
Di fronte allo scaffale dell’olio extravergine di oliva anche gli intenditori hanno qualche momento di smarrimento.
Il problema non è banale visto che in un supermercato si possono trovare fino a 108 tipi di olio, considerando anche quelli di semi. Ci si può affidare all’etichetta, ma solo in alcuni casi il consumatore possiede le corrette conoscenze per interpretarla correttamente. Nella maggior parte dei casi le informazioni sono talmente tante che è difficile individuare quelle importanti.
Lo studio su olio extravergine e consumatori
Tullia Gallina Toschi dell’Università di Bologna ha presentato il 2 dicembre a Milano (in un convegno organizzato da Teatro Naturale per celebrare i 50 anni dell’olio extravergine) una ricerca sulla percezione della qualità da parte del consumatore. Il lavoro è stato condotto prendendo in considerazione le marche di olio esposte in un supermercato di medie dimensioni, situato nel capoluogo emiliano a fine novembre e i dati del settore forniti dall’Ismea. Sugli scaffali sono state classificate 72 bottiglie di olio extravergine di oliva, tra le quali 17 DOP, due IGP e una di olio biologico.
Con una certa sorpresa erano esposte anche due referenze di olio extravergine “novello” al prezzo di 6-7 euro al litro. Si tratta di una categoria non prevista dalla legge, che dovrebbe indicare l’olio ottenuto dalle olive raccolte nel corso dell’ultima campagna cha va da ottobre a dicembre. Lo studio ha valutato anche il tipo di imballaggio: la maggior parte degli extravergini è venduta in bottiglie di vetro scuro, un quarto in vetro chiaro, il 4% in lattina di metallo e solo un’azienda propone bottiglie di plastica PET.
Listini impazziti
La vera sorpresa riguarda i listini, che confondono ulteriormente le idee al consumatore. I prezzi variano d 2,9 €/l per l’olio extravergine più economico, sino a 8,85 €/l, per quello più caro. Ma la scala prezzi si impenna a dismisura quando si sceglie una bottiglia di olio extravergine DOP, perché l’importo lievita da 6,3 sino a 26,2 €/l.
Difficilmente, in un supermercato, per altri prodotti alimentari si rilevano differenze di prezzo che arrivano sino a dieci volte di più. Forse per questo motivo e per la scarsa trasparenza del mercato molti consumatori scelgono sempre di più la marca in offerta speciale.
Secondo lo studio i listini degli oli di semi oscillano da 1,0 a 3,5 €/l, ma bisogna considerare che nel calcolo sono compresi gli oli di mais, girasole e “cereali”, più costosi degli oli di semi vari. Per l’olio di oliva le oscillazioni di prezzo sono abbastanza contenute da 2,5 a 5,0 €/l . Questo vuol dire che sugli scaffali ci sono oli di oliva (merceologia considerata di qualità inferiore rispetto all’extravergine) che costano più degli extravergini! Di fronte a oli extravergini venduti ad un prezzo inferiore ai 3 €/l come si può pensare di avere qualità?
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24