Molto probabilmente una parte delle spigole, dei branzini e delle cernie servite nei migliori ristoranti provengono dalla Nuova Zelanda, dall’Australia e addirittura dall’Argentina. L’ipotesi non è così strana visto che nell’elenco diramato dal Sistema di allerta europeo (Rasff) pochi giorni fa, l’Italia segnala il ritiro dal mercato di una partita di spigole argentine refrigerate infestate da Anisakis. Il problema dell’Anisakis non è grave e si riscontra spesso anche in partite di pesce proveniente dal Mediterraneo. Suscita una certa curiosità l’origine delle spigole pescate ad oltre 11 mila chilometri di distanza. “Due tre volte alla settimana spiega Valentina Tepedino veterinaria e consulente della Capitaneria di Porto – arriva in aereo da altri contenenti pesce fresco confezionato in speciali contenitori. Arriva anche pesce surgelato o congelato ma di solito viaggia in nave. Le distanze ormai contano poco e per questo in Europa si commercializzano oltre 1000 specie ittiche”.
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