Stimolati dalla recente approvazione, da parte dell’Europa, dell’impiego alimentare della farina di grilli (terza in ordine di tempo dopo quella di tarme e di locusta), alcuni politici italiani hanno colto l’occasione per esprimersi a modo loro, con affermazioni quali “Meglio la bistecca fiorentina che quella porcheria” (Gianmarco Centinaio, vicepresidente del Senato della Repubblica, Lega per Salvini premier) e “L’introduzione dei grilli in polvere come alimento UE fa parte del disegno volto a distruggere le nostre tradizioni alimentari, l’eccellenza della dieta mediterranea e del Made in Italy” (Maria Cristina Caretta, deputata, Fratelli d’Italia).
Continua così la narrazione secondo la quale ci sarebbe un complotto internazionale contro l’Italia, già utilizzata per contrastare il l’etichetta a semaforo Nutri-Score o leggi come la sugar tax. Al tempo stesso, si insultano i due miliardi di persone che mangiano 1.900 specie di insetti oggi come fanno da millenni. L’insulto è rivolto anche alle autorità scientifiche internazionali che si occupano di alimentazione e di clima come la Fao, che continuano a sottolineare l’importanza di allargare la disponibilità di fonti proteiche ricorrendo anche agli insetti. Ci sono poi i non pochi produttori italiani che stanno cercando di farsi strada in un settore in crescita, i ricercatori che lavorano nel settore, e i consumatori che stanno già iniziando ad acquistare i primi prodotti in vendita che hanno tra gli ingredienti farina di insetti come i cracker.
La narrazione dei politici italiani continua a sostenere alimenti quali la bistecca fiorentina, come se la carne di allevamento (e, in particolare, le quantità enormi di certi tagli) non avesse impatti ambientali che nessun Paese può più sostenere. Altri politici consigliano di usare gli insetti per i paesi più poveri, facendo emergere un atteggiamento che prevede ci siano popolazioni di serie A, in grado di continuare ad allevare animali alimentandoli con la farina di soia ottenuta deforestando e inquinando i Paesi più poveri, e popolazioni di serie B che, oltre a soffrire maggiormente le conseguenze della crisi climatica, possono e anzi devono nutrirsi con alimenti meno pregiati. Da persone che teoricamente ne rappresentano molte altre ci si aspetterebbe qualcosa di diverso dalla mera difesa d’ufficio attraverso frasi demagogiche, quando si trattano certi argomenti.
Perché gli slogan ripetuti come mantra sul Made in Italy (come se nel nostro Paese non esistessero da anni altre tradizioni culinarie, come il sushi, la cucina cinese o quella mediorientale, perfettamente integrate con la nostra) non hanno nulla a che vedere con gli insetti. Stiamo parlando di animali sempre più apprezzati sia per le loro caratteristiche nutrizionali sia per l’elevata sostenibilità. Per questo le farine proteiche ottenute danno una grossa mano nella preparazione degli alimenti per animali da compagnia e per quelli di allevamento, e potrebbero soddisfare le esigenze di porzioni fragili della popolazione quali gli anziani, che spesso hanno bisogno di proteine ma non riescono a consumare carne. Gl insetti rappresentano ormai una possibilità in più nell’ambito alimentare, che nulla toglie a chi continua a preferire la bistecca.
Fra gli studi che continuano a dimostrare le eccezionali qualità degli insetti ce n’è uno recentissimo proprio sui grilli, pubblicato all’inizio di gennaio su Antioxidants, condotto dai ricercatori delle Università di Pavia e Roma La Sapienza insieme a quella di Grenada, in Spagna, e alla Alia Insect Farm, start up di Lomazzo (Como), ripreso anche da FoodNavigator. Nello studio sono state valutate le caratteristiche nutrizionali di un’innovativa formulazione di farina di grillo, disidratata con la tecnica dello spray-drying messa a punto proprio dalla start up.
