aromi spezie coloranti

zafferanoLa direzione generale per la concorrenza, i consumatori e il controllo delle frodi (DGCCRF) del governo francese ha condotto un’indagine per verificare la qualità delle spezie utilizzate a livello industriale, artigianale e domestico, e l’esistenza di eventuali pratiche fraudolente. Negli ultimi dieci anni, in Francia il mercato delle spezie è aumentato del 35% in volume e del 45% in valore. L’indagine è stata decisa perché le origini esotiche, le condizioni di produzione che prevedono solo l’utilizzo di una piccola parte della pianta, i rischi climatici a cui sono normalmente esposte rendono le spezie rare e di conseguenza soggette a forti tensioni economiche, che possono determinare aumenti dei prezzi o portare alla commercializzazione di prodotti di scarsa qualità.

I controlli si sono focalizzati su produttori, importatori, trasformatori e commercianti, con 181 ispezioni che hanno riguardato la correttezza dei documenti e delle etichette, in particolare per quanto riguarda la segnalazione della presenza di eventuali sostanze allergene, ma anche con analisi di laboratorio su campioni di prodotto, per verificare la presenza di eventuali adulterazioni, di sostanze per aumentare il peso del prodotto e di coloranti vietati. L’indagine si è concentrata sulle spezie in polvere, in particolare zafferano, peperoncino, paprika, curry, curcuma, cumino, coriandolo, cannella e zenzero. Il 51% delle spezie controllate ha presentato anomalie: in testa c’è lo zafferano (81% dei campioni), seguito da paprika e peperoncino (54%), curry e curcuma (41%), altre spezie e miscele (35%).

In un quarto dei controlli effettuati sono state riscontrate anomalie riguardanti la qualità, come la presenza di altre spezie o di ingredienti non dichiarati. Ad esempio, uno zafferano venduto come “fiore di zafferano” era composto al 100% di fiori di cartamo. Una curcuma destinata all’alimentazione conteneva un’altra specie di curcuma (Curcuma xanthorrhiza), che a volte viene usata come pianta medicinale e può avere effetti collaterali. Un campione di cannella era presentato come originario dello Sri Lanka mentre era una cannella cinese (di qualità inferiore e più economica), contenente una quantità significativa di cumarina (a differenza della cannella cinese, quella dello Sri Lanka ne contiene pochissima).

Il 19% delle anomalie riscontrate riguarda l’aggiunta volontaria alle spezie di altre sostanze, per aumentare artificialmente la massa del prodotto e ridurre il costo di produzione. Durante i controlli, le materie prime osservate sono state amidi esogeni, sale, sabbia, sansa di olive e materiali endogeni come gli stami di croco nello zafferano. Per quanto riguarda le irregolarità nell’etichettatura, il 7% dei campioni conteneva allergeni non menzionati e il 17% presentava etichette carenti, un peso netto inferiore a quello dichiarato, l’uso di una dimensione di caratteri inferiore a quella prescritta o una scorretta denominazione del prodotto.

© Riproduzione riservata

[sostieni]

0 0 voti
Vota
3 Commenti
Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Francesco
Francesco
14 Luglio 2018 11:04

Ma dal punto di vista batterico, almeno sono privi di contaminanti?
E la loro scadenza, pregiudica solo il fattore organolettico o altro?

Roberto La Pira
Reply to  Francesco
23 Luglio 2018 14:10

Il test non ha affrontato questo aspetto

fabrizio vaccari
fabrizio vaccari
14 Luglio 2018 15:22

Buon pomeriggio Beniamino,
si possono avere informazioni o approfondimenti nell’indagine che è stata condotta in Francia sulle spezie.
Grazie.
Fabrizio