DMBA, sottolineando che, se da una parte i rivenditori hanno la responsabilità di ciò che propongono, dall’altra le agenzie come la FDA devono svolgere il loro ruolo, tutelando così anche gli stessi distributori.
Agnese Codignola
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Giornalista scientifica