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Nel settore ortofrutticolo europeo, le normative vigenti stabiliscono standard precisi per la commercializzazione della frutta e della verdura, con particolare attenzione al calibro e all’aspetto estetico. Il regolamento UE 428/2019, ad esempio, classifica i prodotti in diverse categorie basandosi su criteri come il peso e il diametro. Tuttavia, questa impostazione sta sollevando sempre più interrogativi sul suo impatto economico e ambientale.

Calibro si o no?

Secondo quanto riportavano recentemente in un articolo sui pesticidi cosmetici, la rigidità di tali standard incide notevolmente sullo spreco alimentare. Studi condotti negli USA dimostrano che una quota significativa di ortaggi non si commercializza perché non conforme agli standard estetici, nonostante sia perfettamente commestibile. Questo modello ha ripercussioni anche sugli agricoltori, che spesso si trovano a perdere parte del raccolto a causa della mancata conformità alle dimensioni richieste dai supermercati.

Mele gialle, rosse e verdi su un tavolo di legno frutta
Le catene di distribuzione preferiscono frutti più grandi e privi di difetti

D’altra parte, Roberto Pinton in un approfondimento sui calibri di frutta e verdura, sottolinea che gli standard di qualità non sono stati concepiti per generare sprechi, ma per agevolare la compravendita e garantire uniformità nei mercati internazionali. Le catene di distribuzione preferiscono frutti più grandi e privi di difetti perché considerano questi prodotti più appetibili per il consumatore finale. La rigidità delle norme, tuttavia, potrebbe essere rivista per adattarsi alle esigenze del mercato odierno, senza compromettere la qualità.

A fronte di questo dibattito, Fruitbook Magazine  ha ricevuto un documento da un operatore del settore che vuole restare anonimo e si firma “Chi guarda al Futuro”, che propone una riforma dei criteri di selezione della frutta e verdura. L’obiettivo è sostituire il parametro del calibro con il grado zuccherino, garantendo così una valorizzazione basata sul gusto e sulla qualità nutrizionale. Una simile modifica della normativa potrebbe ridurre lo spreco alimentare, sostenere la redditività agricola e migliorare la soddisfazione dei consumatori.

Di seguito, pubblichiamo integralmente il comunicato, invitando tutti gli operatori del settore a riflettere sulle possibili innovazioni nella filiera ortofrutticola.

Il Comunicato

Con la presente desideriamo sottoporre alla vostra attenzione una proposta di modifica normativa relativa ai criteri di commercializzazione della frutta e verdura, con l’obiettivo di contrastare lo spreco alimentare, sostenere la competitività e la sostenibilità delle produzioni agricole italiane.

È in atto da anni una costante riduzione delle produzioni ortofrutticole, con gravissime ripercussioni sul comparto agricolo e tutto l’indotto. Negli ultimi anni, la produzione di frutta in Italia ha registrato un costante calo, secondo i dati Istat ufficiali, nel 2023 si è osservata una riduzione dell’11,2% nella produzione di frutta.

Parallelamente, lo spreco alimentare rappresenta una problematica crescente nel nostro Paese. Secondo l’ultimo rapporto dell’osservatorio Waste Watcher ha rilevato in 14,101 miliardi di euro di cibo sprecato lungo tutta la filiera produttiva, dove vede la frutta e la verdura ai primi posti.

calibro Frutta-grado-brix-qualita-kiwi-calibro Chi guarda al Futuro
Kiwi che andrebbe scartato pesando meno di 65 grammi ma con oltre 13 gradi brix

L’attuale normativa impone che una quota significativa del raccolto, basata su criteri di calibro e dimensione, venga destinata allo scarto, indipendentemente dalla bontà del prodotto. Questo meccanismo non solo riduce la disponibilità di frutta e verdura di qualità per il consumo diretto, ma contribuisce anche a un aumento dello spreco alimentare.

Proposta di modifica della normativa

Si propone di aggiornare urgentemente i criteri di selezione della frutta e della verdura, sostituendo l’attuale sistema basato sul calibro con un parametro più moderno e sostenibile: il grado zuccherino minimo.