Nello studio, dieci campioni da 50 g così preparati sono stati sottoposti a numerose analisi. Il risultato è stato che il metodo porta a una farina con grani dal diametro medio di 22 micrometri, ottimo per la palatabilità. Le classi di nutrienti più rappresentate sono la chitina (32,8 grammi per chilo), dotata di notevoli caratteristiche antinfiammatorie e antiossidanti, proteine digeribili composte da amminoacidi essenziali per l’organismo umano e grassi ‘buoni’ come quelli polinsaturi a catena corta. Oltre a ciò sono presenti numerose vitamine e poi ferro, rame, manganese, fosforo, selenio e zinco. I test sulla tossicità cellulare hanno dato esito negativo, mostrando l’assenza di reazioni immunitarie o infiammatorie. Tutto ciò rende questa farina un prodotto a elevato valore nutrizionale, paragonabile al latte, alle uova o alla carne, e ne suggerisce anche un utilizzo nutraceutico, per la capacità di catturare i radicali liberi e di proteggere le cellule dall’invecchiamento.
Alcune molecole come la stessa chitina possono essere pericolose per le persone allergiche, e per questo la presenza di farina di grillo sarà indicata sulla confezione. Inoltre, la composizione della farina può variare a seconda del mangime con cui sono alimentati i grilli. Per quanto riguarda la presenza di microrganismi, invece, la pastorizzazione abbatte la concentrazione dei patogeni fino quasi ad azzerarla, proprio come avviene con il latte vaccino.
Da anni anche in Italia si producono farine di insetti, finora destinate all’alimentazione animale. Ma le nuove approvazioni stanno dando impulso alla nascita di start up e aziende che, grazie anche alla ricerca, stanno approfondendo la conoscenza di tutto ciò che riguarda gli insetti per l’alimentazione umana, e proponendo nuove formulazioni. Un altro modo di interpretare il Made in Italy, guardando al futuro: non solo dell’Italia.
© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos, AdobeStock
Siamo un sito di giornalisti indipendenti senza un editore e senza conflitti di interesse. Da 13 anni ci occupiamo di alimenti, etichette, nutrizione, prezzi, allerte e sicurezza. L'accesso al sito è gratuito. Non accettiamo pubblicità di junk food, acqua minerale, bibite zuccherate, integratori, diete. Sostienici anche tu, basta un minuto.
Dona ora
Giornalista scientifica
Buongiorno, non metto in dubbio le qualità evidenziate, resta la reticenza e, sinceramente, disgusto verso queste forme di vita da sempre cibo per altri esseri viventi. Senz’altro in altre parti del mondo sono consumati ogni genere di risorse animali e vegetali, non si può pretendere però che tutti debbano fare altrettanto, italiani e non.
Non credo che qualcuno si possa sentire insultato se c’è chi si rifiuta di assumere cibi che non appartengono alla nostra tradizione alimentare e che, obiettivamente, non sono invitanti
Faccio notare che gli insetti li mangiamo da un bel po di tempo, vale a dire i crostacei.
== Non mi risulta che tra gli insetti siano compresi crostacei quali gamberi, granchi, astici, aragoste, scampi, mazzancolle e simili. ==
Diciamo che Renato Pinnola non è molto ferrato in zoologia…
Tra vent’anni vi saranno articoli che magnificheranno il valore nutrizionale e la sostenibilità del Soylent verde….fino a quando…
sono certa che alle galline piaceranno molto
Mi è piaciuto moltissimo questo vostro articolo. Mi fanno arrabbiare quelli che per partito preso, per falsi principi sparano su cose che non conoscono minimamente.
Sono pronta a provare ogni prodotto nuovo che non solo non mi fa del male ma addirittura mi fa bene.
Leggo molto volentieri le vostre pillole sugli alimenti. Continuate per favore.
== Non sono per principio contrario all’uso di insetti per l’alimentazione. Ritengo tuttavia che le preparazioni alimentari di insetti debbano trovare un maggior grado di maturità quanto a palatabilità e ad odore. L’industria alimentare dovrà fare ulteriori progressi per raggiungere il gradimento di importanti categorie favorevoli agli insetti per uso alimentare. D’altra parte ritengo che questa tendenza alimentare dovrà essere necessariamente perseguita, fino all’accoglienza generalizzata. ==
Gli alimenti che utilizzano insetti sono e saranno una risorsa, forse cruciale. Poco importa che oggi, chi se lo può permettere, preferisca la “bistecca”, io sono tra questi, perché sappiamo che l’attuale modello alimentare è insostenibile e presto dovrà cambiare, tra moderazione alimentare, dieta e nuove fonti proteiche.