Salve, vi allego la foto di una semiforma di formaggio Rodez comprato in un Eurospin di Taranto, tra i cui ingredienti compare il conservante E105 (vedi foto sotto). Non è la prima volta che lo osservo nella dicitura. Facendo ricerca ho notato che si tratta di Yellow AB, un colorante (e non conservante), la cui storia legislativa è poco chiara: non compare nella lista di additivi dell’UE e la FAO lo dà per “withdrawn“, cioè ritirato, negli anni ’70. Provocherebbe forse cancro e asma secondo un pdf citato sulla pagina Wikipedia inglese dedicata. Domando se voi ne sappiate di più e, qualora sia illecito, se sia da denuncia. Grazie.
Abbiamo chiesto un parere all’avvocato Dario Dongo esperto di diritto alimentare
Il regolamento (CE) 1333/08, relativo agli additivi alimentari, non contempla alcun additivo autorizzato con la sigla E105.
A ben vedere, come annotato, il numero in questione risulta prossimo a quelli dei coloranti alimentari autorizzati in Europa. Più esattamente, nelle tonalità che variano dall’arancio al giallo: E100-Curcumina, E-101-Riboflavine, E-104-Giallo chinolina, E-110-Giallo tramonto (1).
E come mai non si trova il “105” nella lista degli additivi autorizzati? Proprio in quanto trattasi di sostanza non autorizzata all’impiego negli alimenti destinati a venire immessi nel Mercato interno.
Note:
(1) Reg. CE 1333/08, Allegato 2
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Avvocato, giornalista. Twitter: @ItalyFoodTrade
A mio avviso invece la spiegazione è molto più semolice e meno allarmistica. Si tratta semplicemente di un problema di stampa e quello in etichetta è il conservante E1105 a cui manca un “1” appunto per motivi di errata stampa.
In etichetta la funzione dell’additivo è infatti “conservante” e non “colorante”…
Sono d’accordo. C’è anche troppa distanza tra la E ed il numero. È chiaro che manchi una cifra.
Chiaro che se anche fosse questa la spiegazione, l’etichetta sarebbe comunque errata perchè mancherebbe il riferimento all’allergene uova…
Anche per me giusta interpretazione probabilmente è il conservante E1105 Lisozima autorizzato nei Formaggi stagionati (Regolamento (UE) n. 1129/2011) quale quello in foto e che viene normalmente utilizzato nel Grana Padano
Il mio dubbio a questo punto è perché hanno scritto genericamente “latte”, e non ad esempio “latte vaccino pastorizzato” specificando meglio il prodotto, come si legge usualmente.
Non c’è l’obbligo di specificare “Vaccino” in quanto con la dicitura “Latte” si intende quello vaccino. E’ obbligatorio specificarlo nel caso di altre specie.
Se di lisozima si tratta (e sono felice di non essere l’unico a propendere per spiegazioni alternative!) fa comunque riflettere come questo sia sfuggito al controllo di Eurospin. Dall’immagine sembra di capire che il prodotto sia porzionato e quindi direttamente etichettato nel punto vendita. Generalmente in questi casi le informazioni sono inserite direttamente dai fornitori in un database che dovrebbe essere controllato da Eurospin. Il solo errore di stampa poteva anche essere comprensibile, la mancanza dell’indicazione dell’allergene decisamente no…
Stefano, credo che il mio omonimo intendesse puntare l’attenzione sul fatto che il latte fosse pastorizzato, non tanto sul fatto che fosse vaccino.
Credo sia “solo” un problema di etichetta stampata male ed applicata peggio
Se ho capito bene non c’è stato accertamento della presenza di Yellow AB e/o di Lisozioma.
Se presente l’additivo non permesso , il caso è ben diverso.
Potrebbe non trattarsi di “colorante vietato nel formaggio”, ma falsa indicazione in etichetta, con livelli di allarme ben diversi.
Essendo un prodotto un preincartato, la responsabilità dell’etichetta è di Eurospin, che potrebbe aver trascritto male quanto riportato dal prooduttore.
Gentilissimo Max,
Infatti l’ipotesi del colorante vietato era del lettore che ci ha segnalato l’etichetta. prima di pubblicare, abbiamo inviato diverse mail a Eurospin per avere un chiarimento. Non abbiamo mai ricevuto risposta.
Generalmente, le etichette apposte sui prodotti porzionati e confezionato e/o preincartati nei supermercati presentano spesso indicazioni inesatte, questo vuol dire che l’autocontrollo è lacunoso e non viene applicato in modo adeguato. Ricordiamoci che la presentazione dei prodotti non deve essere soltanto una mera regola legislativa, ma va intesa come informazione al consumatore nel modo più esaustivo possibile, come appunto inteso dalle norme di riferimento. Il caso del formaggio di Eurospin ne è una prova inconfutabile. Da sottolineare, inoltre che le indicazioni riportate in etichetta, che non hanno corrispondenza con gli ingredienti del prodotto cui si riferiscono, inducono in errore l’acquirente, che oltre ad avere dei problemi causati da allergie e/o intolleranze, subisce anche una frode, sanzionabile penalmente.