Dispiace leggere sul Corriere della sera un articolo come quello pubblicato domenica 31 ottobre dove si sostiene che  “i farmaci sono utilizzati per ingrassare polli e pesci”, oppure che  gli antibiotici sono usati “come profilassi (e come terapia) negli allevamenti di polli, bovini e suini“.

Per i pesci si ribadisce lo stesso  concetto citando i  “fluorchinoloni mescolati a mangimi” o “immessi direttamente nell’acqua” per ingrassare  branzini  e salmoni. 

Non è così. I medicinali veterinari solo usati negli allevamenti  per curare  malattie e non come cura preventiva. E’ assolutamente vietato trattare gli animali con farmaci se non per curare patologie precise. Se le mucche hanno una mastite, i maiali sono affetti da enteriti e i polli da problemi respiratori, spetta al veterinario prescrivere un trattamento a base di medicinali (compresi gli antibiotici). In questo caso la   macellaziore  degli animali viene sospesa, e anche il latte non può essere  consegnato alle aziende per il confezionamento. La norma è molto severa, per cui il trattamento sanitario a base di farmaci  deve  essere  evidenziato e indicato  su un registro presente in tutte le aziende.

Le stesse regole valgono per gli allevamenti di pesci, dove i trattamenti con farmaci sono consentiti  a fronte di malattie  diagnosticate dal veterinario. I fluorchinoloni indicati nell’articolo di Adriana Bazzi sono antibatterici che possono essere prescritti solo dal veterinario. E’ vero che negli allevamenti si fanno alcuni  trattamenti  sanitari a scopo di profilassi. Basta citare i vaccini iniettati ai pulcini per limitare le malattie. Ma non bisogna confondere i vaccini con gli antibiotici!

La questione è delicata perchè scrivere come fa il Corriere che negli allevamenti si usano  antibiotici come profilassi innesta dubbi sulla qualità della carne e dei pesci che vengono acquistati.

I problemi negli allevamenti ci sono ma non riguardano gli antibiotici. In questo sito  abbiamo focalizzato l’attenzione sui trattamenti con anabolizzanti e altre sostanze vietate per incrementare il peso dei bovini  e sulle difficoltà degli organi di controllo ad individuare i responsabili .

Roberto La Pira

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