Bisfenolo A
L’Efsa ha avviato una consultazione sulla bozza del documento che tratta dei rischi collegati al bisfenolo A (Bpa),

L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha avviato una consultazione pubblica sulla bozza del documento che tratta dei rischi per la salute umana collegati all’esposizione al bisfenolo A (Bpa), sostanza chimica utilizzata per la produzione del policarbonato ( una plastica impiegataper materiali a contatto con gli alimenti come recipienti, rivestimenti di scatolette, stoviglie …) , oltre che per numerosi altri usi. Il Bpa – identificato come interferente endocrino – è da anni una sostanza molto dibattuta, in quanto numerosi studi sperimentali e anche epidemiologici indicano la capacità di alterare l’equilibrio endocrino (in particolare interagendo con i recettori estrogeni) soprattutto nell’organismo in via di sviluppo. I consumatori sono inevitabilmente esposti a piccole quantità di Bpa che dai contenitori migrano  nei cibi e nelle bevande. Per questo  è fondamentale valutare e monitorare gli eventuali rischi per la salute.

 

Contenitori per alimenti con coperchio in plastica
Il Bpa è autorizzato nell’Unione europea, ma è proibito nella produzione di biberon

Attualmente l’uso del Bpa  è autorizzato nell’Unione europea ai sensi del regolamento 10/2011/Ue, ma è proibito nella produzione di biberon per l’infanzia in policarbonato, secondo la direttiva 2011/8/Ue. L’uso del Bpa nei biberon in plastica è stato un aspetto molto discusso, sia perché il bambino piccolo è più suscettibile dell’adulto agli interferenti endocrini come il Bpa, sia perché è il soggetto più esposto (il divieto nei biberon è scaturito da un precedente parere dell’Efsa del 2010). Per questo ultimo parere del 2013, l’Efsa ha avviato una consultazione on line invitando tutti i portatori di interesse ad inviare commenti entro il 13 marzo 2014. Si tratta di un segnale importante sia dal punto di vista della trasparenza e della validità del documento definitivo, sia perché non è poi frequente che le Agenzie internazionali mettano in discussione le proprie valutazioni.

L’Efsa ha concluso la prima valutazione del rischio completa sul Bpa nel 2006 stabilendo una Dgt (dose giornaliera tollerabile) per il Bpa di 50 µg/kg pc, ma ha continuato ad esaminare nuove informazioni negli anni successivi (2008, 2009, 2010 e 2011). In particolare, un parere molto articolato del 2010, ha ritenuto che non vi fossero prove sufficienti per poter rivedere la Dgt, ma ha identificato una serie di possibili effetti a dosi molto basse in studi tossicologici condotti su animali in via di sviluppo. Anche se la qualità degli studi lasciava a desiderare, questi effetti meritavano un approfondimento. Per questo motivo nel 2012, la Commissione europea, considerando anche il vasto uso del Bpa nei materiali a contatto con gli alimenti, ha chiesto all’Efsa una rivalutazione complessiva e (nei limiti del possibile) definitiva sia  sull’esposizione (per quali vie, alimentari e non, e quanto viene assorbito dall’organismo: parere finalizzato nel 2013) sia sui possibili effetti sulla salute, con particolare riguardo a quelli osservabili a dosi più basse rispetto alla Dgt.

 

bicchieri posate plastica
L’Efsa raccomanda che l’attuale dose giornaliera tollerabile (Dgt) venga abbassata di 10 volte

La valutazione deli esperti dell’Efsa dopo una esamina dettagliata della cospicua letteratura scientifica sul BPA , ha individuato probabili effetti avversi sul fegato, sui reni e sulla ghiandola mammaria a dosi nettamente minori rispetto a studi precedentemente esaminati. Sulla base di questi dati sperimentali, l’attuale Dgt viene abbassata di 10 volte: da 50 µg/kg pc/die al valore provvisorio di 5 µg/kg pc/die.

 

In questa indagine l’Efsa ha preso in esame anche studi di ricerca che non rientrano negli usuali test per sostanze chimiche, ma che riguardano aspetti “non convenzionali” dei possibili effetti del Bpa sulla salute (per esempio sulla promozione di tumori e su aspetti specifici dello sviluppo dei sistemi riproduttivo, nervoso, immunitario, metabolico e cardiovascolare). Il documento infatti dedica particolare attenzione agli effetti a lungo termine dell’esposizione precoce in gravidanza e nella prima infanzia.

 

Il confronto con la valutazione dell’esposizione (ovviamente escludendo i biberon, ora proibiti nell’Ue) mostra che i livelli assunti sono inferiori alla Dgt. Pertanto  l’attuale uso del Bpa presenta un basso rischio anche per i gruppi vulnerabili come donne in gravidanza e bambini piccoli. Nel contempo, dopo la valutazione dell’Efsa e l’abbassamento della Dgt, sarà difficile ipotizzare un incremento dell’uso del BpA nella Ue, mentre potrà ricevere ulteriore incentivo la ricerca di sostanze alternative.

 

Alberto Mantovani – Dipartimento di sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare dell’Istituto superiore di sanità