La rivista francese 60 Millions de consommateurs dichiara guerra agli integratori, con un numero speciale da cui esce un ritratto assai poco rassicurante per quanto riguarda sicurezza ed efficacia. Gli esperti del magazine, che hanno commentato i risultati con un lapidario “la vigilanza è obbligatoria”, hanno analizzato 120 prodotti tra i più venduti, compresi vari cocktail di vitamine, alga spirulina, estratti vegetali di vario tipo, oli essenziali, ferro, magnesio, probiotici, omega-3 e chi più ne ha più ne metta, e hanno evidenziato le lacune normative, rese ancora più gravi dalla scarsità delle informazioni disponibili sugli effetti biologici di tali integratori.
In particolare, 59 prodotti recavano la scritta “da prescrivere” e 50 quella “in mancanza di meglio”. Si tratta di scritte che nel primo caso indicano la presenza di composti che possono causare dei problemi o che i dati disponibili sulla sicurezza sono insufficienti. Nel secondo caso che potrebbero esserci sostanze problematiche. Risultato: solo il 10% dei prodotti analizzati sono stati promossi dal panel di 60 Millions.
Sono diverse le criticità messe in risalto:
- Assenza di controlli. Secondo la rivista, le norme che disciplinano il mercato degli integratori è largamente insufficiente. Mentre le aziende farmaceutiche devono dimostrare che un loro prodotto funziona ed è sicuro con studi clinici controllati, quelle degli integratori devono solo comunicare informazioni su etichettatura e composizione alla Direzione generale della concorrenza il consumo e la repressione frodi (Dgccrf), che non è tenuta a verificare né l’efficacia in base al dosaggio né la sicurezza del prodotto. Di prassi la Dgccrf accetta o meno la richiesta di immissione in commercio entro due mesi dalla presentazione attraverso un silenzio-assenso, e interviene solo a posteriori, dopo una segnalazione, in caso di sostanze pericolose, fraudolente o contaminate.
- Utilità. Al di là dei possibili rischi, la domanda principale è forse quella sulla reale utilità degli integratori. Con l’eccezione di categorie ben note quali le donne in gravidanza che devono assumere vitamina B9 (acido folico) per prevenire i difetti sul tubo neurale del feto, e le persone con malattie che compromettono l’assorbimento dei nutrienti come il morbo di Crohn o i casi di accertata carenza, nessuno dovrebbe prendere integratori, perché un’alimentazione equilibrata fornisce tutto ciò di cui si ha bisogno.
- Rischio. Nonostante i claim (quelli sì regolati), gli integratori non devono dimostrare di avere effetti positivi, a differenza dei farmaci. Ma i produttori non hanno alcun imbarazzo a indicare benefici per la salute, di solito richiamandosi a fatti naturali, o percepiti come tali. La realtà è molto diversa. Spesso questi preparati contengono sostanze inefficaci e potenzialmente pericolose come: oli essenziali che possono scatenare allergie, cefalee e crisi epilettiche nei soggetti predisposti; spirulina contaminata; melanina che può dare vomito; principi attivi che interagiscono negativamente con i farmaci (come quelli del pompelmo); ingredienti nascosti e a rischio di sovradosaggio (molte vitamine sono presenti in dosi decine o centinaia di volte quelle consigliate, anche quando l’eccesso è dannoso per la salute, come per quelle liposolubili); additivi e coloranti che sarebbe meglio evitare di assumere se non necessario come il biossido di titanio (che da gennaio 2020 sarà vietato in Francia) o il rosso allura (E129), che è stato associato all’iperattività nei bambini. Il tutto, naturalmente, è amplificato quando l’acquisto avviene su internet, perché per i prodotti acquistati online è quasi impossibile ricostruire la filiera, in caso di necessità.
In un comunicato del 10 ottobre, il Sindacato nazionale degli integratori alimentari (Synadiet), nel dirsi esterrefatto, difende i prodotti con argomenti che chiamano in causa il fatto che i consumatori li amano (come se questo fosse un dato scientifico di efficacia), si è lasciato andare a un commento lirico: “Molti ingredienti utilizzati negli integratori alimentari ereditano una tradizione millenaria che è patrimonio dell’umanità”.
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[sostieni]
Giornalista scientifica
Che allarmismo. Certo che non bisogna abusare degli integratori, ma ci sono centinaia di studi che ne dimostrano l efficacia. Basta dare un occhiata su pubmed
“Basta”??? Ma se non si leggono (e capiscono) nemmeno le etichette, figuriamoci andare su PubMed (in inglese)… Condivido l’allarmismo e la giungla del settore
Non permettono l’uso dei medicinali omeopatici sicuri sotto il profilo igienico e tossicologico, solo xche’ ritenuti da Big Pharma, che non li produce, inutili, impedendo cosi’ la liberta’ di cura, mentre permettono l’uso di integratori fuori controllo, potenzialmente o concretamente dannosi, ma prodotti anche da Big Pharma. Questa è la Sanita’ in Italia. Come si definisce in termini legali questo fatto??