Cetrioli in una ciotola

cetrioloUn focolaio di Salmonella Agona sta interessando cinque Paesi europei – Regno Unito, Finlandia, Irlanda, Danimarca e Germania – dove a partire dal 2014 sono state colpite 147 persone, di cui una, già affetta da altre patologie, è deceduta. La maggior parte dei contagi (122) si sono verificati a partire tra il 2017 e oggi, mentre altri 25 casi sono stati individuati durante indagini retrospettiche. Le indagini epidemiologiche hanno collegato il focolaio a prodotti ready-to-eat contenenti cetrioli. Lo rivela un rapporto congiunto dell’Autorità per la sicurezza alimentare (Efsa) e del Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc).

Il Paese colpito più duramente dall’epidemia è il Regno Unito, dove si sono verificati 129 casi su 147, seguito dalla Finlandia, dove le persone contagiate sono 15. In ciascuno degli altri tre Paesi colpiti è stata registrata una sola infezione. Il caso irlandese, inoltre, con tutta probabilità è stato contagiato durante un soggiorno nel Regno Unito, dove la persona colpita si era recata nei giorni precedenti all’insorgenza dei sintomi. L’epidemia ha avuto un andamento stagionale, con due picchi nella primavera 2017 e 2018, in particolare nel mese di aprile.

Lo stesso ceppo di Salmonella Agona è stato identificato nei cetrioli prelevati da piatti pronti e in quattro impianti di trasformazione britannici di proprietà di due aziende diverse. Nel periodo tra il novembre 2017 e l’aprile 2018 (quando è stato registrato il picco più alto di contagi), i cetrioli utilizzati provenivano dalla Spagna, ma i fornitori delle due aziende coinvolte erano diversi, così come i canali di trasporto, e tutti i test sono risultati negativi. Sulla base delle informazioni al momento disponibili, non è ancora chiara a quale punto della catena produttiva si sia verificata la contaminazione dei cetrioli.

Secondo le autorità sanitarie, in assenza di un’identificazione certa della fonte della contaminazione e vista l’andamento ciclico dei contagi, è possibile che nuovi casi si possano verificare nei primi mesi del 2019, come accaduto negli scorsi anni.

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