Nutritionist with female patient dietisti nutrizionisti

https://ilfattoalimentare.it/dieta-paleo-ordine-biologi-nutrizionisti.htmlRecentemente il presidente della commissione dell’albo nazionale dei dietisti ha lanciato la proposta di istituire la figura del “dietista di cure primarie” che lavori accanto ai medici di medicina generale e pediatri di libera scelta sul modello delle “primary care” inglesi. Un’iniziativa sicuramente auspicabile data l’importanza che riveste l’alimentazione e lo stile di vita nella prevenzione e cura della popolazione generale (obesità, diabete, malattie cardiovascolari, tumori…).

All’interno del Recovery Plan questa sarebbe una proposta che potrebbe dare un segnale nuovo in direzione di una medicina orientata anche alla prevenzione primaria. Prevenire è meglio che curare, e soprattutto ha un ritorno in termini economici molto vantaggioso nel lungo termine. La medicina attuale in Italia è volta più alla cura di malattie conclamate che non alla loro prevenzione. Si tratta cioè – per usare una metafora – di “una medicina orientata a rincorrere i buoi che sono scappati dalla stalla”. La scarsa sensibilità mostrata in Italia per la prevenzione emerge chiaramente dalle scelte politiche nutrizionali degli ultimi anni, dove l’influenza delle lobby ha bloccato iniziative virtuose in linea con le politiche mondiali (Oms, Wcrf, WO) ed europee: la sugar tax e il Nutri-Score nel nostro Paese sono stati fermati per favorire (o non disturbare) il business, anche se abbiamo dei seri problemi di obesità infantile.

Nutritionist hard work with patient
L’istituzione dei dietisti di cure primarie e una migliore collaborazione tra medici di famiglia e nutrizionisti sarebbe utile per la prevenzione delle malattie croniche

In attesa che venga istituita la figura del dietista di cure primarie, vogliamo suggerire a medici di famiglia e pediatri una strada che possono percorrere da subito per tutelare la salute dei loro assistiti, ovvero di adottare dei nutrizionisti (seri e competenti) di riferimento cui inviare i loro assistiti. Uno dei problemi più sentiti da parte dei dietisti-nutrizionisti e dei biologi-nutrizionisti è infatti la scarsa collaborazione da parte dei medici di famiglia che dovrebbero prescrivere la dieta in quanto atto terapeutico. Frequentando nel web diversi gruppi dedicati alla nutrizione e comunicando direttamente con molti dietisti e nutrizionisti, emergono comportamenti molto vari da parte dei medici di medicina generale. Talora infatti rifiutano, quando richieste dai pazienti, di prescrivere consulenze nutrizionali asserendo che non siano necessarie, o per altre motivazioni.

Senza entrare nei dettagli normativi, molto discussi e discutibili, su chi in Italia possa fare autonomamente educazione nutrizionale a un individuo sano e/o possa elaborare una dieta grammata in varie patologie, è indubbio che un rapporto collaborativo tra nutrizionista e medico di famiglia sia nell’interesse del paziente. Purtroppo questa collaborazione non sempre avviene. Tutto ciò crea grande disagio ai nutrizionisti accreditati che si vedono rifiutare richieste di prescrizione o collaborazione da parte dell’unica figura con un quadro completo della situazione clinica e sociale di ogni cittadino.

Poiché quasi sempre i problemi nascono da un’inadeguata comunicazione o scarsa conoscenza, specifichiamo, anche per i medici di famiglia o pediatri, come potrebbe essere formulata una prescrizione per il nutrizionista. Per esempio: “Si invia il signor Mario Bianchi per dietoterapia. Il paziente è affetto da diabete mellito di tipo 2, ipercolesterolemia, diverticolosi del colon, esofagite da reflusso … ecc  e sta assumendo i seguenti farmaci …” Firma: Dr. A. Prati.

Nutritionist giving consultation to patient with healthy fruit and vegetable, Right nutrition and diet concept
Spesso c’è un problema di comunicazione tra medici di medicina generale, dietisti e nutrizionisti che parte dalla prescrizione della terapia dietetica

Taluni medici, per brevità, si limitano a stilare una prescrizione generica che può coprire dal punto di vista legale il nutrizionista, ma è poco utile per chiarire il quadro clinico del paziente. Ad esempio: “Si invia la signora Maria Rossi per rieducazione alimentare o dietoterapia” Firmato Dr. A. Prati.

L’alimentazione e lo stile di vita sono i fattori più importanti per la salute degli individui in quanto consentono di evitare o ritardare la comparsa di malattie come l’obesità, il diabete mellito, l’ipertensione arteriosa, le malattie del cuore e dei vasi (ictus), ecc. Purtroppo la confusione nel campo della nutrizione è immensa: tutti ne parlano ma pochi la conoscono! Le industrie alimentari sono le artefici più importanti di questo caos sulle diete. D’altronde sono coloro che traggono i maggiori profitti dalla disinformazione.

