ho una domanda per l’avv. Dario Dongo. Mio fratello e produciamo una linea di marmellate e creme rustiche. Per quanto riguarda la crema di melanzana, in particolare, abbiamo scelto la melanzana di Rotonda, che può vantare il marchio DOP.
1) Posso mettere in etichetta (frontale) la dicitura “melanzana di Rotonda”?
2) Posso mettere sul retro (nella etichetta degli ingredienti), la dicitura “melanzana di Rotonda”, tenendo anche presente che la quantità di questa materia prima eccede il 50%?
3) Devo acquisire prima il consenso del consorzio “melanzana di Rotonda”?
Naturalmente questi dubbi valgono anche per altri nostri prodotti, poiché cerchiamo di prendere le materie prime là dove vi siano dei riconoscimenti (DOP, IGP).
La ringrazio,
Antonio
Risponde l’avvocato Dario Dongo
Buongiorno Antonio,
la questione è molto delicata, poiché per citare una DOP o IGP in etichetta, sia pure quale ingrediente di altro prodotto alimentare, è necessario il nulla osta del relativo consorzio di tutela. Si tratta di un’autorizzazione vera e propria, cui segue l’assoggettamento al regime delle verifiche stabilito nel disciplinare di controllo, nel caso in cui si intenda confezionare una DOP o IGP tal quale.
Al di fuori di questo contesto è vietato fare alcun riferimento o evocazione alle denominazioni o indicazioni geografiche protette.
La nostra squadra è a disposizione per ogni consulenza in materia di etichette alimentari, sempre utile anche allo scopo di verificare la effettiva conformità alle regole generali e specifiche che si applicano ai vari prodotti.
Buongiorno a tutti,
mi è capitato di leggere il quesito posto e vorrei fare un’osservazione. E’ vero che l’impiego di una denominazione protetta per un prodotto trasformato (crema e/o marmellata) necessita dell’autorizzazione del relativo Consorzio di tutela ma è anche vero che se la denominazione protetta impiegata (nel caso di specie Melanzana Rossa di Rotonda DOP), viene indicata solo negli ingredienti (quindi nella retro etichetta), non vi è necessita della predetta autorizzazione (art. 1, comma 1, lettera c) del D.lgs. 19 novembre 2004, n.297). Si precisa inoltre che deve essere riportata la denominazione corretta seguita dall’acronimo DOP e la percentuale contenuta.
E’ assolutamente corretta l’indicazione della dott.ssa Fanzo in merito alla liceità dell’indicazione della denominazione protetta nell’elenco ingredienti senza alcuna autorizzazione da parte del Consorzio di tutela.
Non concordo, invece, sull’obbligo dell’indicazione del quid dell’ingrediente, al quale l’operatore è tenuto (art.22 del reg.1169/2011) quando l’ingrediente figuri nella denominazione dell’alimento o sia posto in evidenza con parole, immagini o una rappresentazione grafica.
Ma in tale caso, non si configurerebbe più l’esenzione dal quid, che è concessa dal d.lgs.297/2004 solo “quando il riferimento alla denominazione protetta e’ riportato soltanto tra gli ingredienti del prodotto confezionato”.
Nessuna norma prevede l’ìobbligo del quid di una denominazione protetta che sia indicata solo nell’elenco ingredienti.
Roberta
16 Marzo 2016 11:43
Buongiorno,
ma si considera prodotto trasformato anche ciò che viene preparato in ristoranti/gastronomie/altre attività commerciali legate agli alimenti?
Vorrei capire: se un ristoratore (quindi non un’impresa che vende un preconfezionato) prepara ad esempio una pietanza con la Melanzana Rossa di Rotonda DOP, deve inserire nel menù il nome completo della melanzana con tanto di menzione DOP e deve chiedere l’autorizzazione al consorzio di tutela?
Chiedo questo perchè per i vini nel menù le denominazioni di tutela si trovano, ma per gli alimenti nel piatto, quelli nelle pirofile dietro la vetrina del banco di gastronomia o nelle teglie in focacceria a volte si leggono cose…
Saluti.
Laura Fanzo
16 Marzo 2016 16:10
Buonasera Roberta,
se il prodotto a denominazione, es. Melanzana Rossa di Rotonda DOP, viene utilizzato per la preparazione di un piatto in un ristorante, non c’è bisogno dell’autorizzazione del Consorzio di tutela (per il ristorante) e nel menu dovrà essere riportato correttamente il nome della denominazione.
In generale, l’autorizzazione del Consorzio di tutela (per l’impiego di una denominazione in un prodotto trasformato) deve essere comunque richiesta dal solo produttore e non dal punto vendita o dal ristoratore o dal titolare di attività commerciale.
Saluti
Nicola Germino
26 Marzo 2016 03:06
Salve a tutti,
L’indicazione del prodotto Dop Può essere tranquillamente inserita tra gli ingrendienti senza bisogno di nessuna approvazione. Chiaramente bisogna avere l’accortezza di conservare le fatture di acquisto del prodotto DOP/IGP e la tracciabilità della produzione.
