È partita il 20 maggio la raccolta firme per l’Iniziativa dei cittadini Pro Nutri-Score, per chiedere alla Commissione europea di rendere obbligatoria l’etichetta a semaforo francese in tutti i Paesi dell’Unione. La petizione è stata lanciata da sette associazioni dei consumatori che fanno parte del Beuc: la francese UFC-Que Choisir, promotrice dell’iniziativa, insieme a Test-Achat (Belgio), VZBV (Germania), Consumentenbond (Paesi Bassi), OCU (Spagna), Federajca Konsumentow (Polonia) et EKPIZO (Grecia). Assente invece l’italiana Altroconsumo che, pur sostenendo l’iniziativa, per motivi organizzativi non fa parte del gruppo dei promotori.
L’iniziativa chiede di imporre l’etichetta Nutri-Score sui prodotti alimentari, “al fine di tutelare la salute dei consumatori e di garantire che vengano loro fornite informazioni nutrizionali di qualità”, si legge nel testo della petizione. L’obiettivo è rendere le etichette nutrizionali più chiare e comprensibili a colpo d’occhio per i consumatori, incoraggiare le aziende a migliorare i prodotti e armonizzare le informazioni a livello europeo, con un’unica etichetta a semaforo ufficiale per tutti i Paesi.
Il Nutri-Score è il l’etichetta semplificata sviluppata in Francia, dopo alcuni anni di studi e discussioni, e consiste in un logo a cinque lettere – da A ad E – e cinque colori – da verde scuro a rosso –, che esprime in maniera immediata e sintetica la qualità nutrizionale dell’alimento (calcolata su 100 grammi o 100 ml). Diverse ricerche hanno sottolineato che il Nutri-Score è, al momento, il sistema di etichettatura interpretativa più efficace per i consumatori.
L’etichetta a semaforo francese è stata adottata ufficialmente anche in Belgio, è in corso di approvazione in Spagna, e grazie alle iniziative di alcune aziende, come Danone e Findus, è arrivata anche in Svizzera e in Germania, dove al momento è in corso una discussione sulla possibilità di introdurre un nuovo logo nutrizionale nazionale.
Per presentare l’iniziativa all’Unione europea, è necessario raccogliere un milione di firme, raggiungendo le soglie minime in almeno sette Stati membri (54.750 firme per l’Italia) entro l’8 maggio 2020. Dal momento della consegna della petizione, la Commissione avrà tre mesi di tempo per esaminarla e dare una risposta.
Il Fatto Alimentare è da sempre a favore delle etichette a semaforo e sostiene l’iniziativa dei cittadini europei Pro Nutri-Score. Invitiamo tutti i nostri lettori a firmare la petizione.
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[sostieni]
Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Firmato e condiviso…
pienamente contrario al nutriscore.
Una cosa è che l’utente sia al corrente di cosa c’è un prodotto, una altra cosa che qualcuno abbia deciso per te che quel prodotto è buono o no.
Ovvero prendiamo un prodotto altamente inutile come una famosa crema al cacao.
Se in questa crema sono presenti 70 di zuccheri e olio raffinato si becca un bel voto negativo.
Ma se il produttore è furbo e aggiunge vitamine e al posto dello zucchero mette un bel edulcorante, vedi che scala la classifica e magari si becca anche il voto massimo.
Il nutriscore serve solo all’industria per farti credere che i loro prodotti sono buoni…
Così come è non va bene…
Perchè invece non stampate in forma di zolletta sulla confezione quanto zucchero è presente?
Cos’ la gente si accorgerebbe che tutto quello che compra è strapieno di zucchero…
Il Nutri-Score non decide se un prodotto è “buono” o no. Il Nutri-Score esprime in maniera sintetica e semplificata le informazioni contenute nella tabella nutrizionale per renderle più accessibili anche a chi non è in grado di comprenderle.
Il logo esprime un giudizio solo sulla qualità nutrizionale dell’alimento, basandosi sul contenuto di macronutrienti (calorie, grassi saturi, zucchero, sale, fibre e proteine) e sulla presenza di frutta, verdura e frutta secca. Aggiungere vitamine a un alimento non cambia assolutamente il giudizio del Nutri-Score, perché non vengono prese in considerazione. Anzi, le vitamine e i minerali oggi sono usate spesso per far sembrare più sani molti prodotti nutrizionalmente sbilanciati (l’esempio principe sono i cereali da colazione), che verrebbero smascherati proprio con il Nutri-Score.
Vorrei saperne di più sui criteri dell’etichetta a semaforo del Nutri Score. Questo perché se si tratta di rendere consapevole il potenziale cliente su come i cibi vengano acquisiti, trattati (in modo più o meno naturale), sofisticati, conservati ecc… e su come vengano allevati, trattati, nutriti e macellati gli esseri viventi che mangiamo, allora sono pienamente d’accordo (raccomandando di allegare al Nutri-Score le dovute spiegazioni sul perché quel cibo è stato etichettato in quel modo).
Se invece il Nutri-Score fa riferimento alle proprietà dei cibi, allora ho dei dubbi su come si possa dare un giudizio che vada bene per tutti.
Il Nutri-Score è un’etichetta “fronte-pacco” interpretativa, cioè interpreta e semplifica le informazioni contenute nella tabella nutrizionale e, in parte, nella lista degli ingredienti, rappresentandole con un logo a cinque colori e cinque lettere: A verde scuro, B verde chiaro, C giallo, D arancione ed E rosso. Per calcolare il Nutri-Score viene assegnato un punteggio al contenuto di alcuni nutrienti “negativi”, cioè da limitare (calorie, grassi saturi, zucchero e sale), e a quelli positivi (fibre, proteine, contenuto di frutta, verdura e frutta secca). Sono stati sviluppati diversi metodi di calcolo per alcune categorie particolari di alimenti: formaggi e grassi alimentari (che sarebbero eccessivamente penalizzati dal contenuto di grassi), e bevande.
In questo modo si ottiene un giudizio bilanciato solo e soltanto sulla qualità nutrizionale dell’alimento.
Il Nutri-Score non prende in considerazione la presenza di additivi o contaminanti (perché riguardano la sicurezza alimentare), i processi di produzione, il benessere animale o altre caratteristiche del cibo, perché appunto è un logo nutrizionale.
Il nutriscore è la versione continentale del traffic light system ovvero un sistema che favorisce la quinta gamma (il cibo pronto per il consumo, con ricettazioni modificabili a piacere), penalizza i prodotti a ricettazione bloccata (come tutti i DOP) e in fine dei conti deprima la responsabilità individuale del consumatore, accondiscendendo alla sua pigrizia.
Peccato che non diate minimamente conto di questi problemi, nelle pagine in cui si promuovono marchi di GDO, la cui attività nella quinta gamma come private label è ben nota.
ALmeno fate uno sforzo.