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white cows eating silage allevamentiIl Governo della Nuova Zelanda sta lavorando a un articolato piano di miglioramento delle emissioni degli allevamenti, che dovrebbe essere varato nel 2023, pur prevedendo un intervallo piuttosto ampio (probabilmente fino al 2025) per la sua piena entrata a regime. Se le tappe previste saranno rispettate, il paese potrebbe essere il primo al mondo a introdurre una tassazione sulle emissioni degli animali da allevamento, e potrebbe così aprire la strada ad altri paesi produttori di carne che intendano rispettare l’obbiettivo delle emissioni zero entro il 2050.

Stando a quanto riportato in una conferenza stampa svoltasi nei giorni scorsi nei pressi della capitale Wellington da autorevoli esponenti del Governo e dalla Prima Ministra Jacinda Ardern, il provvedimento più innovativo, e cioè la nuova tassa sulle emissioni, dovrebbe riguardare i gas serra che provengono dagli animali come il metano, che gli animali rilasciano con la digestione, e che è uno dei più potenti tra tutti i gas serra, l’ossido di diazoto, emesso con l’urina, sempre pessimo per il clima, ma meno duraturo del metano, e l’azoto contenuto nei fertilizzanti sintetici. Stando alle bozze, su cui si lavorerà più o meno fino alla fine del mese di novembre, le tasse dovrebbero prevedere il sistema delle quote, cioè la possibilità di compensare le emissioni, e quindi di non pagare, per esempio attraverso la messa a dimora di nuovi alberi, o l’introduzione di pratiche alternative a quelle tradizionali e migliori per l’ambiente, che dovrebbero essere incentivate in vario modo.
L’entità della tassazione probabilmente sarà riconsiderata ogni uno o forse ogni tre anni, e valutata in base alle emissioni globali di tutto il paese. Ancora, tutti i proventi saranno destinati alla ricerca di tecnologie migliori e all’incentivazione degli allevatori che cercano di contribuire maggiormente all’obbiettivo del governo, ossia la riduzione del metano da allevamenti del 10% entro il 2030. Tra l’altro, i rivenditori non sottoposti a tassazione perché rispettosi dei parametri previsti potrebbero avere margini più ampi di guadagno.

I Neozelandesi sono tra i principali esportatori di carni al mondo

Lo sforzo del Governo ha le sue motivazioni nei numeri: i neozelandesi sono solo cinque milioni, ma allevano 10 milioni di bovini e 26 milioni di ovini. E sono tra i principali esportatori di carni al mondo, e anche tra i grandi inquinatori dell’aria.
Le associazioni di allevatori, come previsto, hanno avuto reazioni generalmente negative, anche se con sfumature differenziate. Nello scorso mese di maggio, la He Waka Eke Noa (HWEN), partnership tra allevatori, produttori industriali di carne e rappresentanti dei Maori, aveva proposto un metodo differente e non basato sulle quote, considerate semplicistiche e dannose per gli allevatori. Piuttosto, si proponeva la valutazione differenziata dei singoli gas, a seconda del loro potere climalterante, e quella di ogni singolo allevamento nella sua globalità, e si pensava alla riforestazione come unico rimedio previsto. Ma il Governo non aveva recepito il piano, considerandolo troppo costoso, troppo lungo nella sua applicazione (per avere i benefici dei nuovi alberi si dovrebbero attendere molti anni) e, in definitiva, impraticabile.

Secondo la Federation Farmers, invece, se la legge dovesse essere approvata così com’è delineata oggi, l’allevamento neozelandese ne soffrirebbe mortalmente, fino a scomparire, rimpiazzato alla selvicoltura e dalle foreste incolte, mentre la Beef+Lamb ha già chiesto che i sostegni economici siano adeguati. Infine, secondo alcuni oppositori conservatori del Governo di centro-sinistra guidato dalla Ardern, la legge sarà dannosa da ogni punto di vista, perché sposterà gli allevamenti – che non diminuiranno – in altri paesi meno rispettosi dell’ambiente, infliggendo un colpo tremendo agli allevatori, e peggiorando la situazione del clima.

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federico
federico
25 Ottobre 2022 21:52

mah??? mi sembra una misura davvero stupida.
Sarebbe più utile dire che si possono allevare tot bovini per km quadro

Mauro Gamba
Mauro Gamba
7 Novembre 2022 13:13

Ottima iniziativa, troppo comodo prendere finanziamenti a sbafo come in Italia.
se poi mettessimo dazi sulle importazioni il problema sarebbe risolto anche da quel punto di vista.