Una lettrice ci ha segnalato un caso di “prezzo al pezzo” nel settore dell’ortofrutta, molto simile a quello segnalatoci poco tempo fa da un altro lettore riguardo al pane (qui si può leggere l’articolo). Di seguito pubblichiamo la lettera e a seguire le risposte di Roberto Pinton, esperto di diritto alimentare, e della catena di supermercati Lidl.
Presso il punto vendita Lidl di San Donato Milanese abbiamo stranamente avuta una pessima sorpresa: insalata gentile e lattuga vengono vendute, sfuse, non confezionate, a cespo al prezzo di euro 0,99 al pezzo! Indipendentemente dal peso del prodotto. Fra l’altro, il prezzo non è esposto e il prodotto non viene venduto al chilo, come avviene per i prodotti sfusi. Purtroppo solo in cassa quando viene pesato l’articolo dal cassiere, si scopre quanto sopra descritto! Si tratta di una vendita scorretta, vorremmo sapere a chi possiamo rivolgerci? Antonia
Di seguito la risposta di Roberto Pinton esperto del settore e consulente aziendale
Il decreto ministeriale 21 dicembre 1984, all’articolo 10 (“Vendita a pezzo e a collo”) indica: “Possono essere vendute a pezzo o a collo le merci per le quali tale modalità di vendita risulti dalla “Raccolta provinciale degli usi” effettuata dalle camere di commercio ai sensi del regio decreto 20 settembre 1934, n. 2011. Possono altresì essere venduti a pezzo o a collo i prodotti ortofrutticoli calibrati conformemente alle norme di qualità che li riguardano ed omogenei”.
Le norme di qualità delle lattughe cappucce, romane e iceberg dettate dal reg. CE n.1543/2001 prevedono per il prodotto di categoria I o II (categoria che, assieme all’indicazione dell’origine, deve apparire sul reparto di vendita) un peso minimo medio di 150 g (cappuccia e romana) e di 300 g (iceberg), con alcune tolleranze di scostamento peso. Per cui, in base all’articolo 10 del decreto ministeriale citato l’operatore può liberamente vendere le lattughe a pezzo: il fatto che un cespo possa essere di peso leggermente inferiore a quello medio fissato dalle norme di qualità è compensato dal peso leggermente superiore per un altro cespo, posto che in ogni caso dev’essere garantito il peso minimo medio stabilito dalle norme di qualità.
Oltre al peso, le norme di qualità prevedono che il prodotto si presenti intero, sano, pulito, turgido, di aspetto fresco, non prefiorito, esente da parassiti, privo di umidità anormale e di odore e/o sapore estranei. Il torsolo deve essere reciso nettamente in corrispondenza della corona fogliare esterna. Requisiti per la categoria I: ben formate, consistenti, esenti da danni provocati da gelo; le lattughe a cappuccio devono avere un solo grumolo; le lattughe romane debbono presentare un cuore, anche ridotto.
Per la categoria II: devono essere abbastanza ben formate e prive di difetti che ne pregiudichino la commestibilità. Ammessi leggeri difetti di colorazione e lievi danni dovuti a parassiti; l’insalata lattuga a cappuccio deve presentare un grumolo che può essere ridotto, per quelle ottenute in coltura protetta è ammessa l’assenza del grumolo; le lattughe romane possono non presentare un cuore. Ferma restando l’ammissibilità della vendita a pezzo, in Italia non è frequente, mentre lo è di più nei Paesi del nord Europa e negli USA (magari a più pezzi, tipo due arance o due kiwi a 99 cent).
A seguire la risposta di Lidl
Confermiamo che gli articoli citati sono venduti nei nostri punti vendita al costo di 0,99 euro al pezzo, ma con un peso minimo garantito riportato sul cartello prezzo. Siamo spiacenti di dover constatare, in questo caso dell’insalata, la mancanza dello stesso, come riportato dalla cliente e assicuriamo che procederemo con le dovute verifiche. Garantire la massima attenzione nell’esposizione dei cartelli prezzo, affinché le informazioni per il cliente siano di facile visione e comprensione, è per noi molto importante e per questo motivo abbiamo iniziato la progressiva implementazione in tutti i nostri supermercati di cartelli prezzo elettronici, in sostituzione di quelli in carta.
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Ha fatto bene la cliente a fare notare questa cosa, la sapevo già da tempo, ma per comodità non ho mai detto niente
Infatti. Piuttosto che aumentare le informazioni l’etichetta e di cartellino diminuiscono. Oppure c’è un percorso tortuoso per ottenerli. Come il voluminoso libro degl’ingredienti con fotocopie o etichette sbiadite o non aggiornate. Oppure totem elettronici dove inserire fantomatici codici che non conoscono neppure gli operatori.
Per non parlare dei luoghi di provenienza di verdure e frutta, norma aggirata col preconfezionamento o sfrontatamente elusa nel cartellino.
Trovavo utile e persino interessante quando in pasticceria, o in panetteria, ogni prodotto era accompagnato da un cartellino appiccicato al vetro della vetrinetta interna con il prezzo e gl’ingredienti. E non era epoca di allergie diffuse! Era, credo, rispetto contrattuale verso il cliente e osservanza delle norme.
L’AGECONTROL dovrebbe fare i controlli sugli ortofrutticoli vanduti sul mercato interno e su quelli destinati a paesi terzi, sempre che non siano stati aboliti.
In altri paesi la vendita al pezzo, consentita anche in Italia dove però è un eccezione, la vendita al pezzo è la normalità
Ad esempio nella vicina – e cara – Svizzera
Nulla da stupire e contestare quindi, magari come spesso accade “per partito preso”, perché si è sempre fatto così, ecc.
La vendita al pezzo non piace? Bene allora non si compra il prodotto e/o lo si compra altrove
Essere “lamentosi”, specialità nella quale gli italiani eccellono, serve a nulla ed a nessuno
Trovo questa modalità di vendita, piuttosto insolita in Italia, un modo “legalmente valido” ma “politicamente scorretto” per mascherare il costo al kg e rendere difficile il confronto con prodotti della stessa categoria. Dalle mie parti questa politica di vendita è praticata anche da altri supermercati. C’è solo un modo di difendersi: lasciare il prodotto sul banco di vendita.
nessuno é obbligato a comprare in tali situazioni, il solo modo per condurre a miti comportamenti (COSTOSI) i venditori di qualsiasi prodotto, siano essi supermercati, ipermercati o GD, é colpirli al portafoglio.
Lidl non è l’ unica catena che vende a pezzo. Ce ne sono altre