Esselunga ha diffuso il richiamo di un lotto di treccia di mozzarella di bufala campana a marchio La Marchesa per un errore di etichettatura. Sulle buste ritirate è stata, infatti, stampata la data di scadenza sbagliando l’anno : 07/08/2018 invece di 07/08/2017.

Oggetto del provvedimento sono le confezioni di treccia di mozzarella di bufala campana da 250 grammi (peso sgocciolato), appartenenti al lotto L17 198.

L’azienda precisa che non esiste alcun rischio per la salute dei consumatori. Il prodotto può essere tranquillamente consumato entro il giorno 07/08/2017. Oltre a tale data il prodotto non deve essere mangiato e può essere restituito presso il punto vendita d’acquisto o distrutto.

Questo è il richiamo numero 48 segnalato da Il Fatto Alimentare nel 2017.

Per capire come funziona il servizio di allerta alimentare e come viene effettuato il ritiro dei prodotti dai punti vendita leggi il libro “Scaffali in allerta” edito da Il Fatto Alimentare. È l’unico testo  pubblicato in Italia che  rivela i segreti e le criticità di un sistema che funziona poco e male. Ogni anno in Italia vengono ritirati dagli scaffali dei punti vendita almeno 1.000 prodotti alimentari. Nel 10-20% dei casi si tratta di prodotti che possono nuocere alla salute dei consumatori, e per questo scatta l’allerta. La questione riguarda grandi aziende come Barilla, Mars…, catene di supermercati che commercializzano migliaia di prodotti con i loro marchi (Esselunga, Coop, Carrefour, Auchan, Conad, Lidl, Eurospin…), e anche piccole e medie imprese. Il libro di 169 pagine racconta 15 casi di richiami che hanno fatto scalpore. Fai una donazione e ricevi il libro in omaggio.

I lettori che hanno fatto una donazione riceveranno in omaggio il libro “Scaffali in allerta”, scrivendo in redazione all’indirizzo ilfattoalimentare@ilfattoalimentare.it

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Alberto
Alberto
1 Agosto 2017 17:24

Ritiro mozzarella Campana: si indica ‘consumare tranquillamentefino scadenza…e
distruggerla dopo la data…
Che diavolo succede, la notte della scadenza?
Per dire di distruggerla dal giorno dopo…
Sarebbe utileinvece dire quanti giorni dopo la scadenza,
non andrebbe consumata

Ale
Ale
Reply to  Alberto
2 Agosto 2017 10:49

La legge impone una data di scadenza e non il termine minimo di conservazione per questi prodotti freschi; è una scelta di tutela del consumatore, anche se in alcuni casi può essere considerata eccessiva.

Ovviamente quella notte non succede nulla di sconvolgente alla microflora batterica, il problema è che l’azienda non potendo essere certa delle condizioni di conservazione dopo la messa in commercio, deve tenere in conto l’eventualità che il prodotto deperisca più rapidamente; è qui che si sceglie la data prima del quale si è ragionevolmente sicuri (si fanno delle prove di stabilità) che l’alimento mantenga i requisiti di sicurezza alimentare e l’accettabilità sensoriale.

In questo caso se il consumatore ha il frigo a 3°C, il tempo intercorso tra l’acquisto e la posa in frigo è stato celere senza eccessivi sbalzi termici, può anche mangiarlo dopo qualche giorno, o se lo cuoce può stare tranquillo, ma è un indicazione che non è possibile consigliare a tutte le persone.