Tale nuovo parametro darebbe un concreto sostegno alle produzioni agricole, che a causa del cambiamento climatico altrimenti non riuscirebbero a valorizzare i propri prodotti per il non raggiungimento del calibro minimo previsto dall’attuale normativa.

calibro Frutta-grado-brix-qualita-susina-calibro-1024x683 Chi guarda al Futuro
Susina di grande calibro ma con un basso grado brix

Con un regolamento più moderno, il prodotto destinato allo scarto sarebbe solamente il prodotto che non raggiunge i requisiti di bontà per il consumatore, ottimizzando l’impiego delle risorse agricole e riducendo lo spreco di produzioni perfettamente salubri e gustose.

I benefici

  • Riduzione dello spreco alimentare, favorendo la commercializzazione di prodotto che altrimenti si sprecerebbe.
  • Maggiore valorizzazione della ricerca, ottimizzando l’innovazione nel settore agricolo, liberando i paletti di vincolo per il calibro, dando priorità a gusto e nutrienti.
  • Miglior soddisfazione del consumatore, offrendo prodotti più dolci e gustosi per un conseguente incremento di consumi.
  • Supporto concreto ai produttori agricoli, aumentando la quantità di prodotto destinato alla vendita anziché allo scarto, migliorando cosi la redditività delle imprese agricole.

L’azione

Invitiamo tutti coloro che ritengono giusta la proposta a contattare la propria associazione di categoria ed inviare questa richiesta di riforma, affinché si possa raggiungere la pressione necessaria nei confronti delle istituzioni, per far capire che abbiamo bisogno di innovare il settore produttivo, commerciale e distributivo, nazionale ed europeo.

© Riproduzione riservata. Foto: Depositphotos.com, Chi guarda al Futuro

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Dario
Dario
3 Marzo 2025 19:29

In nazioni serie è realtà. Premesso che calibrature europee sono state normate sull’edonismo della vista (grande), non sulla qualità intrinseca (sapore, croccante, resistenza all’imbrunimento dall’ ossidazione ecc.) produrre mele o pere di calibro grande risulta effettivamente “ uno spreco alimentare” . Uno stomaco normale é già sazio con calibri intermedi praticamente con frutti (mela) di circa 150 gr, quando il calibro > 80 produce frutti di 250 gr. Mangi 1/2 mela e l’altra la metti in frigo e dopo poche ore è imbrunita dall’ossidazione. Così per le banane, le piccole sono migliori ed hanno più resistenza all’imbrunimento da ammaccatura al momento del packaging. Il regolamento comunitario va rivisto o ricalibrato per rispetto contro lo spreco.

luigiR
luigiR
6 Marzo 2025 14:52

è stata semplicemente folle la decisione eurocomunitaria di ammettere ai mercati solo prodotti che corrispondessero a certi pesi e misure. bisogna al più presto rivedere queste norme, per permettere ai produttori maggiori vendite e minori sprechi.

Fiammetta Laurenti
Fiammetta Laurenti
8 Marzo 2025 18:32

Sarebbe bello ritrovare la frutta e la verdura come era una volta. Non si guardavano se per caso un chicco di grandine aveva “rovinato” una pesca. Ma quanto era tutto più gustoso. Speriamo che si ritorni considerare il cibo come cibo e non come qualcosa da mettere in mostra ma senza sapore. Ci guadagneremmo tutti

Patrick
Patrick
23 Marzo 2025 17:54

Ah ah ah, io che faccio diventare matto il mio ortofrutta di fiducia da anni, proprio perché non voglio frutta e verdura troppo grande (a parte quando serve, tipo peperoni e melanzane + cipolla per la peperonata…), e lo stesso quando prendo qualcosa al supermercato.
L’unico motivo di “scarto” di solito è, troppo troppo maturo, o duro come un sasso (vedi i kiwi).

giova
giova
23 Marzo 2025 21:32

È un problema serio, attuale anche se non recente. In un libro edito oltre mezzo secolo fa, sull’agricoltura, si consigliava l’acquisto di frutti e ortaggi piccoli, anche esteticamente sgradevoli.
Un gusto migliore avvicinerebbe peraltro molti al consumo.

Angela De Cesare
Angela De Cesare
24 Marzo 2025 19:19

sono perfettamente d’accordo. Da anni critico i criteri di scelta e verdura e frutta che trovo assurdi

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