Inoltre l’educazione nutrizionale delle persone richiede competenze specifiche e molto tempo, cose che il medico di medicina generale di norma non ha. Per ovviare a questo capita che alcuni medici di famiglia concedano l’uso del proprio ambulatorio a nutrizionisti a cui inviano i loro pazienti. Questa formula è vincente sotto tutti i punti di vista:

  1. Il medico avrà pazienti più sani che richiederanno minor interventi terapeutici, perché avrà meno obesi, diabetici, ipertesi…
  2. Due o tre medici di famiglia inviando i loro pazienti sono in grado di far lavorare un nutrizionista a pieno regime e al massimo delle sue possibilità.
  3. Il paziente sempre alla ricerca di scorciatoie miracolose, può essere indirizzato a nutrizionisti competenti a costi ragionevoli. Così facendo può essere protetto dai danni fisici, psicologici ed economici  dell’industria della dieta (centri di dimagrimento, personal trainer, guru e pseudo esperti di varia estrazione culturale).

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livio
livio
19 Maggio 2021 00:52

Grazie Dr. Pratesi per l’interessante articolo. Ma come se ne esce? E qui ritorna la questione della sfera d’azione legata all’autonomia delle professioni considerate (dietista, non più figura ancillare, e biologo nutrizionista). Poi, se parliamo di prevenzione primaria (ossia soggetto sano che potrebbe ammalarsi per stile di vita non adeguato, fattori di rischio vari, ecc.), rimane comunque vincolante la prescrizione medica, dal momento che anche definire una persona ‘sana’ presuppone una diagnosi di assenza di malattia?

Gabriella Bosco
20 Maggio 2021 15:20

Trovo auspicabile la agognata collaborazione con i medici di famiglia ma vorrei portare alla sua attenzione che c’è chi può occuparsi in primis di seguire un paziente bisognoso di ricevere una terapia nutrizionale: il DIETOLOGO, cioè un MEDICO SPECIALISTA IN SCIENZA DELL’ALIMENTAZIONE, l’unica figura che può agire in totale autonomia per prescrizione di analisi, esami strumentali, interpretazione di risultati, diagnosi e terapia nutrizionale, associata o meno a quella farmacologica.
La figura del dietista è un prezioso ulteriore aiuto per un approccio più ampio, così come la figura dello psicoterapeuta (ove necessario).
E mi fermerei qui.

Lorenzo M Donini
Lorenzo M Donini
12 Giugno 2021 09:50

Credo che il dibattito attivato dal dott Pratesi sia, benché antico, ancora attuale. Fare ordine nell’arcipelago di competenze in ambito nutrizionale sarebbe opera meritoria al fine, non solo di evitare abusi da parte di persone non qualificate, ma soprattutto nell’interesse dei pazienti.
L’OMCEO di Roma ha prodotto un documento che cerca di rispondere alla domanda “chi può fare cosa nella nutrizione clinica” vale a dire nella presa in carico di pazienti con problematiche nutrizionali (obesità malnutrizione, disturbi del comportamento alimentare) https://www1.ordinemediciroma.it/new-commissioni/elenco-commissioni/25238-commissione-ruoli-e-competenze-in-ambito-nutrizionale.html?highlight=WyJkb25pbmkiXQ==
Piccola nota margine: quanto indicato dal dott Pratesi (“Si invia il signor Mario Bianchi per dietoterapia. Il paziente è affetto da diabete mellito di tipo 2, …”) non è una prescrizione. Questa dovrebbe prevedere, come in qualsiasi altro ambito della medicina, l’indicazione precisa di cosa deve essere proposto al paziente (nello specifico: calorie giornaliere, grammi di proteine, bilanciamento tra calorie non-proteiche, ….)

prof Lorenzo M Donini,  MD,
Sapienza University, Rome (Italy)
Experimental Medicine Department;
Medical Pathophysiology, Food Science and Endocrinology Section
Food Science and Human Nutrition Research Unit
lorenzomaria.donini@uniroma1.it

Valeria Nardi
Reply to  Lorenzo M Donini
28 Giugno 2021 15:38

Concordo sul fatto che la prescrizione “Si invia il signor Mario Bianchi per dietoterapia. Il paziente è affetto da …” non sia una vera e propria prescrizione medica ma è già tanto se i medici di famiglia oberati dal lavoro e da mille incombenze informatico-burocratiche riescano a farla. Quanto alla prescrizione dettagliata con “ calorie giornaliere, grammi di proteine, bilanciamento tra calorie non-proteiche..”questa presuppone un ulteriore sforzo cognitivo che richiede ancora più tempo e energie. Non tutti i medici hanno la nutrizione nella punta delle dita. Inoltre i dietisti sono specificatamente formati in questo e possono assolvere al compito con una loro autonomia. Troverei più opportuno che un medico specialista in nefrologia facesse una prescrizione dietetica più dettagliata in un paziente con insufficienza renale in fase avanzata con iperparatiroidismo, ma anche in questi casi la prescrizione per il dietista spesso e volentieri è generica : “Dieta tendenzialmente a basso contenuto di sodio e proteine animali.”

MARIA LUIGIA TRONCON
MARIA LUIGIA TRONCON
12 Giugno 2021 12:29

luisa

Vorrei avere una precisazione sul percorso formativo del “nutrizionista” e sul relativo profilo professionale.
grazie

Valeria Nardi
Reply to  MARIA LUIGIA TRONCON
28 Giugno 2021 15:40

Abbiamo scritto numerosi articoli sul Fatto Alimentare sull’argomento, questo è l’ultimo:

https://ilfattoalimentare.it/nutrizionisti-guida.html

Qui sotto trova lo stesso articolo con un taglio più tecnico per addetti ai lavori:

https://dietaesalute.it/attenzione-ai-nutrizionisti-versione-estesa-gli-addetti-ai-lavori-dietista-biologo-medico/