Per l’indicazione sul fronte etichetta, in qualità di trasformato della DOP/IGP va richiesta, come sopra detto, l’autorizzazione al consorzio di tutela (se incaricato dal Mipaaf) o in alternativa al Mipaaf stesso.
Germino Nicola
Antonio Seppi
26 Marzo 2016 16:48
Relativamente all’indicazione DOP / IGP nel menù del ristorante, secondo me va fatto il distinguo:
– “Pizza Margherita con Mozzarella di bufala campana DOP”
Ingredienti: …Mozzarella di bufala campana DOP ….
Obbligo di autorizzazione.
– “Pizza Margherita”
Ingredienti: …Mozzarella di bufala campana DOP ….
NON obbligo di autorizzazione.
Antonio Seppi
26 Marzo 2016 16:53
Cosa pensate di una melanzana di forma rotonda mezza in vendita con la denominazione “Melanzana rotonda”?
Buongiorno a tutti,
mi è capitato di leggere il quesito posto e vorrei fare un’osservazione. E’ vero che l’impiego di una denominazione protetta per un prodotto trasformato (crema e/o marmellata) necessita dell’autorizzazione del relativo Consorzio di tutela ma è anche vero che se la denominazione protetta impiegata (nel caso di specie Melanzana Rossa di Rotonda DOP), viene indicata solo negli ingredienti (quindi nella retro etichetta), non vi è necessita della predetta autorizzazione (art. 1, comma 1, lettera c) del D.lgs. 19 novembre 2004, n.297). Si precisa inoltre che deve essere riportata la denominazione corretta seguita dall’acronimo DOP e la percentuale contenuta.
Saluti
Dott.ssa Laura Fanzo
E’ assolutamente corretta l’indicazione della dott.ssa Fanzo in merito alla liceità dell’indicazione della denominazione protetta nell’elenco ingredienti senza alcuna autorizzazione da parte del Consorzio di tutela.
Non concordo, invece, sull’obbligo dell’indicazione del quid dell’ingrediente, al quale l’operatore è tenuto (art.22 del reg.1169/2011) quando l’ingrediente figuri nella denominazione dell’alimento o sia posto in evidenza con parole, immagini o una rappresentazione grafica.
Ma in tale caso, non si configurerebbe più l’esenzione dal quid, che è concessa dal d.lgs.297/2004 solo “quando il riferimento alla denominazione protetta e’ riportato soltanto tra gli ingredienti del prodotto confezionato”.
Nessuna norma prevede l’ìobbligo del quid di una denominazione protetta che sia indicata solo nell’elenco ingredienti.
Buongiorno,
ma si considera prodotto trasformato anche ciò che viene preparato in ristoranti/gastronomie/altre attività commerciali legate agli alimenti?
Vorrei capire: se un ristoratore (quindi non un’impresa che vende un preconfezionato) prepara ad esempio una pietanza con la Melanzana Rossa di Rotonda DOP, deve inserire nel menù il nome completo della melanzana con tanto di menzione DOP e deve chiedere l’autorizzazione al consorzio di tutela?
Chiedo questo perchè per i vini nel menù le denominazioni di tutela si trovano, ma per gli alimenti nel piatto, quelli nelle pirofile dietro la vetrina del banco di gastronomia o nelle teglie in focacceria a volte si leggono cose…
Saluti.
Buonasera Roberta,
se il prodotto a denominazione, es. Melanzana Rossa di Rotonda DOP, viene utilizzato per la preparazione di un piatto in un ristorante, non c’è bisogno dell’autorizzazione del Consorzio di tutela (per il ristorante) e nel menu dovrà essere riportato correttamente il nome della denominazione.
In generale, l’autorizzazione del Consorzio di tutela (per l’impiego di una denominazione in un prodotto trasformato) deve essere comunque richiesta dal solo produttore e non dal punto vendita o dal ristoratore o dal titolare di attività commerciale.
Saluti
Salve a tutti,
L’indicazione del prodotto Dop Può essere tranquillamente inserita tra gli ingrendienti senza bisogno di nessuna approvazione. Chiaramente bisogna avere l’accortezza di conservare le fatture di acquisto del prodotto DOP/IGP e la tracciabilità della produzione.
Per l’indicazione sul fronte etichetta, in qualità di trasformato della DOP/IGP va richiesta, come sopra detto, l’autorizzazione al consorzio di tutela (se incaricato dal Mipaaf) o in alternativa al Mipaaf stesso.
Germino Nicola
Relativamente all’indicazione DOP / IGP nel menù del ristorante, secondo me va fatto il distinguo:
– “Pizza Margherita con Mozzarella di bufala campana DOP”
Ingredienti: …Mozzarella di bufala campana DOP ….
Obbligo di autorizzazione.
– “Pizza Margherita”
Ingredienti: …Mozzarella di bufala campana DOP ….
NON obbligo di autorizzazione.
Cosa pensate di una melanzana di forma rotonda mezza in vendita con la denominazione “Melanzana rotonda”?
Si tratta di un prodotto tipico: http://www.agraria.org/prodottitipici/melanzana-rossa-di-rotonda.htm
@Valeria Nardi
Quindi, secondo te, la DOP Melanzana rossa di Rotonda, impedisce di definire “rotonda” qualsiasi altra melanzana di forma rotonda?