Sostituto salmone Revo Foods The FIlet

È tra i pesci più consumati in Europa e in Italia, eppure la pesca del salmone e, soprattutto, il suo allevamento, sono ormai diventati poco sostenibili dal punto di vista ambientale. Quale soluzione? Un consiglio, per chi desidera continuare a mangiare pesce, è di preferire altre specie, come il cosiddetto pesce azzurro (nel 2014 sono state utilizzate 460mila tonnellate di pescato, il 76% sfruttabile per l’alimentazione umana per produrre 179mila tonnellate di salmone scozzese). L’altra possibilità è di ricorrere ai sostituti vegetali. Si tratta di prodotti meno diffusi e conosciuti di quelli della carne, ma l’offerta è decisamente in crescita.

Parlando nello specifico del salmone, già nella primavera del 2022, la società israeliana SimpliiGood aveva messo a punto un prodotto alternativo al salmone affumicato, ottenuto utilizzando l’alga spirulina. Tra le ultime novità spicca The Filet, una proposta della startup di food tech austriaca Revo Foods. Questo alimento è costituito principalmente da micoproteine, cioè proteine fungine: una materia prima molto promettente per il settore, di cui abbiamo già parlato diffusamente qui. La sua particolarità principale è svelata in un articolo pubblicato il 18 settembre su IFL Science: The Filet sarà infatti il primo cibo stampato in 3D a raggiungere, a partire da ottobre, gli scaffali dei supermercati.

Sostituto vegetale del salmone The Filet Revo Foods confezionato
Il nuovo sostituto vegetale del filetto di salmone è realizzato con la stampante 3D e costituito principalmente da micoproteine o proteine fungine

A dire il vero gli scaffali in questione sono quelli austriaci, dove sarà disponibile con un prezzo intorno ai sette euro per 130 grammi, comparabile a quello di un filetto di salmone di qualità. Per quanto riguarda l’Italia, comunque, i distributori dei prodotti Revo Foods sono attualmente siti di e-commerce specializzati in prodotti vegani. Tra questi, c’è Coccole di Gusto che, interpellata dal Fatto alimentare sull’arrivo del nuovo prodotto, ci ha risposto che in Italia è previsto per il 2024.

Nel frattempo, riguardo agli aspetti nutrizionali, il sito dell’azienda produttrice ci informa che The Filet costituisce un’eccellente fonte di vitamine e, come il suo corrispondente animale, di acidi grassi omega-3. Questo sostituto del salmone, da consumare cotto, è anche considerato ricco di proteine, con 9,5 grammi per 100 grammi, anche se si tratta di una quantità inferiore al contenuto proteico di un etto del pesce vero e proprio, che sarebbe di circa 20 grammi. Nel video promozionale, inoltre, l’azienda ne evidenzia anche il Nutri-Score, per il quale rientra nella categoria A.

The Filet diversamente da molti sostituti della carne, è privo di glutine e, sul fronte ambientale, il produttore dichiara che per realizzarlo si producono l’86% in meno delle emissioni inquinanti rispetto a quelle che ci vogliono per il salmone tradizionale. È certamente un calcolo medio, perché le emissioni dovute alla produzione di salmone per il consumo umano cambiano a seconda del tipo di prodotto (selvaggio o da allevamento, con differenze tra le diverse modalità di crescita). La scelta del sostituto vegetale, però, resta comunque più sostenibile anche se, è bene ricordarlo, si tratta di prodotti catalogabili come ultra-trasformati.

© Riproduzione riservata; Foto: sito aziendale Revo Foods

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giova
giova
24 Ottobre 2023 14:23

Nonostante un incipit rassicurante (“… l’altra possibilità è ricorrere ai sostituti vegetali …”) relativo al problema della sostenibilità ambientale, la franchezza di questa conclusione “La scelta del sostituto vegetale, però, resta comunque più sostenibile anche se, è bene ricordarlo, si tratta di prodotti catalogabili come ultra-trasformati.” mi soddisfa e la condivido.

Luigi
Luigi
24 Ottobre 2023 16:03

Per me ciò che sostituisce un prodotto animale/vegetale assolutamente NON deve avere lo stesso nome del vero prodotto che imita.

carola
carola
Reply to  Luigi
25 Ottobre 2023 07:32

perchè?

Patrick
Patrick
24 Ottobre 2023 22:28

Ma, scusate, siamo sicuri che questi nuovi “cibi” probabilmente catalogabili come vegani (vista l’origine vegetale) , seppur ultra-trasformati, abbiano le stesse probabilità di essere dannosi come quelli sul mercato da anni?

Lorenzo
Lorenzo
25 Ottobre 2023 00:15

Secondo me sono tutti tentativi esclusivamente commerciali per catturare quella parte di consumatori che pensano così, passando da animale a tech food, di risolvere i problemi ambientali e alleggerirsi la coscienza. Le alternative già ci sono e la natura spesso ce le offre gratuitamente. Sosteniamo piuttosto una agricoltura locale di qualità invece che grosse corporation in mano ai soliti fondi finanziari. Gli stessi che stanno distruggendo il pianeta (anche con le guerre) e a cui serve soltanto trovare nuove cavie.

carola
carola
25 Ottobre 2023 07:33

Ho comprato sul sito Revo il filetto, per cui si può provare senza aspettare il 2024. w gli animali

Roberto
Roberto
25 Ottobre 2023 12:02

Cibo ultra-trasformato con nutriscore A. I sostenitori del nutriscore non hanno nulla da obiettare?

Giulia Crepaldi
Reply to  Roberto
25 Ottobre 2023 13:37

Il Nutri-Score valuta solo la qualità nutrizionale dell’alimento. Il livello di trasformazione è un’altra dimensione dell’alimento che non può essere adeguatamente inserito all’interno della valutazione che fa il Nutri-Score, basata sui valori nutrizionali espressi sulla dichiarazione nutrizionale obbligatoria. Ma anche i creatori del Nutri-Score sono consapevoli della crescente letteratura scientifica che indica i rischi per la salute connessi al consumo di ultra-trasformati, pertanto loro stessi hanno proposto di aggiornare il Nutri-Score aggiungendo nella grafica un riquadro nero per gli ultra-trasformati.Nutri-Score con e senza riquadro nero per ultra-trasformati + etichetta prodotti biologici