Continua la guerriglia tra i produttori di energy drink e le autorità francesi. Forte del rapporto dell’ANSES appena pubblicato, che documenta molti casi di gravi effetti indesiderati (compresi alcuni decessi certi), il deputato Gerard Bapt, del partito socialista, ha presentato alla Camera quello che è stato subito ribattezzato come “Emendamento Red Bull”. Nella mozione si chiede l’introduzione, a partire dal prossimo mese di gennaio, della tassa di un euro al litro per tutte le bevande che contengano 220 milligrammi di caffeina e 300 di taurina per litro, caffè escluso.
La proposta è stata approvata, ma l’entrata in vigore della norma è tutt’altro che scontata. Già un anno fa era stata approvata una legge simile, ma la Corte Costituzionale l’aveva bocciata per mancanza di evidenze scientifiche sui danni degli energy drink. Ora le prove ci sono e provengono da una fonte autorevole, l’ANSES, ma l’emendamento deve comunque passare il vaglio anche del Senato e, in seguito, un’eventuale revisione della Corte Costituzionale.
Nel frattempo la polemica ha già assunto toni molto accesi. In Francia, dove la vendita è stata autorizzata solo nel 2008, dopo 12 anni di divieti motivati dai timori per la salute, ogni anno vengono venduti non meno di 60 milioni di litri di energy drink. Alcuni esponenti dell’opposizione hanno subito fatto notare che la tassa sarebbe introdotta non per proteggere la salute dei francesi, ma per assicurare 60 milioni di euro alle casse dello stato e iniziare a colmare il buco nel bilancio della sanità, che è di 14,3 miliardi di euro. Altri hanno gridato al precedente pericoloso: se una tassa come questa fosse approvata – hanno detto – non ci sarebbero più limiti per le cosiddette tasse per la salute, e ciò alla lunga causerebbe la fine di tutti i negozi di pasticceria, dei tabaccai, dei rivenditori di alcolici e così via.
Dal canto loro i produttori hanno più volte ribadito la sicurezza delle loro bevande e ricordato che sono già presenti claim specifici a una limitazione dei consumi tra le donne in gravidanza e tra i ragazzi e i bambini, anche se non sembrano avere un grande effetto. Secondo le indagini effettuate negli ultimi anni tra i nove milioni di consumatori di energy drink d’oltralpe, circa un quarto ha tra i 14 e i 25 anni, e moltissimi associano queste bibite agli alcolici o le assumono durante l’attività sportiva anche intensa, rischiando così ulteriori danni cardiaci, soprattutto quando ci sono patologie preesistenti e non riconosciute.
Il Governo sembra intenzionato a proseguire, come ha fatto già con le bevande zuccherate, tassate dal 2012. Il ministro per la salute Marisol Touraine ha affermato di voler porre severi limiti alla pubblicità di questi prodotti, come suggerito anche nel rapporto dell’ANSES.
La Francia non è l’unica a interrogarsi su queste bevande. L’American Medical Association ha dichiarato che è pronta a sostenere il divieto di vendita ai minorenni, l’Ungheria già introdotto una tassa ad hoc e anche Irlanda e Finlandia stanno discutendo su iniziative analoghe.
Agnese Codignola
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Fonte: Reuters
Giornalista scientifica
Gli energy drink dovete considerarli come un DEBITO…
Loro vi ACCREDITANO energia (caffeina, taurina, vitamine..) ma in cambio CHIEDONO GARANZIE (cuore efficiente, ecc). Una volta terminato il PRESTITO che vi hanno concesso dovrete pagare gli INTERESSI (senso di stanchezza protratto nel tempo) e per evitare di pagarli (o per ritardarli) la gente chiede altri PRESTITI (ASSUEFAZIONE alla bevanda)… Poi si entra in un circolo vizioso, un po’ come il fumo ma con risvolti nettamente peggiori. Per non parlare dell’abuso che spesso se ne fa… DELETERIO!!