Nel 2011, la città di San Francisco decide di vietare alle catene di fast food di regalare giocattoli insieme ai menù per bambini, tranne quando il pasto risponde a precisi criteri nutrizionali. L’Università di Stanford ha condotto uno studio, pubblicato dai Centres for Diseas Control and Prevention, per vedere cosa è cambiato dopo la decisione, nei comportamenti dei fast food e in quelli delle famiglie. Lo studio ha preso in considerazione due delle maggiori catene di fast food: McDonald’s e Burger King.
Dallo studio emerge che nessun menù per bambini è stato modificato in modo da rispondere ai criteri nutrizionali indicati. In compenso, i giochi, anziché essere regalati, sono stati venduti a 10 centesimi di dollaro, quanto basta per rispettare l’ordinanza, e l’88% dei genitori li ha acquistati insieme al menù. Il dato sicuro è che McDonald’s ha modificato il proprio Happy Meal, prima in California e poi a livello nazionale, riducendone le calorie da 520 a 410, diminuendo la quantità di una porzione di patatine fritte e aggiungendo una mela. Un cambiamento che i ricercatori dell’Università di Stanford non ritengono attribuibile direttamente alla decisione della città di San Francisco, anche se risulta coerente con le finalità.
Beniamino Bonardi
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